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Dopo il ritorno di Harry, i due riprendono la routine che prevede lo stare insieme tutti i giorni.
Vanno a casa di Louis praticamente solo per prendere più vestiti suoi e altre cose come lozioni per il corpo e stupidaggini varie, nessuno dei due si sente tranquillo in quella casa sapendo che Jason ormai ha scoperto dove vive Louis e potrebbe tornare da un momento all'altro a creare ulteriori problemi.
La ferita sul labbro guarisce lentamente, lo zigomo sinistro non è più gonfio, e Harry diventa sempre più attento e protettivo nei suoi confronti giorno dopo giorno.
Al momento sta cercando di svegliarlo, è il giorno libero di entrambi e c'è il sole; una combinazione davvero rara. Vorrebbe portarlo fuori casa da qualche parte, pensa che gli farebbe bene un po' di calore sulla pelle.
Lo ha già privato delle coperte calde, cosa che lo ha fatto solo rannicchiare al suo fianco, gli ha solleticato le costole e pizzicato la pancia. Tutto inutile. Se si tratta di dormire, Louis è il numero uno.
Sbuffa una risata, è così carino con la fronte aggrottata e l'aria imbronciata. Non resiste all'istinto di toccarlo, non quando è mezzo nudo nel suo letto con quelle cosce scoperte da prendere a morsi. È davvero bellissimo, non smetterà mai di dirlo.
Lo sovrasta con il suo corpo, si mantiene con il peso sugli avambracci appoggiati ai lati della sua testa, si sofferma per un tempo indefinito con lo sguardo sulle sue labbra fini e dischiuse, poi lo bacia, una serie di piccoli baci a stampo finché non ottiene una reazione che, fortunatamente, arriva abbastanza in fretta.
Louis risponde al bacio intrecciando le mani dietro al collo di Harry per non farlo muovere da lí, gli fa posto aprendo le gambe in modo da averlo completamente addosso, petto contro petto, mentre le loro lingue si sfiorano prima timide, poi con più vigore.
Sorride sulle sue labbra un po' carnose, ma tiene ancora gli occhi chiusi.
«Ciao.»
«Buongiorno, Lou. Finalmente il ghiro si è svegliato» la voce di Harry è particolarmente eccitante la mattina, soprattutto perché parla con un tono molto più basso del normale. Fa per spostarsi, ma Louis lo tira nuovamente sopra di sé e riprende il bacio, sorprendendolo. Non prende mai queste iniziative, non ne ha mai il coraggio, ma stavolta si sente diverso, avere il peso di Harry addosso lo fa aprire un po' di più, è bello come lo tiene incastrato contro al materasso in una bolla di calore e attenzioni amorevoli.
Non è...non è come essere bloccato lì contro la sua volontà.
«Mi devi una giornata di coccole» gli dice, strofinando gentilmente la punta del naso contro al suo e aprendo finalmente gli occhi blu.
«Non vuoi uscire?»
«Non lascerò mai più questo letto finché non avrò il mio giorno di coccole, non so se si era capito» con gli occhi socchiusi, intreccia le caviglie dietro alla sua schiena nuda, ingabbiandolo in una stretta ferrea.
Harry allora scuote la testa rassegnato, c'è un ghigno divertito sulle labbra, subito dopo lo sta baciando ancora e ancora, intrufolando una mano sotto alla t-shirt troppo grande per lui.
Gli accarezza il fianco, spostandosi verso l'addome quando i baci aumentano di intensità.
Indossa solo un misero paio di boxer, le braccia iniziano a tremare per il peso che devono sostenere, sta facendo una fatica immensa per evitare di far scontrare i loro bacini, non vuole spaventarlo.
Insomma, è già un bel progresso il fatto che lo stia intrappolando come un koala, non può esagerare rischiando di far finire la mattinata con un pianto insicuro.
Lo punzecchia sotto all'ombelico, scatenando una risata infantile. Musica per le sue orecchie.
Il suo corpo si incastra perfettamente sotto di lui, la t-shirt si è aggrovigliata intorno al busto durante la notte, svelando le clavicole accentuate e la sensuale curva del collo. Vi deposita dolci baci che non hanno niente di malizioso, continuando sempre a farlo ridere solleticando la schiena, che si inarca nel senso opposto del materasso.
«Aspetta, time out!»
Confuso, stacca subito le mani da lui e si fa da parte in men che non si dica.
Le gote di Louis assumono un colore rosato mentre si alza dal letto, lo mette un po' a disagio sapere che per colpa sua e delle sue paranoie queste sono le conseguenze. Sta iniziando a far caso al modo in cui Harry si stacca in una frazione di secondo non appena dice di no, si sente in colpa.
«Tranquillo, torno. Pausa pipì» camminando scalzo verso il bagno con movimenti pigri, inciampa nei suoi stessi passi.
Harry resta sul letto ad ammirare quel fantastico culo muoversi davanti ai suoi occhi, hanno raggiunto un nuovo livello di intimità che fa sì che la porta del bagno della camera venga lasciata spalancata, così può prenderlo in giro tutte le mattine quando lo vede sedersi per fare pipì invece di farla in piedi, sono piccole cose che aiutano entrambi a mettere da parte ansie inutili. E poi, per la cronaca, provvede subito dopo a ricordargli quanto sia adorabile in tutto ciò che fa, quindi va bene così.
Per sicurezza, comunque, decide di infilarsi sotto le coperte fino alla vita, onde evitare incidenti di percorso.
Louis si lava anche i denti, il viso, e inumidisce i capelli per dargli un senso. Prima che possa tornare sul letto, Harry lo blocca con un gesto secco della mano.
«Sai, penso di doverti ancora dare il regalo» usa un tono indifferente, sa bene come farlo esaltare «prova un po' a guardare in basso nella mia parte di armadio, forza.»
Non lo ascolta nemmeno fino alla fine, Louis corre a quell'armadio e spalanca le ante con una tale forza che per poco non si richiudono inglobandolo all'interno, è una scena molto divertente da guardare dal letto.
C'è una scatola nera di medie dimensioni, ben nascosta nell'angolo in mezzo alle mille scarpe di Harry, la afferra e non si disturba nemmeno a chiudere l'armadio, troppo impegnato a togliere il coperchio e strappare la carta velina.
Vede del tessuto rosa, sembra seta, alternato a tessuto trasparente. Aggrotta la fronte, procedendo a tirare fuori qualsiasi-cosa-sia dalla scatola.
Si vergogna ad ammetterlo ma, nonostante sia il suo lavoro, non ha la più pallida idea di cosa sta guardando.
«È un...kimono?» chiede, inarcando un sopracciglio questa volta.
Mantiene il forse-kimono con le braccia distese in avanti, nel vano tentativo di capirci meglio qualcosa, e lo guarda con la testa leggermente piegata di lato.
Tenero, agli occhi di Harry.
Quest'ultimo non può fare altro se non scuotere la testa divertito.
«Si chiama haori, è tecnicamente la giacca per il kimono, tesoro. Ce ne sono tanti, per funzioni diverse. Questo è da donna, perché quelli da donna sono colorati e vivaci e quelli da uomo sono di colori spenti, e ho la vaga sensazione che ti starà benissimo! Vuoi provarlo?»
Spiega, guardando il suo babyboy con occhi carichi di estremo affetto.
Louis annuisce concentrato, non stacca gli occhi dalle farfalle rosa ricamate sul tessuto trasparente, e lo infila sopra alla t-shirt in men che non si dica.
Fa subito una smorfia arricciando le labbra però, non gli sembra della sua taglia, ecco.
«Sono troppo grasso per questo.»
Harry, in tutta risposta, alza gli occhi al cielo, accompagnando il gesto con uno sbuffo.
«Ci credo che ti sta piccolo se lo provi con una mia t-shirt di tre taglie più grandi sotto, tu che dici?»
Dopo tale affermazione, Louis si chiude nel bagno.
Sa che non lo ha offeso in alcun modo quindi lo starà sicuramente provando senza maglietta, il sospiro sorpreso che può benissimo udire dal letto attraverso la porta è un indizio.
«Fatti vedere!»
«Oh mio Dio, no! Sono timido!»
«Allora niente coccole, meglio per me, posso uscire a fare una cor...» non ha tempo di finire la frase, perché la porta viene brutalmente spalancata da un Louis tutto rosso fino alla punta dei capelli.
Mantiene le braccia incrociate al petto, sta cercando evidentemente di coprirsi il più possibile, non capisce quanto in realtà gli stia bene quell'indumento.
Se l'haori vuole essere chiuso, come in questo caso, c'è una fascia rosa all'altezza della vita da legare dietro alla schiena, formando un grosso fiocco esattamente sopra al sedere. Il tessuto che lo compone è al 90% trasparente, solo le farfalle e l'orlo sono in seta rosa così come la fascia in vita, lasciando vedere tutto del corpo di Louis. Vi è uno spacco laterale, che inizia proprio al di sotto della fascia e si apre sempre di più scendendo sulla coscia, dove il tessuto si ferma a metà di essa. È la cosa più bella su cui Harry ha posato gli occhi negli ultimi anni.
«Lascia andare le braccia, piccolo, fatti guardare» lo incoraggia, con quella sua voce fantastica.
Louis obbedisce. Obbedisce sempre. Anche se la tonalità di rosso sulle sue guance diventa più intensa.
Con le braccia lungo i fianchi, Harry può vedere i suoi piccoli capezzoli. Ringrazia tutti i santi per essersi coperto il cazzo, idea saggia una volta tanto.
«Faresti un giro per me? Per favore, bimbo?»
Non appena Louis esegue una rapida piroetta, è sicuro che avrà un attacco cardiaco entro la fine della giornata. Quel fiocco pomposo esalta il suo sedere perfettamente tondo e sodo, vuole lasciarci il segno delle cinque dita così, così tanto. Fa davvero fatica a restare su quel cazzo di letto e non saltargli addosso seduta stante.
«Avevo ragione, sei bellissimo, guardarti è uno spettacolo.»
«Oh, ma dai! Sono nudo come un verme, e poi, quale sarebbe la funzione di questo? Sicuramente non è formale.»
«Intimo. L'ho appena deciso.»
«Oh.»
«Vieni qui. Subito.»
«Con...con questo?»
«Specialmente con quello» batte una mano sul materasso, accanto a lui.
Louis è titubante, ma non fa altre domande e lo raggiunge in silenzio. Non appena è sul letto, nasconde la testa sotto al cuscino, la vergogna lo sta logorando dall'interno.
Distingue Harry muoversi grazie al materasso che si sposta abbassandosi sotto al suo peso. Poco dopo, una serie di baci partono dall'altezza della spalla, al di sopra del tessuto dell'haori, creando un percorso verso il bacino, passando per il basso addome, causandogli brividi in tutto il corpo.
Gli viene la pelle d'oca, e i capezzoli sono già sull'attenti, spingendo fastidiosamente contro all'orlo di seta.
«Il mio bel ragazzo» lo sente sussurrare «così bravo per me» un altro bacio sulla coscia nuda «e così ubbidiente.»
Louis inizia a uscire allo scoperto, la curiosità vince la timidezza questa volta, ha assolutamente bisogno di vedere l'espressione di Harry mentre gli dice quelle parole. È tipo, di vitale importanza.
Lo coglie a guardarlo dal basso, chinato in parte su di lui con la testa all'altezza dell'inguine. Sta male, tanto male, la sua sanità mentale inizia già ad abbandonarlo per il modo in cui la sua coscia viene stretta da quelle mani grandi, prima di venir morsa appena sotto al gluteo. Emette un urletto di sorpresa.
«Volevo farlo da così tanto, non hai idea, Lou.»
Sarà per il tono estremamente soddisfatto, ma a Louis parte una risata così improvvisa che deve mettersi supino con una mano sullo stomaco per non strillare.
«Come sono? Dolce?» chiede scherzosamente.
«Aspetta un po', non ho assaggiato bene!»
Sente un altro morso sull'altra coscia, stavolta all'interno, mentre i capelli di Harry ricadono sulla sua pancia scoperta solleticando la pelle delicata.
Fin troppo delicata. Le risate idiote hanno lasciato posto ad un ansito eccitato.
«Dolcissimo. E tutto mio» lo sguardo di Harry cambia, qualcosa ancora indecifrabile, con le pupille dilatate sempre di più.
Gli apre le gambe e vi si stende nel mezzo, non è come la prima volta di quella mattina, ora come ora non gliene frega proprio un cazzo di non appoggiarsi interamente a Louis, anzi, ondeggia pure il bacino sul suo. Vuole che lo senta stavolta, deve sapere che effetto che gli fa, deve capire che è assolutamente eccitante. Le gote di Louis tornano rosse, gli occhi blu hanno assunto una tonalità più scura, il petto invece non sembra in grado di contenere il cuore, che batte forsennato. Harry può sentirlo, lo sente nel sangue che scorre nelle vene sui polsi quando lo accarezza in quel punto, percepisce contro ai polpastrelli lo scorrere frenetico, sta lentamente perdendo il lume della ragione.
«Ti fidi di me, piccolo?» lo accarezza anche lungo il fianco scoperto, sul viso angelico, su ogni centimetro di pelle che riesce a raggiungere da quella posizione, scendendo con le dita leggere lungo la coscia fino ad agganciarle dietro al ginocchio, dove effettua una lieve pressione per fargli alzare la gamba contro al suo fianco. Vuole un migliore accesso, e piega a sua volta una gamba in modo da premere l'erezione su quella ancora non del tutto formata di Louis.
Louis annuisce, con il labbro stretto fra i denti, fregandosene della ferita.
«Usa la tua bellissima voce, amore, forza.»
«Mi fido, so che ti fermerai se necessario. Lo fai sempre...»
«Bravo ragazzo» per rinforzare il fatto che è davvero il suo bravo ragazzo, lo bacia con trasporto.
Non perde tempo, scioglie il fiocco dell'haori e utilizza la stoffa per legargli i polsi sopra alla testa, la giacca si apre completamente rivelando gli slip di Louis, è duro e dolorante all'interno di essi, si aiuta tentando di stringere le cosce, ma Harry gliele spalanca per l'ennesima volta, graffiandolo con le unghie nell'interno coscia.
«Non imbrogliare e sii paziente, piccolo.»
Ansima un'altra volta.
«Perchè i polsi legati?»
«Perchè non puoi toccarti.»
«E perché non...» viene bloccato da un altro bacio, la lingua di Harry gli entra in bocca senza troppe cerimonie, gli morde il labbro in risposta, e lo fa ringhiare preso alla sprovvista.
Grazie a quello, il bacino di Harry scatta in avanti con un movimento rapido, deciso, che gli fa tremare le cosce. Non fa in tempo a registrare gli ultimi momenti che si ritrova uno dei capezzoli, scoperto dall'haori, tra quelle labbra soffici come velluto, un piccolo e delicato morso - giusto una lieve stretta di denti - fa si che la sua testa cada all'indietro sui cuscini.
Okay, riconosce di avere il corpo molto sensibile, soprattutto se viene toccato nei punti giusti, e Harry sembra già conoscerne abbastanza senza bisogno di dirgli niente. È perfetto, davvero, non è che Louis abbia una grandissima voglia di usare la sua voce ora come ora, onestamente preferisce che sia il corpo a parlare al posto suo.
L'unica cosa frustrante è che non può toccare Harry, vorrebbe davvero poter tastare i suoi muscoli, i capelli soffici e più ricci del normale, la mascella affilata, la schiena forte e definita, ma quel maledetto pezzo di stoffa lo blocca e non fa altro che cercare di liberarsene. Strattona i polsi, un mugolio contrariato di sconfitta gli fa arricciare le labbra in una smorfia.
«Na-ah. Non ci provare, piccolo. Ora comando io» la mano più grande di Harry si posa sulla stoffa rosa riuscendo a catturare entrambi i polsi nel palmo, li tiene fermi e al sicuro contro al cuscino, sopra alla sua testa, e si prende un secondo per guardarlo dritto negli occhi blu sperando di non trovarci sensazioni negative.
Louis sembra solo scocciato per le mani legate, nient'altro, si può gestire facilmente.
«È frustrante» commenta, infatti, con uno sbuffo.
«Si. Deve esserlo. Adesso hai finito di lagnarti? Posso fare qualcosa senza che ci metti bocca? Grazie.»
Senza attendere risposta, torna su di lui di nuovo, stavolta per baciargli il collo. Parte dalla spalla scoperta, prima lento e sensuale, poi man mano sempre più deciso e accattivante, salendo con la bocca fino al lobo per poterlo così mordicchiare.
Le gote di Louis prendono fuoco, si accendono di un rosso vivace che sale e sale fino a rendergli lucidi gli occhi. Un dolce gemito sfugge al suo controllo, il che lo fa solo arrossire ulteriormente!
Non sa cosa gli prende, è sempre stato abituato a trattenere ogni tipo di suono a letto, ma la presenza così coinvolgente e intrigante di Harry sta abbattendo le sue pareti con forza, un tocco dopo l'altro, rendendolo come creta nelle sue mani.
Mani che sente ovunque sul suo corpo, lo venerano dedicandogli - finalmente - le giuste attenzioni; lo sfiorano, lo accarezzano, lo confortano, mai violente o inadeguate.
Una ciocca di capelli gli cade sulla fronte, tenta di spostarla con un movimento rapido della testa ma con scarsi risultati, gli coprono la visuale, ovvero quel bellissimo ragazzo semi nudo che lo sta sovrastando.
«Harry...non ti vedo più!»
Sbuffa, soffiando l'aria verso l'alto in un ultimo tentativo per spostare quei dannati capelli, ma sono attaccati alla fronte imperlata di sudore. È accaldato e nervoso e eccitato e tante altre cose.
Percepisce Harry bloccarsi, poi lo sente ridacchiare divertito, è sicuro del fatto che le fossette sulle sue guance siano in bella vista.
«Forse potrei usarlo a mio vantaggio» confessa, accompagnando la frase con un tono scherzoso.
«Nooo, sei molto bello voglio vederti!»
«Aw, piccolo, anche tu lo sei» gli sposta i capelli spingendo la ciocca di lato con le dita affusolate, i suoi boxer sembrano sul punto di esplodere, a stento riescono ancora a contenerlo, la sua pelle è più arrossata, i ricci sempre più ricci-spettinati e le pupille sono tanto dilatate quasi quanto le iridi.
Lo guarda negli occhi ma non riesce a sostenere il suo sguardo, vi legge sentimenti che ancora non è in grado di capire quindi passa alle labbra carnose dalla forma perfetta. Nota un microscopico neo sul labbro superiore, rendendosi conto che potrebbe osservarlo per ore per riuscire a scoprire tutti questi piccoli dettagli del suo corpo. Improvvisamente vuole sapere tutto, se ha delle voglie da forme bizzarre a decorarlo, cicatrici, tatuaggi nascosti, tutto.
È assolutamente perfetto, la pelle imperlata di sudore, l'espressione rilassata e il colore degli occhi di un verde più intenso. Louis morirà, di questo passo.
Percepisce la pelle bruciare sotto ad ogni tocco, il cuore battere sempre più veloce, la testa sempre più leggera, ubriaco di tutte quelle attenzioni che sta ricevendo.
Solleva leggermente la testa in cerca di un qualsiasi contatto, non serve molto prima che le labbra di Harry si posino sulle sua, mentre invece una mano lo afferra con decisione sul fianco magro, spostandosi lentamente sul gluteo per stringerlo con bramosia.
«È passato del tempo» inizia, Harry, sussurrandolo sulla sua bocca dalle labbra fini «quindi penso che mi farai venire molto forte, piccolo» accompagna la frase con una spinta dei fianchi.
Louis geme mordendosi il labbro inferiore, le loro erezioni che si toccano e si strusciano senza pietà.
È abbastanza sicuro del fatto che avrà il segno delle cinque dita sul culo, se ne farà una ragione, ne vale sicuramente la pena. Ha avuto segni peggiori addosso. Non fa nemmeno in tempo ad avere questo pensiero che riceve una sonora sculacciata che lo lascia quasi senza fiato, colto alla sorpresa, liberandosi in un gemito mal trattenuto. Non fa male, la forza che Harry ci ha messo è stata calcolata perfettamente per fargli sentire lo schiaffo in un modo mai sperimentato prima, gli fa contrarre i muscoli dell'addome dall'eccitazione e una lieve scarica elettrica gli attraversa la schiena.
«Non trattenerti, bimbo, voglio sentirti!»
Ringhia Harry, depositando un bacio al di sotto del suo orecchio per poi morderne audacemente il lobo. Ormai ha capito che quello è decisamente un punto debole, se lo appunta mentalmente.
La sua voce si fa man mano più profonda, il petto si alza e abbassa più rapidamente, la vena sul collo pare sul punto di scoppiare e la schiena di Louis si piega nel senso opposto del materasso un'altra volta, dandogli un migliore accesso e permettendogli di intrufolare la mano nei suoi slip.
Boccheggia, la dita dei piedi si arricciano così come i muscoli delle cosce si contraggono, la mano di Harry è grande e calda e così esperta nel movimenti quando inizia a segarlo, sente che avrà un infarto.
Scuote la testa mugolando, poi solleva disperatamente le braccia, gesto che Harry interpreta tutto a modo suo dal momento che sceglie di cambiare posizione; sedendosi a gambe incrociate al centro del letto e portandoselo in grembo, passando con la testa fra le sue braccia in modo da averle posate intorno alle spalle nude.
Louis ha il viso arrossato, gli occhi lucidi, le labbra più gonfie del normale, i capelli spettinati che puntano un po' in tutte le direzioni, ed è assolutamente un privilegio poterlo osservare da così vicino in un momento così delicato e intimo. Si reputa fortunato, mentre abbassa i suoi boxer giusto quel che basta per liberare la sua erezione dolorante, importante, eminente.
Fa lo stesso con gli slip di Louis, continuando a lodarlo e baciarlo ovunque, tenendolo con un braccio intorno ai fianchi stretti, lasciati scoperti dall'haori ormai completamente aperto che si regge ancora a stento sulle spalle. Avvolge la mano attorno ad entrambe le erezioni, pompando con movimenti lenti ma decisi.
Il bacino di Louis scatta in avanti più volte, mentre lui piagnucola chiedendo di più.
Sembra già esausto, ad essere onesti.
«Harry...»
«Dimmi, amore», l'intonazione sempre dolce, accompagnata da un'altrettanto stucchevole bacio sulla mascella.
«Non...non riesco a...» non finisce la frase, il pollice di Harry passa così dannatamente lento sulle cappelle, il suo corpo ha un fremito e deve per forza posare la fronte sul petto di quell'uomo così bello da far male, lamentandosi con piccoli gemiti sofferenti.
Sta diventando una tortura, invece di accelerare il ritmo lo sta rallentando.
«Ti prego, ti prego, ti prego» lo supplica, attaccandosi maggiormente a lui, abbracciandolo con le caviglie incrociate dietro alla schiena.
Lo bacia sul collo, sulla spalla, sul viso, scatenando una piccola risata da parte sua.
«Resisti, amore, fai il bravo per me e ti farò venire...» gli sussurra in risposta, ad un palmo dal viso, guardandolo con sguardo lussurioso mentre continua a muovere la mano ad un ritmo straziante «...così tanto...» alterna una stoccata più decisa, Louis trema come una foglia al vento tra le sue braccia «...così forte...» abbassa la voce, sa perfettamente come controllarla e renderla più roca e i gemiti che gli arrivano dritti nell'orecchio sono assolutamente la cosa migliore che abbia mai ascoltato nella sua intera fottuta esistenza. È fantastico, sarebbe ancora più grandioso se si sentisse chiamare daddy, ma spera di arrivarci più avanti...presto.
Lo morde sotto la mascella, spingendolo a tirare indietro la testa, permettendogli di avere un migliore accesso al suo corpo, così perfettamente reattivo e sensibile. Ha già in mente così tante cose da provare con lui, che solo il pensiero lo spinge finalmente a muovere il polso più rapidamente.
Per Louis è un sollievo così grande che arriva a socchiudere gli occhi con il labbro stretto fra i denti, spinge inevitabilmente il bacino in avanti, del liquido preseminale inizia a bagnarlo e quando la mano abile di Harry lo sente, si ferma di colpo.
«No! Non puoi...» gli tremano le cosce, quel tipo di tremolio che non si può controllare. Riesce a raggiungere le ciocche di capelli dietro la nuca di Harry piegando i gomiti verso l'esterno, e le tira all'improvviso, ricevendo un ringhio sommesso in risposta.
Giura di aver percepito il suo petto vibrare.
«Che ingordo, piccolo. Dovrei lasciarti così, mh?»
«Non è vero! Sono...sono bravo» borbotta timidamente, intrecciando invece gentilmente le dita nei capelli arricciati e umidi di sudore.
«Allora sii paziente» Harry lo bacia appassionatamente, gli morde il labbro, ed è così famelico da far scontrare i loro denti più volte, stavolta, però, scende ulteriormente con la mano.
«E non venire» gli dice piano, tra uno schiocco di labbra e l'altro «non ancora.»
Ha fatto decisamente bene a dirglielo, perché Louis per poco non viene come un vulcano non appena gli vengono stretti i testicoli in una presa delicata, sì, ma comunque ben decisa. Non si è mai sentito così, pensa di poter svenire da un momento all'altro, c'è troppo da assimilare, troppo da gestire tutto insieme.
Vorrebbe piangere ma anche ridere istericamente, è intenso e travolgente, eccitante, intimo, puro. La posizione in cui sono messi, poi, lo fa sentire coccolato e accudito. Harry lo sta portando al limite, ma lo sta guidando attentamente e con premura.
Un gemito osceno gli percuote il petto, mentre le gambe si aprono maggiormente.
«Oh, Dio» sospira.
Harry riprende allora entrambi i membri nel suo palmo in una stretta confortante, muove il polso ad un ritmo incalzante, a volte ruotandolo, sopprimendo i gemiti di Louis con baci carichi di affetto.
Accelera gradualmente, i loro petti praticamente incollati insieme dal sudore, e i bacini che si vanno incontro per agevolare l'intera cosa.
Porta anche l'altra mano al di sotto degli slip del suo babyboy, ma solo per stuzzicare il suo orifizio con la punta delle dita, girandoci intorno applicando una lieve pressione, senza mai andare oltre.
Agli angoli degli occhi blu di Louis si sono accumulate le lacrime, basterebbe solo che sbattesse le palpebre più forte per farle rotolare sugli zigomi pronunciati, sta facendo appello a tutte le sue forze per non venire ed è evidente. È un macello, non più in grado di contenere piccole urla, ormai iper sensibile ad ogni tocco.
Ma è anche un tale piacere per Harry, vederlo in questo stato, così debole e fragile!
«Harry...» singhiozza il suo nome, così bisognoso.
«Lo so, amore mio. Puoi lasciarlo andare» accompagna le parole con stoccate improvvisamente più impetuose, irruente, energiche e nette.
Si fa guidare dai gemiti rotti di Louis, adesso più simili a singulti esausti. Quando quest'ultimo inizia a stringere le cosce intorno alla sua vita, chiude gli occhi e decide di unire le loro fronti, un ardore confortante gli si espande nel petto, spingendo anche lui ad ansimare in preda all'eccitazione. Succede raramente ma, contro ogni aspettativa di Harry, vengono insieme. Nello stesso momento. Non gli era mai successo prima, è ancora più intimo e speciale così, e lui è così fottuto da rendersi conto in questo modo che si sta probabilmente, lentamente, innamorando.
Racchiude subito il corpo di Louis in un abbraccio, stanno entrambi cercando di recuperare fiato, ma Louis sta anche piangendo in aggiunta.
«Piccolo...» lo richiama, era già pronto a questa evenienza.
«Non sono lacrime negative!»
«Ah, no?»
«No» scuote la testa, Louis «è solo stato...intenso, uhm» arrossisce poi, nascondendo il viso nella curva del collo di Harry, che invece prova a slegargli i polsi alla cieca portando una mano dietro alla testa, dove le dita di Louis sono ancora ben appigliate ai capelli.
Ci impiega un po' più tempo del previsto, ma alla fine ce la fa, e Louis si accoccola subito innocentemente fra le sue braccia, come se non avessero appena condiviso una sega.
«Adesso fai il timido?»
Sente Harry ridacchiare, realmente divertito da ciò che vede. Poi trascina entrambi nuovamente distesi sulle coperte.
«Si. Non guardarmi? Per favore?»
«Oh, andiamo. Niente di cui vergognarsi! Sei stato così bravo, tesoro, il mio bravo ragazzo» lo bacia sulla spalla nuda, prima di procedere a sistemare l'intimo di entrambi.
«Lo hai trattenuto così bene, ed eri così eccitante da guardare» continua a lodarlo, spargendo una scia di baci su ogni parte di pelle scoperta che riesce a raggiungere.
«Mmh, smettila!»
«Ma Lou, è vero! E poi sei...okay, mettiamola così; potresti benissimo essere materiale pornografico e dopo averti visto in quelle condizioni vorrei legarti al letto per giorni.»
«Dai, basta!»
«Anzi no, che dico, per settimane. Tipo schiavetto sessuale, ma tranquillo, ti farei comunque i brownies» utilizza un tono di voce esilarante, fintamente serio, con uno sguardo di chi a stento riesce a trattenere un gran sorriso. E lo punzecchia sulle costole, ovviamente.
Louis, alla fine, scoppia in una risata contagiosa contro al suo petto nudo e porta entrambi a ridacchiare come idioti e prendersi in giro per il resto della mattinata.
Finalmente tra le braccia di qualcuno che lo fa sentire a suo agio.









Don't let it break your heart, babyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora