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Durante i quattro giorni prima che Louis fosse nuovamente off da lavoro sono stati entrambi molto occupati, Harry è stato via per due giorni in Scozia insieme a Zayn e, grazie a Dio, combaciavano perfettamente con i due giorni di Louis di doppi turni, così non ha propriamente avuto modo di sentire la mancanza del suo ragazzo dal momento che è stato sempre sommerso di pezzi di stoffa da cucire insieme e manichini sbilenchi che si tengono in piedi per miracolo.
Non si sono sentiti spesso, Louis ha passato più tempo con Niall e nel suo vecchio appartamento a sud, si è iscritto in palestra con il suo migliore amico decidendo di mettersi in forma per poter mangiare più brownies di Harry e per...beh, muoversi meglio sotto le lenzuola, forse. Ha avuto una lunga discussione con Niall su questo, per riuscire a capire se lo stava facendo solo per Harry o per entrambi perché, grazie al suo passato, non capiva se volesse sentirsi bene con se stesso o solo per compiacere Harry, ci ha messo un po' per ricordarsi che Harry non è Jason e non ha più bisogno di essere perfettamente in forma per farsi amare. Non è niente di che, ci andrà solo un paio di volte a settimana, non pensa nemmeno di dirlo al suo compagno anche se, ultimamente, sta omettendo un po' troppe cose che sta facendo di nascosto.
Quindi mentre guida nell'auto di Harry diretto all'aeroporto, nervoso per essersi dovuto alzare alle cinque di mattina nel suo giorno libero, con un caffè nel portabicchieri, cerca di far mente locale per capire se avrà la giornata disponibile per stare in casa, e allora si ricorda che Harry aveva in mente di fargli qualcosa. Non c'è un particolare motivo per il quale quel dettaglio gli torni alla memoria, ma adesso è ancora più agitato. Un brivido di piacere gli attraversa la spina dorsale, facendolo raddrizzare sul sedile.
Aumenta la presa sul volante e si obbliga a concentrarsi solo sulla strada finchè non deve entrare all'interno dell'aeroporto e valuta l'idea di aspettare il suo ragazzo in macchina al caldo ma poi è sicuro che sembrerebbe uno stronzo e i suoi piedi si incamminano verso l'area degli arrivi in automatico prima ancora che possa valutare le opzioni e decidersi.
Finisce il caffè in pochi sorsi, resta fermo appoggiato ad una colonna e guarda assonnato verso il corridoio illuminato, con la faccia di uno che sta per dormire in piedi. Intravede già Harry, con un trolley delle dimensioni di uno zaino e la schiena coperta da alcuni progetti arrotolati contenuti in dei tubi neri di plastica con la tracolla, sta praticamente correndo, gli fa domandare per l'ennesima volta come possa essere già così pieno di energie alle sei di mattina, quando fuori è ancora buio. Deve attendere solo pochi secondi prima di venir travolto da un abbraccio trita-ossa.
È incredibile come essere inondato dal calore del suo ragazzo sia in grado di fargli rilassare ogni muscolo, c'è qualcosa di terapeutico nel farsi inglobare tra quelle spalle ampie e essere travolto da tutto quell'affetto.
«Buongiorno, Harry. Com' è stato il volo?» ridacchia, visto che il suo ragazzo non accenna a volerlo lasciare andare.
«Breve e tranquillo, piccolo, grazie» indossa una felpa senza cerniera e pantaloni della tuta e deve essersi fatto la doccia prima di andare in aeroporto perché profuma di bagnodoccia da albergo costoso, i capelli dietro al collo sono ancora umidi. È bello essere abbracciati così.
«Ma, sai non ho dormito quasi per niente» gli stampa un bacio sulle labbra, trova il contegno solo perché c'è altra gente intorno a loro, si sta palesemente trattenendo e lo si capisce da come lo guarda mordendo il labbro inferiore «quindi guidi tu di nuovo» conclude poi, con un sorriso furbo.
Louis combatte la voglia di protestare solo perché gli piace davvero guidare l'auto di Harry e annuisce.
E poi, è meno di un'ora di tragitto, niente che non possa sostenere. 
«Okay, posso farlo.»
«Bravo, tesoro» Harry gli stampa un bacio sulla guancia, si assicura che Louis sia stato bene in quei due giorni facendogli qualche domanda nel tragitto verso il parcheggio, gli chiede se ha mangiato e dormito il necessario, e gli tiene teneramente la mano.
Scarica trolley e progetti nel bagagliaio, e apre lo sportello a Louis prima di andare a sedersi al posto del passeggero. Gli chiede se ha freddo dato che indossa un misero paio di pantaloncini sportivi e una felpa imbottita, quando Louis scuote la testa gli appoggia una mano aperta sulla coscia nuda ed è il suo turno di scuotere la testa, ma in modo severo.
«Sei freddo, da camera mortuaria.»
«Beh tu lascia la mano lì e vedrai che mi scaldo» alza gli occhi al cielo Louis, ricevendo una strizzata all'interno coscia. Sorride divertito, a volte è necessario irritare un po' Harry, e gli riesce particolarmente facile fare cose che lo fanno innervosire.
«Lou, ti ricordi cosa ti ho chiesto qualche notte fa?»
«Sì, perché?» non stacca gli occhi dalla strada, ha il terrore di distrarsi troppo a lungo e fare un incidente, ed è in autostrada, non gli piace l'autostrada.
Specialmente nel momento dell'alba quando ci sono troppi camion e le uniche altre auto che incontra sono coloro che stanno andando a lavoro nel centro città.
«Ti ricordi anche di aver acconsentito?»
Harry sposta leggermente la mano sotto al tessuto dei pantaloncini, accarezzandogli la pelle morbida. Gli fa accapponare la pelle in un batter d'occhio, per un breve istante si distrae e il volante rischia di sfuggirgli dalle mani.
«Si, cosa sta per succedere?»
«Domani hai il turno pomeridiano, per caso?»
«Beh, si, ho fatto due doppi...devi spiegarmi qualcosa?»
Ogni domanda in più che gli viene fatta contribuisce a farlo agitare, perché si sente come sotto osservazione? Dove sta cercando di andare a parare?
La mano di Harry continua a salire sempre di più, gli tocca il cazzo, abbastanza diretto ma fuggente, solo una palpata, e lui gira la testa quasi di scatto, trattiene il fiato quando vede il modo in cui Harry lo sta guardando. Ha sicuramente qualcosa per la testa e non deve essere così leggera come aveva preannunciato. Inizia a sudare.
«Occhi sulla strada, Lou! Non ucciderci sarebbe una buona idea.»
«Cosa stai facendo?»
«Tu devi solo guidare...» gli comunica, con la voce roca e rassicurante «...e non devi venire finché non te lo dirò io» conclude, facendo spallucce.
Louis si sente un po' a disagio, sono in macchina, per l'amor del cielo, è troppo rischioso.
Si innervosisce, ma cerca di rimanere composto e mantenere la concentrazione.
Harry distoglie lo sguardo da lui, estrae il telefono dalla tasca della felpa e si mette a leggere un paio di mail e mandare qualche messaggio, ma tiene sempre una mano lì, in mezzo alle sue cosce, e lo accarezza sporadicamente con la punta delle dita, a volte più piano e a volte più forte, fino a farlo diventare duro.
Poi toglie la mano, continua a usare il telefono per i successivi minuti, il tempo per far iniziare a rilassare l'erezione di Louis.
Gli lancia una rapida occhiata, ripone il telefono, e torna a toccarlo con più forza. Questa volta infila la mano sotto le mutande e lo massaggia nel suo palmo. Aumenta il ritmo andando veloce all'improvviso e poi, di botto, tornando lento e delicato.
Louis vorrebbe mettersi a piangere, è già vicino a venire e non ha la più pallida idea di quanto durerà l'agonia, geme rumorosamente e per poco non inchioda quando gli vengono strette le palle di punto in bianco.
Fa appello a tutte le sue forze per non venire, deve guidare, continua a pensare a come sia sempre distratto già di suo - è per questo che non ha una dannata auto - e che così, con il pollice di Harry che preme sulla cappella mentre la cosparge del liquido preseminale, l'incidente è assicurato al cento per cento. È fin troppo presto per il suo povero corpo per mettersi a testare i suoi limiti, l'ultima volta che ha avuto un rapporto completo nemmeno se la ricorda, non si masturba da secoli, e le ultime volte con Harry ha già dovuto fare appello a tutte le sue forze per non avere un orgasmo in venti secondi. 
Harry si rende conto che manca poco per farlo esplodere, lo sente pulsare nel suo palmo, gli dà un bacio sulla guancia e toglie nuovamente la mano calda.
«Sei davvero sensibile, piccolo. Quello che faremo oggi aiuterà la tua tolleranza. Sarà davvero incredibile guardarti...»
Lo fa arrossire fino alla punta dei capelli, ma è stanco morto e opta per dormire per il resto del tragitto. Avrà dormito solo due o tre ore prima di uscire dall'albergo ed andare in aeroporto, e riesce a dormire per la mezz'ora mancante di strada da fare per arrivare a casa sua.
Al suo risveglio ci sono le labbra di Louis a baciarlo dolcemente su tutto il viso, l'auto è già parcheggiata e il suo ragazzo è accovacciato davanti a lui con lo sportello del passeggero aperto, lo guarda con occhi sognanti.
«Buongiorno di nuovo, splendore. Ti hanno mai detto che sembri una divinità quando dormi?»
Gli sorride pigramente con gli occhi ancora socchiusi, c'è odore di caffè, è Louis che gli sta sventolando davanti il suo cappuccino preferito di Costa.
«Dai, bevi il tuo caffè, ti ho preso anche una fetta di pane alle banane per quando saliamo in casa. Ti piaceva il pane alle banane, vero? Non ho sbagliato.»
Prende il caffè in una mano e posa l'altra sulla guancia di Louis, lo accarezza dolcemente e lo bacia per ringraziarlo.
«No, è quello giusto. Grazie, amore, non dovevi.»
«Eravamo già a casa dopo mezz'ora, tu sembravi così stanco, e ho perso qualche altro minuto a prenderti la colazione per farti dormire un po' di più. Sei più riposato adesso? E perché mi guardi così?»
Louis si riferisce al fatto che ha l'impressione di poter vedere brillare quelle sue iridi verdi, in uno sguardo adorante, pieno di amore, da far sciogliere il cuore e offuscare la mente. Se fossero in un cartone animato, è certo che avrebbe visto le pupille a forma di cuore.
«Perché anche a me piace quando mi fai sentire amato, Lou. Ti ricordi del fatto che quando hanno il pane di banane nel menu ordino solo quello, perché è il mio preferito. Non te l'ho mai detto, quindi significa che ci sei arrivato da solo, che mi osservi e ti interessi anche tu» si incamminano all'ascensore, le mani teneramente unite insieme, poi le chiavi dell'auto tornano al proprietario, i progetti e il bagaglio completamente abbandonati in macchina «mi piace quando fai queste piccole cose per me con naturalezza, tutto qui» bacia la fronte di Louis, poi la guancia e, infine, il collo.
«Si, mi fa piacere. È bello quando c'è rispetto reciproco, devo ancora abituarmi del tutto, per me questo è nuovo.»
«Lo so, amore. Per ora stai andando così bene, lo sai che mi piaci tanto tanto?» quando sono sul pianerottolo di casa, Harry gli ruba l'ennesimo bacio.
Ha sentito molto la mancanza di Louis mentre era in Scozia, soprattutto la notte quando tutto intorno a lui si faceva buio e silenzioso e non aveva quel piccolo adorabile corpo da stringere e coccolare.
«Tanto tanto è davvero tanto» il suo ragazzo ridacchia in risposta, poi apre la porta con la sua copia delle chiavi di casa e si lascia cadere sul divano a peso morto, accendendo la tv mentre sta ancora togliendo le scarpe. Pensava che Harry sarebbe andando a dormire di sopra, invece se lo ritrova seduto accanto con il pane alle banane tra le mani e le guance già piene di cibo.
Mastica lentamente il primo boccone, suggerisce a Louis di andare su Netflix dal momento che sta facendo zapping annoiato e poi cambia posizione, mettendosi seduto contro il bracciolo del divano e i piedi sul grembo di Louis.
Il suo ragazzo è così bravo che inizia a massaggiarglieli mentre un film inizia sullo schermo piatto.
«Avevi in mente di uscire, oggi?»
«No, piccolo. Sono stanco, e poi voglio giocare con te» dà un altro morso al pane alle banane, un piede si sposta lentamente verso l'inguine di Louis.
Dopo aver mandato giù un altro boccone, inizia a far pressione e muovere la caviglia in modo che la pianta del piede prema direttamente sul cazzo di Louis.
Il suo compagno per poco non si strozza con la saliva, interrompe il massaggio per passarsi le mani fra i capelli e tirarli indietro.
«Cristo santo, mi ero appena rilassato» ansima, anche se prova a fare respiri profondi «sarà così per tutto il giorno?» riesce a chiedere, tra un sospiro e l'altro.
«Dimenticato qualcosa? Con chi stai parlando?» il tallone di Harry va a premere sulle palle, come a volerlo spronare. Il modo in cui Louis diventa duro, così in fretta, con il minimo tocco, è un privilegio da poter guardare. Lo sente gemere con un mugolio, a fine giornata lo farà gridare per implorarlo di smettere.
«Daddy...per quanto non potrò venire?»
Un sorriso completamente soddisfatto si fa spazio sul viso di Harry.
«Non preoccuparti di questo, amore. Finisci il tuo film per ora» gli fa un occhiolino, il piede continua a muoversi ad un ritmo così lento da iniziare a diventare sofferente dopo solo i primi venti minuti.
Va avanti così a lungo, indisturbato, mentre se ne sta lì in tuta, a finire il suo pane alla banana e a guardare il film a sua volta. Si comporta come se non stesse facendo assolutamente niente, come se Louis non fosse già duro come il marmo nei suoi pantaloncini del cazzo e non stesse soffrendo. La fa sembrare una cosa normale, naturale, discreta.
Quei primi venti minuti sono niente rispetto a quando arriva oltre i quaranta, quando si sta fermando a intervalli totalmente casuali, per tempi completamente diversi tra loro, e ogni volta che ricomincia cambia il ritmo.
Louis non sa mai cosa aspettarsi, sa solo che le sue gambe stanno tremando e le vorrebbe chiudere ma il piede di Harry glielo impedisce, sa che sta sudando come un animale e si toglie anche la felpa in mezzo a gemiti che hanno il suono più simile a dei lamenti, ma non serve a un cazzo, perché continua ad avere sempre più caldo.
«Daddy sono...sto per...oh Dio, dammi la forza» piega la testa indietro sul divano, ha gli occhi lucidi e le labbra dischiuse, mentre apre le braccia che posa interamente sullo schienale, così Harry si ferma all'istante, ritira la gamba e si siede in maniera diversa, accavallando le gambe.
Louis sta per piangere, lo sente, è già la seconda volta che gli viene negato l'orgasmo e sono solo le sette e mezzo di mattina.
Di solito a quest'ora dorme ancora!
Singhiozza sconvolto, gli tremano ancora le cosce, invece le palle gli fanno un male assurdo e gli sembrano sul punto di scoppiare.
Il conforto di Harry non tarda ad arrivare, gli si avvicina dandogli prima un bacio tenero e lungo, per aiutarlo a tornare con un respiro regolare, poi lo aiuta a sollevare le gambe sul suo grembo e le massaggia accuratamente.
«Lo stai controllando bene, piccolo. Sei così bravo per me, vero? Solo per il tuo daddy» con le mani calde preme sopra alle ginocchia, solleva lo sguardo di poco, ed è allora che vede come il cazzo di Louis si solleva leggermente, solo per un attimo, al di sotto dei pantaloncini. Questo significa che a Louis piace come gli sta parlando, forse verrà prima di lui, dopo aver appreso questa cosa.
«Si, ma se continui con questo ritmo, inizierà ad essere difficile, daddy» sembra già esausto, con le gote arrossate e gli occhi lucidi di chi sta trattenendo le lacrime.
«Ti darò una piccola tregua adesso, perché sei stato così bravo per me. Ma vedo che sei accaldato, quindi, forse, staresti meglio senza questi...» con la punta delle dita lo accarezza lungo la coscia e il fianco, arriva lentamente all'erezione premendo dolcemente su tutta la lunghezza «...non trovi?»
Louis sta già ricominciando a tremare, annuisce freneticamente, non è in grado di trovare le parole.
Sono insieme da meno di due ore e ha passato un totale di già settanta minuti in questa situazione. In fondo è solo un povero umano!
«Dillo, Louis.»
Le dita di Harry continuano a premere proprio sulla punta, non sarà in grado di contenersi ancora per molto, è solo una questione di secondi.
«Si! Si, daddy. Gesù, Cristo, toglili!»
Il corpo di Louis si piega in avanti proprio mentre Harry toglie le dita, allarga le gambe mettendo un piede giù dal divano, e prende respiri profondi mentre Harry lo elogia e gli chiede gentilmente di sollevare il sedere. Gli abbassa i pantaloncini molto attento a non sfiorargli il cazzo con l'elastico, lo aiuta a spogliarsi, e già senza più quelli addosso va molto meglio per Louis. Le sue mutande grigie sono solo leggermente umide in cima al cazzo grazie al liquido preseminale, è carino e quasi ipnotizzante da guardare.
Harry deve prendere un paio di respiri profondi per potersi mettere l'anima in pace e riuscire a lasciarlo stare per le prossime ore, si alza in piedi solo per andare a spostarsi e sedersi con la schiena contro al bracciolo del divano, dietro a Louis, lasciando che si possa mettere comodamente con la schiena contro al suo petto e il corpo tra le sue gambe.
Mette un nuovo film e lo guardano insieme, con le dita di Harry che scorrono pigramente tra i capelli di Louis, qualche bacio sulla nuca ogni tanto, sbadigli silenziosi, e parole dolci sussurrate amabilmente.
Louis si addormenta per primo, non appena il suo cazzo è finalmente in grado di rilassarsi. Cade in un sonno tale da diventare pesante come un mattone, ogni singolo muscolo del suo corpo deve essersi lasciato andare perché dorme proprio a peso morto.
Harry cede alla stanchezza poco prima della fine del film, proprio grazie al corpo di Louis sopra al suo che gli è tanto mancato.





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