Louis sta lavorando da poche ore e vorrebbe già sotterrarsi vivo.
Ha così tante cose da portare al termine entro la fine delle giornata che non sa dove mettere le mani e ha questi momenti drammatici in cui non riesce ad organizzare bene il suo tempo e finisce sempre per disperarsi,con le maniche della camicia arrotolate fino ai gomiti mentre si lagna come un moccioso con le mani fra i capelli ed è tutto un correre a destra e sinistra e trangugiare caffè come se fosse acqua, nel vano tentativo di mantenersi attivo.
La sua giornata ha iniziato ad andare storta già quando si è svegliato quella mattina, in ritardo e senza avere il tempo necessario per fare colazione e curare il suo aspetto. Si è dovuto vestire saltellando su un piede solo ed è corso fuori dal palazzo dove vive con una scarpa slacciata e calzini di colore diverso per riuscire a prendere i mezzi ed arrivare in orario alla boutique. Come se non bastasse, ha iniziato a piovere quando ha lasciato la metro, quindi è arrivato in negozio con il fiatone per la ridicola corsa che ha fatto per tentare di non bagnarsi (invano, dato che, alla fine, piccole gocce di pioggia gli ricadevano sulla fronte dai capelli umidicci e spettinati).
Deve presentare una nuova collezione a breve ed è indietro con il lavoro, sta pensando di saltare la pausa pranzo per trascorrerla a cucire (preferisce ammazzarsi di lavoro ma essere sicuro di farcela a portare tutto a termine) quando Harry fa il suo ingresso nel laboratorio.
Apre prima la porta esitante per ficcanasare all'interno della stanza e, una volta individuato Louis da solo davanti alla macchina da cucire, torna ad essere sfrontato dirigendosi nella sua direzione con grandi falcate decise.
Ha un sorriso davvero bellissimo e rilassato, indossa un completo scuro e ha i capelli perfettamente pettinati e tenuti in ordine. E' impeccabile, come sempre.
Louis rimpiange i riccioli sfatti e difficili da gestire, quando a fine giornata ha passato le mani fra i capelli così frequentemente da farli tornare al loro stato naturale.
È di una bellezza rara, con quel suo portamento elegante e le piccole rughe di espressione agli angoli degli occhi quando sorride così tanto da sembrare un bambino la mattina di Natale.
Sono solo le dieci e mezzo, ma Louis si sente così spossato che gli sorride forzatamente solo per non sembrare uno stronzo.
Si impegna per mantenere la calma, ma niente è al posto giusto nel suo aspetto, a partire dai capelli spettinati che vanno in tutte le direzioni. Per non parlare dei vestiti sgualciti.
«Ciao, piccolo. Tutto bene?»
Harry ovviamente lo nota, non gli sfugge mai niente!
Lo raggiunge per dargli un bacio a fior di labbra, restandogli accanto per massaggiargli i muscoli dietro al collo con una mano mentre osserva il materiale sul grande tavolo di legno.
Sembra davvero incuriosito ed interessato, tocca i tessuti accarezzandoli di sfuggita con i polpastrelli, il suo polso è delicato nei movimenti lenti nel ruotare la mano e picchiettare le nocche contro la superficie del tavolo liscio.
«Sono solo stanco, Harry. E disperato.»
«Cos'è?»
«La nuova collezione, ma continuerò più tardi se tu sei qui. Il tuo completo ti sta aspettando!»
«Oh, si. È il secondo motivo per cui sono qui» facendo spallucce, inizia a spogliarsi con nonchalance dopo essersi assicurato che nessun altro sia presente in quella stanza.
Non vuole perdere tempo, deve tornare nel suo studio a finire di lavorare a dei progetti abbastanza importanti, si trova con Louis solo perchè non ha sufficiente pazienza e aveva il bisogno immediato di vederlo.
Nota immediatamente il rossore vivace sulle guance di Louis che si espande prepotentemente fino a tingergli anche il collo, è dannatamente lento nello sbottonare la camicia e forse lo sta facendo apposta.
Fa scivolare il tessuto morbido dalle spalle, i muscoli guizzano sotto la pelle nivea contraendosi, vorrebbe ridere nel momento in cui abbassa la zip dei pantaloni eleganti perché Louis sussulta e scatta in piedi con la scusa di dover andare a recuperare l'abito nuovo. E' così timido e innocente quando si tratta di queste cose - tipo la nudità - da risultare automaticamente tenero ai suoi occhi.
Lascia i suoi indumenti con cura sullo schienale della sedia, rimane con solo i boxer e i calzini attendendo con le mani aperte posate sui fianchi in una posa che fa intendere che non si sente certamente a disagio con il suo corpo.
Quando Louis ritorna, ha il completo tra il braccio e l'addome mentre le dita sono occupate da una mascherina nera per coprire gli occhi come quelle che si usano per andare a dormire.
Harry riesce solo a vedere il colore blu del tessuto, ma solo per pochi secondi, perché Louis è rapido nel fargli indossare la mascherina.
«Uhm, Lou, penso che si stiano invertendo i ruoli troppo facilmente» tocca la mascherina con la punta delle dita nel tentativo di spostarla ed intravedere qualcosa, la sua mano viene subito schiaffeggiata via.
«Oi! Non si imbroglia nel mio laboratorio, Harold.»
«Non chiamarmi così!»
«Va bene, testone. Infilati i pantaloni, per favore. Per il resto ti vestirò io.»
Prima di dargli il pantalone, Louis lo aiuta ad indossare una camicia bianca così sottile che si riescono ad intravedere i tatuaggi attraverso il tessuto.
Gli accarezza gentilmente le spalle quando gli sistema il colletto, percepisce fin troppo bene il calore confortante della sua pelle sotto ai polpastrelli e, in più, sono così vicini che Harry non ci pensa due volte prima di baciargli la fronte.
«Dio, sei proprio basso, non cercavo la fronte.»
Harry ridacchia, ma non lo sta prendendo in giro, è una risata carica di affetto e, forse, leggermente imbarazzata.
Louis lo colpisce sul petto.
«Ahi! Lou, dai, non ci vedo. Prova a capirmi» per rendere meglio l'idea, Harry inizia a toccarlo ovunque come se stesse cercando di comprendere in che posizione sia, poi le sue dita iniziano a solleticarlo sui fianchi.
Louis inizia subito a ridere, non appena fa un passo indietro viene lievemente strattonato ritrovandosi stretto fra le braccia di Harry.
Il fatto che abbia ancora la camicia aperta e stia indossando solo quella lo rende nervoso, avere la guancia contro al suo petto nudo è una cosa nuova e abbastanza sconvolgente.
In men che non si dica sente caldo ovunque, tutto ciò a cui riesce a pensare è: Harry è fatto di marmo.
Non riuscirebbe a descrivere a parole quanto il suo corpo è tonico e in forma, sicuramente frequenta la palestra e pure spesso.
«Non ti lascerò andare finché non avrò il mio bacio.»
«Okay, possiamo rimanere così tutto il giorno, non siamo mica due adulti con delle responsabilità e compiti da portare al termine.»
«Piccolo, sono il capo di me stesso, saresti tu l'unico a rimetterci.»
Per l'ennesima volta, Harry lo punzecchia sotto alle costole.
Questa volta leggermente più forte, facendolo squittire sorpreso.
«Che intendi con...»
Louis non riesce a finire la sua domanda, viene interrotto dalle labbra soffici e calde di Harry che riescono a frastornarlo di nuovo.
Harry sa di caffè, probabilmente ne ha bevuto uno per strada mentre raggiungeva il negozio, caffè e cannella.
La sua pelle profuma di vaniglia come le candele che ha in casa ma Louis riesce a distinguere anche qualche nota di legno di cedro. E' totalmente inebriato, quasi non si accorge che si è tolto la mascherina dagli occhi per poterlo baciare.
«Stai cercando di farmi arrabbiare», afferma, con un sorriso che però lo contraddice.
Almeno ci prova ad essere serio!
Lo guarda negli occhi, non ha nessuna intenzione di volersi spostare adesso che le mani adornate di anelli di Harry si stanno spostando lentamente sul suo fondoschiena pieno.
Potrebbe iniziare a scrivere poesie sul verde coinvolgente delle sue iridi, si sente particolarmente ispirato quando può guardarlo da così vicino. E rinvigorito.
«A me sembra che ti piaccia, Lou» senza alcuna fatica, Harry lo solleva all'improvviso con una presa ben salda sotto alle cosce, lo fa sedere sul tavolo e si fa spazio fra le sue gambe senza esitazione.
Il suo sguardo è lussurioso, intenso, forse un po' intimidatorio, sta sorridendo - è più un ghigno compiaciuto - mentre fa scivolare agilmente le dita affusolate lungo le cosce di Louis, sfiorando il cavallo dei pantaloni e procedendo fino a sfilargli la camicia da essi.
Gli accarezza il ventre, poi i fianchi, e continua fino all'addome catturando nuovamente le sue labbra sottili - così diverse dalle sue - in un altro bacio.
È più frettoloso rispetto a prima, più violento, talmente agitato da far scontrare i loro denti.
Trova difficile trattenersi, ha aspettato così tanto per potersi sciogliere in questo modo e adesso che può finalmente baciarlo non ne ha mai abbastanza.
Voglioso, fa scontrare i loro petti e gli palpa il sedere con una mano mentre l'altra trova il suo posto contro ad un fianco, stringendo la sua carne fra le dita fino a farlo gemere nel bacio.
Si sposta dalla sua bocca solo per dare le giuste attenzioni anche alla curva del suo collo, lo bacia e lo morde vicino alla mascella, lí dove il suo profumo è più intenso.
Presto i loro respiri si fanno più pesanti, Louis sta letteralmente annaspando gettando la testa indietro e rimane ancorato con una mano dietro al collo di Harry e le dita incastrate fra le ciocche di capelli. Non sa come gestire il turbinio di emozioni che sta provando.
Non è mai stato toccato così da qualcuno, è tutto troppo intenso, i suoi occhi si fanno lucidi, distingue le lacrime depositarsi agli angoli di essi.
«Harry. Harry, rallenta» con qualche difficoltà riesce a respingerlo, lo allontana posandogli le mani sul petto e, Dio, quasi quasi si pente di averlo interrotto.
Il cuore gli sta battendo così forte da avere le vertigini, chiunque sarebbe potuto entrare nella stanza e trovarli avvinghiati e ansimanti. Il che rende la cosa ancora più eccitante.
Harry lo guarda con un cipiglio confuso sul volto, ha le sopracciglia sollevate come se si aspettasse delle spiegazioni ma la sua espressione cambia rapidamente in mortificata e si affretta a prendergli le mani e baciargli le nocche con affetto.
«Non farei mai niente contro la tua volontà, piccolo. Perdonami, a volte fatico a trattenermi. Vieni qui, sembri un cerbiatto spaventato a morte, Dio» non ci pensa due volte a stringerlo protettivamente in un abbraccio.
Louis, imbarazzato, si accoccola contro di lui cercando di nascondere il suo volto sconvolto ed arrossato.
Si fa cullare dolcemente in cerca di conforto, vorrebbe rimanere così per tutta la giornata, è come se con Harry riuscisse a svuotare la mente per qualche minuto ma, purtroppo, hanno da fare.
Anche se controvoglia, scioglie l'abbraccio rassicurante e gli copre di nuovo gli occhi abbassando la mascherina che giaceva sulla fronte. Per farsi scusare per il suo comportamento inaspettato, poi, gli dá un rapido bacio a stampo.
«Vuoi parlarne? Qualsiasi cosa sia, sono un buon ascoltatore.»
«Indossa i pantaloni.»
«È un no?»
«Harry, per favore.»
«Ma, Lou...»
«La mia ultima relazione non è stata una passeggiata, okay? Mi serve del tempo per stare al tuo passo, non sono abituato a queste cose. Non c'è altro da sapere per il momento.»
Esasperato, gli lancia i pantaloni contro al petto e attende pazientemente che li indossi, standosene appoggiato contro al bordo del tavolo mentre di massaggia le tempie doloranti.
Sa già che avrà bisogno di un'aspirina a breve.
«No, aspetta. Hai frainteso totalmente, deve essere al contrario! Devi dirmi tu se sto correndo troppo, non voglio farti sentire obbligato a dover fare qualcosa che ancora non vuoi, piccolo. Il fatto è che - Cristo santo - sei il ragazzo più bello che io abbia mai visto, certe volte perdo il senno», facendo spallucce, Harry si infila i pantaloni alla cieca e saltellando su un piede.
Non vede un accidenti, ma ha già capito che quei cosi gli calzeranno come se fossero una seconda pelle da quanto sono aderenti.
Fa davvero fatica per mantenere l'equilibrio.
E poi sono a vita alta. Tipo, continua a tirarli su e sembrano non finire mai.
Al tatto può sentire una moltitudine di bottoni, ma non esiste una zip. È confuso, non ha idea di come debbano chiudersi.
«Louis. Per favore?»
Si imbroncia, girando la testa alla sua sinistra nella direzione da cui proviene il suono del respiro agitato di Louis.
«Aspetta, ragazzone.»
Pochi secondi dopo viene toccato un po' ovunque da quelle mani delicate che, ne è sicuro, lo manderanno al manicomio.
Sono carezze attente, lasciate di sfuggita, non ha nemmeno il tempo di registrare la sensazione che prova sotto a quel tocco che ne viene privato brutalmente.
Quando ha i pantaloni chiusi, ha l'impressione di indossare un corsetto dato che il bordo di essi gli stringe il busto.
Sono comodi, nonostante il suo addome sia quasi interamente coperto. È una bella sensazione, avvolgente e confortante.
«Posso guardare?»
«Nope.»
Louis lo fa sedere guidandolo con le mani sulle spalle ampie, gli fa indossare degli stivaletti bianchi laccati con la punta squadrata in metallo e conclude aiutandolo con la giacca.
«Adesso puoi. E, mi raccomando, devi essere brutale se necessario. Voglio la tua onesta opinione.»
Una volta rimossa la mascherina - finalmente - Harry corre davanti al grande specchio lì vicino per potersi guardare.
«Questo colore è bellissimo» ammette subito, lisciando la giacca passandoci sopra i palmi.
Quando ha commissionato il lavoro ha solo fatto un'unica richiesta, ovvero che fosse di un'esatta tonalità di blu che ha scelto direttamente lui dai campioni di tessuti.
Non è stato facile riuscire a trovare l'esatta sfumatura uguale al colore delle iridi di Louis, si ritiene enormemente soddisfatto.
Il suo corpo viene valorizzato nei punti giusti, la sua vita stretta risalta grazie al taglio dei pantaloni così come le sue cosce toniche perfettamente fasciate e avvolte dal tessuto.
Se la vita sembra ancora più fine del solito, questo significa che le spalle, invece, appaiono più larghe e possenti.
Raddrizza la schiena per osservarsi meglio nel riflesso, pensa di essersi innamorato degli stivaletti così lucidi e bianchi.
«Lo amo, sapevo che avrei fatto la scelta giusta commissionandolo a te, Lou!»
Sorridente, apre maggiormente la giacca corta posando le mani sui fianchi, la camicia è sottile e lo rende sexy dal momento che si possono intravedere i tatuaggi che ha sul petto e sull'addome.
«Non devo modificare qualcosa? Va bene così? Tipo, lo senti troppo stretto in qualche punto? Uhm, perché...ecco, quei pantaloni sarebbero femminili, cioè...ci cammini bene? Non danno fastidio...lì?»
Louis si lecca le labbra con la punta della lingua per inumidirle, ha la gola asciutta e, Dio, non riesce a staccare gli occhi dal cavallo dei pantaloni!
Non pensava che Harry fosse ben dotato, insomma, quando ha deciso di cucire un pantalone dal taglio femminile per valorizzare il suo corpo non ha certamente pensato a quanto posto lasciargli in mezzo alle gambe!
Diciamo che è stato troppo tirchio con il tessuto in quel punto e adesso il risultato finale non lascia molto all'immaginazione.
Per essere praticamente già inverno fa un caldo bestiale in quel laboratorio, ha bisogno di bere qualcosa.
Forse è solo lui che ha le caldane.
Harry, con un cipiglio confuso sul volto, non migliora certamente la situazione già imbarazzante di suo quando tasta la zona con le mani e si piega sulle ginocchia allargando le gambe.
«No, tutto bene» risponde, perfettamente consapevole di ciò che sta facendo.
Si vede chiaramente dal volto rilassato che a stento trattiene una risata fragorosa, perché ha il solito ghigno compiaciuto a sollevare leggermente l'angolo della bocca.
Bastardo.
Louis si sente andare a fuoco, deglutisce a vuoto completamente senza parole.
Come si fa ad essere così sfrontati senza un minimo di imbarazzo?
Dio, quanto lo invidia, vorrebbe solo la metà della sua sicurezza!
«Allora ti lascio indossare di nuovo i tuoi abiti in tranquillità, io ho bisogno di un caffè e sono in pausa, mi trovi dall'altro lato della strada! Il completo ti verrà spedito a casa, quindi lascialo dove vuoi.»
Cerca di darsi una sistemata, nonostante stia uscendo dalla porta sul retro, non vuole che sia troppo evidente il fatto che sia incredibilmente vicino ad un esaurimento nervoso.
Srotola le maniche della camicia, abbottona i polsini con una calma apparente nei movimenti lenti, poi indossa la giacca e incastra una sigaretta fra le labbra.
Con la coda dell'occhio intravede le gambe nude di Harry che ha già iniziato a cambiarsi, ci sono dei tatuaggi sulle ginocchia e uno sulla coscia che non aveva notato prima, cerca di vederli meglio voltando la testa, solo che non va esattamente come aveva previsto.
Harry, infatti, ridacchia contento.
«Se vuoi uno spettacolo privato basta chiedere, sai. Sarei più che felice di accontentarti» ammicca.
«Sei insopportabile!»
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Don't let it break your heart, baby
FanfictionLouis è appena uscito devastato da una relazione tossica e, con l'aiuto del suo migliore amico, decide di riprendere in mano la sua vita cominciando a conoscere persone nuove tramite un'applicazione di incontri. Riuscirà a voltare pagina?