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Louis si sente strano da qualche giorno ormai, ha questo terribile mal di testa che non lo lascia in pace nemmeno un secondo e spasmi muscolari che lo colgono di sorpresa nel bel mezzo della notte quando prova a dormire per qualche ora sul divano.
È mentalmente stanco, sfinito, esausto, ma fisicamente non è capace di addormentarsi, riducendosi a fissare il soffitto candido del suo piccolo ma accogliente salotto per ore e ore abbastanza preoccupato per la sua salute.
Non è la prima volta che tutto questo succede, e pensa di sapere qual è il motivo considerando che le due volte precedenti la causa era sempre la stessa; non sa prendersi cura di se stesso.
Lui, beh, ha sempre avuto qualcuno costantemente al suo fianco che si occupava di lui a partire da cose semplici come cucinare e fare la spesa fino a cose più complicate e, adesso che è da solo, è totalmente smarrito.
Ha sviluppato una sorta di dipendenza, ha estremamente bisogno di una persona che gli tenga compagnia giornalmente e tutto ciò fa davvero schifo.
Fa schifo sentirsi solo e abbandonato a se stesso, fa schifo dimenticarsi di mangiare perché se ne ricordava sempre vedendo il suo ormai ex andare al frigo per selezionare gli ingredienti per qualche ricetta, fa schifo non riuscire a dormire da solo in un letto matrimoniale perché riesce ad addormentarsi lì sopra solo con il calore di un altro corpo vicino al suo, e fa schifo dormire il pomeriggio fino a orario di cena perché non ha nessuno davanti con cui parlare faccia a faccia di cazzate che tengono la sua mente occupata.
È imbarazzante e anche pericoloso il fatto che un ragazzo della sua età, che è comunque in grado di mantenersi un lavoro e pagare l'affitto, trovi così difficile ricordarsi di mangiare tre pasti al giorno e bere abbastanza acqua - il necessario per lo meno - per non morire disidratato.
È visibilmente dimagrito, e se ne è accorto anche Niall. E anche Harry, dannazione.
Non li ha visti molto, ad essere onesti, entrambi sono stati impegnati con il lavoro (anche lui, se deve dirla tutta, ha dovuto finire il completo per Harry), è stato un mese movimentato e impegnativo per tutti e si nota dai segni che ha lasciato sul corpo di Louis e sia Harry che Niall hanno cercato di farglielo notare il più gentilmente possibile ottenendo in cambio solo uno sbuffo contrariato e seccato.
Sta prendendo delle aspirine per il mal di testa - anzi, per il bombardamento alle tempie - che lo aiutano a concludere una giornata lavorativa senza accasciarsi al suolo e rannicchiarsi a riccio in preda al dolore lancinante, si assicura di prenderne un'altra non appena varca la soglia di casa questa volta dato che non potrà fingersi morto sul divano fino al mattino successivo per colpa di Harry.
Ha poco tempo per prepararsi, si è trattenuto a lavoro e adesso se ne pente amaramente perché probabilmente sarà in ritardo per il suo primo appuntamento dopo secoli, e Harry odia i ritardi.
Non sarebbe sicuramente il giusto modo per iniziare la serata, non vuole assolutamente far arrabbiare o innervosire il ragazzo più bello che abbia mai visto (non esagera, purtroppo per il suo debole cuore) quindi è velocissimo nel farsi la doccia e asciugarsi i capelli strofinando così forte l'asciugamano sulla sua testa da non riuscire a evitare di barcollare per i successivi passi che compie verso il grande armadio nella camera da letto.
Il dolore alle tempie si è affievolito ma c'è ancora e ci sarà per sempre a questo punto, si spruzza sbadatamente il deodorante sul mento pericolosamente vicino alla bocca e deve ricorrere a degli skinny jeans e un maglioncino a collo alto per far sembrare che le sue gambe siano in grado di riempire a dovere la stoffa nera e spessa di quel pantalone.
Ovviamente fallisce nel suo intento e, anzi, forse ottiene l'effetto opposto a quello voluto perché il jeans è così elasticizzato da evidenziare maggiormente quanto è dimagrito ma non c'è tempo per i ripensamenti e il maglione peggiora la situazione perché è troppo corto e se dovesse per disgrazia sollevare le braccia scoprirebbe la parte bassa dell'addome dal bordo dei jeans fino all'ombelico.
L'appuntamento si preannuncia una catastrofe, ma almeno la tonalità pastello di quel fottuto maglione fa risaltare il colore del suo incarnato e anche dei suoi occhi, se proprio deve trovare qualcosa di positivo in una situazione drammatica come questa.
Si acconcia i capelli e prova a sistemarli in un ciuffo ordinato aiutandosi con una spazzola, si guarda allo specchio della camera con le mani per aperte e piazzate sui fianchi pensando fin troppo per capire se si piace o meno, e alla fine abbassa la testa e la scuote passando le dita affusolate dalle unghie mangiucchiate fra i capelli che profumano di vaniglia ancora leggermente umidi dalla doccia.
Li lascerà al loro stato normale, con la frangia spostata lateralmente perché è cresciuta troppo e compromette la sua vista già sufficientemente difettosa. Non è mai stato bravo in queste cose, e poi di solito adesso ci pensa Niall dal momento che esce praticamente solo con lui da quando è single.
Prende il telefono, le chiavi di casa, le sigarette e il portafoglio e infila tutto quanto nelle tasche della giacca di jeans imbottita all'ingresso, poi si china per infilare le scarpe che tiene disordinatamente accatastate vicino alla porta in una sorta di scarpiera davvero troppo piccola e fa appena in tempo ad allacciare l'ultima Vans prima che il suono brusco e fastidioso del citofono lo faccia cadere con il culo per terra dallo spavento.
Guardando rapidamente l'orologio appeso in cucina, nota che Harry è ovviamente in anticipo di cinque minuti. Nella vita di Louis cinque minuti posso ribaltare completamente una situazione, si riduce sempre all'ultimo e quelli sono decisamente i minuti fondamentali che determinano tutto quanto.
Si alza in piedi con movimenti goffi e scoordinati, le sue gambe tremano e sembrano fatte di gelatina ma non sarà questo ad impedirgli di aprire quella porta.
Da una parte non vede l'ora di poter rivedere Harry, dall'altra gli viene spontaneo guardarsi intorno alla ricerca disperata di una via di fuga.
Saltare giù dal balcone non sembra una cattiva idea, dopotutto.
«Chi è?»
La sua voce trema, incredibilmente insicura e intimorita, mentre le sue labbra fini si muovono lentamente ma dolcemente sfiorando a malapena l'apparecchio del citofono.
Forse sta leggermente ansimando per l'agitazione, o forse è solo un attacco di panico in arrivo che lo fa respirare in questo modo accelerato e irregolare e non se ne è accorto.
Dovrebbe comprare delle nuove gocce tranquillanti, decisamente.
«Sono Harry, tesoro» la sua voce, a differenza di quella di Louis, è allegra, roca e profonda «so di essere in anticipo e non voglio metterti fretta, ti aspetto in macchina così tengo l'aria calda accesa e non prenderai troppo freddo. Non fare le corse come al solito, Lou» continua, con tono immensamente premuroso e gentile.
È sempre così dannatamente amorevole e carino, Louis è già arrossito in modo imbarazzante solo sentendolo parlare!
Risponde frettolosamente comunque, non ha intenzione di dargli ascolto perché è praticamente già pronto, controlla solo di aver lasciato tutto a posto in modo che niente esploda in sua assenza e fa il giro della casa per spegnere le prese della corrente e chiudere tutte le finestre, chiude la porta con un tonfo e infila la giacca mentre corre giù per i pochi gradini che precedono il portone del palazzo.
L'auto di Harry è esattamente di fronte a lui quando esce all'aria aperta, automaticamente si stringe nelle spalle per la leggera brezza fresca che fa arrossare la punta del suo naso lievemente all'insù ma un sorriso si fa spazio sul suo viso facendogli assumere un'espressione dolce nel vedere Harry che si affretta a lasciare il posto del guidatore per andargli ad aprire la portiera.
Proprio un gentiluomo!
Prima di farlo salire in macchina, si assicura - come al solito - di fargli notare quanto è bello e raggiante e gli bacia teneramente la guancia. Il cappotto nero e lungo fa sembrare le sue spalle ancora più ampie, Louis si fa i complimenti mentalmente ricordandosi per un breve secondo del completo che gli ha fatto su misura, è convinto di essere riuscito a cucire qualcosa di meraviglioso che metterà in risalto ogni singola parte del suo corpo tonico dalla muscolatura perfetta.
«In confronto a te non sono poi chissà cosa, Harry. Mi fai davvero troppi complimenti» scuote la testa rassegnato, perché tanto lo sa che Harry non smetterà mai di riempirlo di complimenti, poi si infila in macchina mugolando di piacere trovandola completamente riscaldata.
Il clima di Londra fa pena, è bello poter salire su un mezzo riscaldato e profumato ogni tanto - deve essere mela verde, comunque - invece dei soliti bus freddi e sporchi pregni dell'odore della pioggia.
«Vedo che abbiamo ancora qualche difficoltà ad accettarli, ma va bene, ci passerò sopra!»
Sorridente, Harry torna al posto di guida ma, invece di mettere in moto, allunga il braccio verso le gambe di Louis e gli sfiora la coscia con il dorso della mano per aprire il cruscotto.
Tira fuori una scatolina nera con un fiocco argentato, ignora totalmente il modo in cui Louis ha smesso di respirare quando gli ha toccato la gamba e non si perde d'animo procedendo a schiarirsi la voce come se dovesse fare un discorso serio.
«Dunque, piccolo, arrivare con un mazzo di fiori mi sembrava davvero troppo scontato. Sono belli, e so che ti piacciono, ma ho optato per qualcosa che puoi portare sempre con te. Questo non appassisce almeno» apre la scatola con estrema delicatezza, presta attenzione in particolar modo al viso angelico di Louis per non perdersi la sua reazione.
Vorrebbe tirare un sospiro di sollievo quando gli occhi azzurri per cui sta perdendo la testa si fanno leggermente lucidi, ma si trattiene, non vuole che sembri che abbia tirato a caso nel scegliere quel bracciale.
«È un dente di leone.»
«Si.»
«Il mio preferito.»
«Esatto, me lo ricordo.»
«Harry...non dovevi, io...lo amo, ma non dovevi!»
Louis si contraddice da solo strappandogli praticamente la scatola dalle mani per avvicinarla al viso in modo da poter ammirare più da vicino i dettagli del gioiello. La catena è sottile e al centro di essa vi è una placca dalla forma circolare su cui è rappresentato il dente di leone con linee sottili e delicate. Sorride così tanto che Harry si appunta mentalmente di ricoprirlo di quei fiori se questo poi è il risultato, e alla fine si fa finalmente mettere il bracciale senza preoccuparsi di nascondere il suo entusiasmo.
«Non se lo ricorda nemmeno Niall! È bello sapere che qualcuno mi ascolta seriamente quando parlo, grazie.»
«Grazie a te per il sorriso che mi stai regalando, Lou. Ma adesso togliamoci da questa zona che è già tanto se non mi hanno rigato la macchina!»

Don't let it break your heart, babyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora