Ciao, ti presento Ve, una donna "nel mezzo del cammin 'della sua vita" che come ogni sera, si ritrova a riflettere e a percorrere con la mente ogni passo, ogni singolo istante della sua vita e a fare una sorta di bilancio...
Bilancio... Come si può mettere su di una bilancia tutti questi episodi e catalogarli? Ma poi, immaginiamola questa bilancia: eccola lì, quella classica, come la usano a "Forum", due piatti e un ago al centro e lei lì, a mettere delle pepite da un lato o dall'altro e poi, che nome dovrebbe dare ad ogni piatto? "Fase 1" e "Fase 2?" "Prima parte" e "Seconda parte?" No, eccola, come una lampadina, si accende e illumina questa scelta:
"La bambina" e "La donna".Inizia a catalogare le sue esperienze e parte dalla sua infanzia, tu leggi e pensi, facile, le esperienze della sua infanzia andranno sul piatto "La bambina" eh, non lo sa, la nostra amica, ha qualche incertezza e tu, potresti aiutarla, insieme a me, a decidere...
<<Basta, dormi sempre, e io che mi faccio nel culo, e vado a togliere la merda alla gente mentre guardalo, guarda quanto è bello lui che dorme a giornate intere.>>
Era il risveglio di ogni singolo giorno, Ve ha questo ricordo ricorrente eh sì, specie oggi, quando si ritrova a litigare col marito, le ritornano in mente i suoi sei anni e le grida di sua madre che sfogava ogni sua frustrazione sul marito, un uomo taciturno, che ormai aveva perso ogni minimo valore in quella casa dove lui, contava poco e niente.
Prima veniva la famiglia della mamma di Ve e ancora oggi è così come se ci fosse un'Ancora invisibile a tenere questa donna legata alla sua famiglia d'origine, come se questa avesse delle radici salde e forti da resistere a qualsiasi intemperie e a qualsiasi potatura ma questa, è un'altra storia, ora aiutiamo la nostra amica a capire come catalogare queste sensazioni di impotenza ma che non le permettevano di essere una bambina, lei che non poteva chiedere giochi, che non poteva avere una camera lei, che doveva condividere tutto e che non aveva la benché minima idea di cosa fosse il concetto di privacy.La mattina sveglia alle sei, corsa in bagno prima degli altri otto abitanti della casa poi, sempre in maniera celere recarsi a scuola con l'amatissimo nonno e quelle ore passate in compagnia di ragazzini più fortunati, con nomi altisonanti, che le rendevano la vita un inferno, bullizzandola e mettendola sempre da parte...
Ritornava a casa sempre con il suo adorato nonno e rientrata vedeva questo via vai di sorelle, fratelli, zii, un padre fantasma e una madre sempre incazzata...
Quante cose aveva da dire le viene in mente sempre, quando anche oggi, i suoi figli, hanno tante cose da dire, non sempre interessanti, ma che per i bambini sono vitali, e lei lo sa bene, perché aveva tante domande ma nessuna risposta, le voci dei più grandi si accavallavano ed era un continuo vociare e gridare e lei odia le grida e se ne accorge quando esasperata alza la voce con i suoi amati figli.
Ma la famiglia in cui nasciamo non possiamo sceglierla e Ve, ha imparato a guardare sempre il lato positivo e a cogliere il meglio da ogni situazione anche se era dura tornare da scuola con i capelli lunghi pieni di caccole del naso della compagna di banco, cercare di parlare e giocare con gli altri, e sentirsi sempre SOLA.
La madre cercava di "liberarsi" di lei, l'ultima di quattro figli, arrivata per caso e in un momento difficile, tutti in casa le dicevano che nessuno la voleva, forse i fratelli più grandi erano solo gelosi o troppo immaturi per comprendere il peso di tali parole, ma la verità è che Ve, passava le giornate a casa dei vicini e rientrava solo a dormire...
Ricorda di non aver mai fatto un bagno, anche se avevano la vasca, perché costava troppo, lei poteva fare solo la doccia, una volta alla settimana.
Non conosceva il piacere di una passeggiata con i genitori e il padre non lo ha mai vissuto se non attraverso gli occhi della madre, e il ricordo di quella infanzia passata a camminare per cercare, di notte, questo padre che non rientrava, con una madre arrabbiata, delusa e triste, che non aveva la forza di pensare che una bimba vuole amore e invece è circondata da problemi; problemi che segneranno la vita di Ve, come tutto quello che sarebbe poi successo...Questa parte della sua vita, anche se avvenuta durante la sua infanzia, la metterei sul piatto "La donna" si, perché quella bambina doveva essere forte e già una piccola donnina per sopportare il peso della vita familiare, della vita di coppia e delle ingiustizie della vita, che a tanti dà e a molti toglie.
Era solo l'inizio e il peggio ancora doveva arrivare...Ve, ha avuto la sua esperienza da bambina e su quel piatto potremmo mettere la sua prima volta in ospedale, quando, una febbre alta non curata, le procurò quelle che sembravano crisi epilettiche e che la tennero per trenta giorni in ospedale. Lì, la sua mamma, sempre presente, si occupava di lei con amore, Ve non ricorda né del padre, né dei fratelli, ricorda due bambini, più grandi, con cui giocava, anche di notte e un piccolo bimbo che lei cullava e che spesso aveva dei fili sul cranio per monitorare il suo cervello. Quello è stato il momento che ha preceduto il salto ma, in quei momenti è stata bambina.
Ora, converrai con me, che ci troviamo in una situazione di equilibrio ma, da qui in poi, scoprirai che per alcuni, la vita è più dura che per altri e che spesso, molto spesso, non dipende dalle proprie scelte, o forse sì ?
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SOLA
RandomOgni donna arriva ad un momento della sua vita durante il quale sente un vuoto che difficilmente riesce a colmare, o forse, ogni persona lo avverte, non so se è qualcosa che ci accompagna tutti da sempre o, se esiste un preciso attimo in cui questo...