12 IL SESSO FORTE

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Siamo cresciuti, chi più chi meno, con l'idea che ci sia una netta differenza tra l'essere maschile e quello femminile, identificando nel primo un genere "forte" e nel secondo uno "debole".

Quello che vorrei emergesse, nel leggere la vita di Ve è che uno, non tutto è o bianco o nero, ma ci sono migliaia di sfumature e due, che la forza non si può attribuire ad un genere, soprattutto a quello maschile.

Ve: <<Mamma, aiutoooo, ti prego, sto male, malissimo>>.

Ogni volta la stessa storia, ormai è diventata "signorina" da qualche anno, e ogni volta che le arriva il ciclo, pianti e lamenti e... Derisioni, sì perché anche le sorelle e la madre avevano il ciclo ma non ne facevano un dramma come era solita fare Ve, che doveva usare due assorbenti, quelli grandi che la mamma usava per la notte, e assumeva quello strano andamento, dovuto alla grandezza di ciò che aveva tra le gambe e che soprattutto, aveva dolori lancinanti e copiose perdite.

In alcuni contesti, lo sviluppo femminile, il "menarca", rappresenta un evento talmente importante da essere festeggiato, evento a cui è legato il periodo della fertilità e che può giungere anche a dieci anni, portando, in alcune realtà, a vedere delle bambine diventare spose e poi mamme.

Per Ve, questo momento, è stato un vero incubo e lo è tuttora.

Per lei è qualcosa che non si può spiegare e non solo pensa rappresenti la più grande ingiustizia divina ma, identifica la netta differenza di genere e quello che pone l'accento sulla forza, quella vera, quella che pone l'essere nata femmina, al di sopra di qualsiasi concetto concreto o astratto della forza.

Ve non è e non sarà mai omofoba, ma crede che esista un terzo genere e non qualcuno che possa diventare davvero uomo o davvero donna è una questione di ormoni o meglio proprio di "ciclo", sí, è quello che li differenzia davvero e lei, che è sempre stata definita come "ribelle" in realtà, lottava e lotta ancora perché si abbia riconosciuto lo status di

PERSONE.

A cosa può servire riconoscersi in un genere piuttosto che in un altro se poi tutti si dimentica di essere delle persone? Degli esseri umani, che dovrebbero slegarsi da concetti stretti e in stereotipi?

Ve oggi è madre e conosce la netta differenza tra l'uno e l'altro sesso, perché ha messo al mondo un maschio e una femmina, li vede crescere e cerca di spiegare loro che non esistono differenze culturalmente parlando tra loro ma, sa bene, che differenze nette di forza di volontà e forza fisica sono date proprio da quell'evento che lei tanto odia, un evento che solo le donne possono comprendere e che nessun chirurgo con nessun intervento può donare.

Nel corso degli anni ha conosciuto molti individui, persone, incastrate nei ruoli che la collettività intendeva dargli e a lei tutto ciò stava stretto, strettissimo e allora nella ricerca spasmodica di fare parte di un gruppo che condividesse questo suo modo di vivere, si è circondata delle più variegate persone, le ha amate davvero, cercando di aiutarle a trovare la propria anima gemella, cercando di sostenerle ma, con gli appartenenti al genere maschile che lei ha trovato sempre più semplici e trasparenti, ci finiva sempre a letto o, loro avevano solo quello scopo, con il genere femminile, quello a cui apparteneva, non riusciva proprio a legare, si sentiva tanto distante tranne che con Barbara e Maíani peccato che, quest'ultima, probabilmente anche lei con il suo mondo di problemi da dover affrontare, la tradí.

Siamo nel 2000, la scuola sta per finire e Ve sa che perderà l'anno, lo ha già comunicato a casa e la causa è da attribuire a tutte quelle assenze che, senza una verifica orale e scritta delle competenze acquisite, rappresentavano un valido motivo per la bocciatura.

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