Siamo cresciuti, chi più chi meno, con l'idea che ci sia una netta differenza tra l'essere maschile e quello femminile, identificando nel primo un genere "forte" e nel secondo uno "debole".
Quello che vorrei emergesse, nel leggere la vita di Ve è che uno, non tutto è o bianco o nero, ma ci sono migliaia di sfumature e due, che la forza non si può attribuire ad un genere, soprattutto a quello maschile.
Ve: <<Mamma, aiutoooo, ti prego, sto male, malissimo>>.
Ogni volta la stessa storia, ormai è diventata "signorina" da qualche anno, e ogni volta che le arriva il ciclo, pianti e lamenti e... Derisioni, sì perché anche le sorelle e la madre avevano il ciclo ma non ne facevano un dramma come era solita fare Ve, che doveva usare due assorbenti, quelli grandi che la mamma usava per la notte, e assumeva quello strano andamento, dovuto alla grandezza di ciò che aveva tra le gambe e che soprattutto, aveva dolori lancinanti e copiose perdite.
In alcuni contesti, lo sviluppo femminile, il "menarca", rappresenta un evento talmente importante da essere festeggiato, evento a cui è legato il periodo della fertilità e che può giungere anche a dieci anni, portando, in alcune realtà, a vedere delle bambine diventare spose e poi mamme.
Per Ve, questo momento, è stato un vero incubo e lo è tuttora.
Per lei è qualcosa che non si può spiegare e non solo pensa rappresenti la più grande ingiustizia divina ma, identifica la netta differenza di genere e quello che pone l'accento sulla forza, quella vera, quella che pone l'essere nata femmina, al di sopra di qualsiasi concetto concreto o astratto della forza.
Ve non è e non sarà mai omofoba, ma crede che esista un terzo genere e non qualcuno che possa diventare davvero uomo o davvero donna è una questione di ormoni o meglio proprio di "ciclo", sí, è quello che li differenzia davvero e lei, che è sempre stata definita come "ribelle" in realtà, lottava e lotta ancora perché si abbia riconosciuto lo status di
PERSONE.
A cosa può servire riconoscersi in un genere piuttosto che in un altro se poi tutti si dimentica di essere delle persone? Degli esseri umani, che dovrebbero slegarsi da concetti stretti e in stereotipi?
Ve oggi è madre e conosce la netta differenza tra l'uno e l'altro sesso, perché ha messo al mondo un maschio e una femmina, li vede crescere e cerca di spiegare loro che non esistono differenze culturalmente parlando tra loro ma, sa bene, che differenze nette di forza di volontà e forza fisica sono date proprio da quell'evento che lei tanto odia, un evento che solo le donne possono comprendere e che nessun chirurgo con nessun intervento può donare.
Nel corso degli anni ha conosciuto molti individui, persone, incastrate nei ruoli che la collettività intendeva dargli e a lei tutto ciò stava stretto, strettissimo e allora nella ricerca spasmodica di fare parte di un gruppo che condividesse questo suo modo di vivere, si è circondata delle più variegate persone, le ha amate davvero, cercando di aiutarle a trovare la propria anima gemella, cercando di sostenerle ma, con gli appartenenti al genere maschile che lei ha trovato sempre più semplici e trasparenti, ci finiva sempre a letto o, loro avevano solo quello scopo, con il genere femminile, quello a cui apparteneva, non riusciva proprio a legare, si sentiva tanto distante tranne che con Barbara e Maíani peccato che, quest'ultima, probabilmente anche lei con il suo mondo di problemi da dover affrontare, la tradí.
Siamo nel 2000, la scuola sta per finire e Ve sa che perderà l'anno, lo ha già comunicato a casa e la causa è da attribuire a tutte quelle assenze che, senza una verifica orale e scritta delle competenze acquisite, rappresentavano un valido motivo per la bocciatura.
STAI LEGGENDO
SOLA
De TodoOgni donna arriva ad un momento della sua vita durante il quale sente un vuoto che difficilmente riesce a colmare, o forse, ogni persona lo avverte, non so se è qualcosa che ci accompagna tutti da sempre o, se esiste un preciso attimo in cui questo...