11 SPERIMENTAZIONE

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<<Secondo Freud la vita sessuale esiste fin dalle prime ore di vita, quando il bambino prova piacere sessuale nel poppare; gradualmente il piacere erotico dalla bocca si trasferisce ai genitali, di conseguenza possiamo affermare che la masturbazione nel bambino è una scoperta naturale.
Quindi, la masturbazione infantile è assolutamente normale e può verificarsi anche in bambini molto piccoli. In genere, nella naturale esplorazione del proprio corpo, il bambino scopre che gli organi genitali offrono sensazioni calmanti e più piacevoli rispetto ad altre parti del corpo. Ne consegue che, già a partire dai due anni, la masturbazione va accettata con serenità e che per i bambini rappresenta una forma di consolazione alla quale ricorrere nei momenti di noia, stanchezza e solitudine. Il bambino piccolo, che si masturba, appare concentrato nell'atto stimolatorio e non prova alcun imbarazzo, non ha motivo per non toccarsi e per nascondersi agli sguardi altrui, perché non conosce ancora il senso del pudore. Intorno ai tre/quattro anni, con lo sviluppo del senso del pudore, il bambino inizia a praticare la masturbazione in situazioni di intimità.
Di fondamentale importanza è la reazione dell'adulto a tutto questo, perché un atteggiamento di riprovazione o punitivo, rischia di sviluppare nel bambino dei tabù o delle reazioni negative nei confronti della sessualità. Inoltre, tale atteggiamento può rafforzare l'autostimolazione dei genitali, perché pensare di compiere un atto proibito, può spingere il bambino ancora di più verso l'isolamento e l'autoerotismo.
Il ricorso troppo frequente nell'ambito della stessa giornata o particolarmente prolungato, accompagnato a scuola da un isolamento dagli altri bambini, può essere considerato come un possibile segnale di disagio affettivo, dovuto all'incapacità del bambino di trovare delle forme di gratificazione nella realtà esterna. Ne deriva che, il proprio corpo diventa un rifugio.>> (Dott.ssa Cristina Montanaro psicologa e psicoterapeuta).

Da sempre, il suo ricordo è quell'umiliante presa in giro riguardo a quell'atto che Ve praticava da quando portava il pannolino.

Una vera ossessione!

Più ne parlavano e ridevano, più lei si rifugiava in quello che non capiva essere "piacere sessuale" o come ha teorizzato Freud: "una forma di consolazione alla quale ricorrere nei momenti di noia, stanchezza e solitudine".

Ve, non ricorreva più a quel "gioco" da quando Salvatore l'aveva violata, non aveva più un rifugio e non si sarebbe più toccata per parecchi anni come, se entrare in contatto con sé stessa e il proprio piacere, fosse qualcosa da cui scappare.

La prima volta che aveva provato a concedersi volontariamente fu quell'estate, o meglio qualche settimana prima dell'inizio della scuola.

Cristian Aveva 16 anni, era un ragazzo alto, magro con occhi grandi e scuri nella cui profondità potevi sparire. Aveva fatto perdere Ve in quegli occhi e l'aveva accompagnata in giorni di vera passione a cui lei riuscì ad abbandonarsi e che le permisero di sognare, poi...

Poi?

Niente, lui scomparve, i cellulari ancora non esistevano e quando qualcuno voleva sparire, anche nella stessa città, poteva farlo, non come ora che in qualsiasi luogo tu sia, qualche social è lì pronto a dare la tua posizione.

Ma eccolo in classe dietro di lei a stuzzicarla e a farle ricordare quei giorni passati insieme...

Peccato però che gli uomini, fin da ragazzini, sono dotati di un senso innato di strafottenza e come dire, "delirio di Onnipotenza" sì, possiamo dire così, come se a loro fosse tutto concesso.

E così mentre alle ragazze, di qualsiasi età, vengono attribuiti epiteti di ogni genere, a loro, i maschi, tutto è concesso anche tradire la fidanzata che ormai da quattro anni dorme anche a casa.

Chi avrebbe potuto immaginare che lui fosse stato bocciato all'alberghiero perché non voleva proprio togliere l'orecchino e fosse stato "vomitato" lì, proprio in quella classe?

Ecco, tu conosci il principio di azione e reazione, di giusta legge universale? Quello che in molte religioni viene definito karma, è quello a cui Ve ha auspicato per tutti quei soggetti che ha incontrato, che le hanno toccato l'anima e l'hanno straziata.
Si, straziata, perché ad ogni tocco sentiva venire meno un po' di sé.

Cristian fu il capostipite della ripugnanza maschile.

Si era stufata: suo padre tradiva sua madre; suo fratello picchiava le fidanzate; il pedofilo le aveva "aperto gli occhi"; Salvatore l'aveva violata. Perché doveva vestire i panni della brava ragazza?

PERCHÉ?

Ve, è sempre stata molto discreta e un ottima confidente, non ha mai raccontato le confidenze che le venivano fatte e non era nemmeno abituata a muovere critiche verso le altre ma, aveva un diario a cui confidava qualsiasi cosa.

Tra le sue pagine ogni giorno leggevi di un nuovo amore, lei era ossessionata dalla ricerca di qualcuno che l'amasse accettandola così, senza compromessi, lei cercava quell'amore che avrebbe dovuto ricevere, dal suo amore più grande: Lauren, che però era preda di un vortice troppo nero per accorgersi del desiderio di questa figlia, abbandonata a sé stessa, lasciata in balía del mondo, immatura al punto tale da scatenare una serie di eventi a catena...

Cristian se lo tolse subito di torno perché, a scuola, nessuno avrebbe dovuto sapere di loro.

Cristian: <<sai, la mia ragazza viene all'uscita, a prendermi, quasi tutti i giorni, lei è molto gelosa>>

Ve: <<Non ti preoccupare,Cristian, ci siamo appena conosciuti>>

Avrebbe voluto lanciarlo dalla finestra, invece pensò che non ne valesse la pena e, col tempo, divennero amici e ottimi compagni di classe...

Quando ci andavano a scuola!

Maísa e Ve, iniziarono ben presto a marinare la scuola, la prima, infatti, iniziò a chiedere attenzioni all'amica che aveva trovato in Barbara, qualcuno che la comprendeva molto e spesso, il pomeriggio, dopo la scuola, si vedevano e uscivano insieme.

Barbara era una ragazza favolosa, questi capelli ramati, occhi profondi e un sorriso per tutti. Amava sentire Ve cantare e lei adorava farlo, quando cantava si metteva a nudo e interpretava ogni canzone come se avesse scritto lei quelle parole e avesse vissuto quei momenti messi in rima.
Iniziarono a volersi bene al punto di iniziare un diario comune in cui appuntare qualsiasi pensiero e cercavano qualcuno con cui vedere Ve finalmente felice.

Maísa, reclamando questa attenzione e Ve non le voleva dire di no: finalmente aveva le amiche che aveva sempre sognato e non voleva farsele portare via e così l'assecondava sempre.

Quasi tutte le mattine, Ve e Maísa marinavamo la scuola e, quell'anno in modo particolare, tantissimi ragazzi e ragazze più grandi di loro, si riversavano sulla lungomare, questo splendido passeggio a tre corsie lungo km, colmo di adolescenti intenti a cantare, divertirsi e fare nuove conoscenze.

Maíani si fidanzò con un giocatore di calcio che frequentava la stessa scuola ad indirizzo nautico.

I due iniziarono ad essere molto appiccicosi e Ve, cercava qualcuno con cui fare coppia non solo nel paesino di Barbara: nel giro di meno di un anno, aveva passato in rassegna una decina di ragazzi di ogni fascia di età, ceto sociale e impiego.

Ci si fidanzava un paio di giorni e poi, ritornava martellante con la fissa di Leo, i due si prendevano e lasciavano e lei, cercava continui tappabuchi, ragazzi che si infatuavano sinceramente di lei ma che non sortivano alcun interesse: era una ricerca matta e disperatissima che non le diede tregua perché in realtà lei era circondata internamente da un vuoto, un buco nero che non poteva essere colmato dalla compagnia di qualcuno.

Ve aveva iniziato anche a bere e più beveva più cadevano barriere, più barriere buttava giù, più perdeva il controllo del suo corpo e ora, non permetteva più a nessuno di usarla: ora era lei a condurre il gioco, era lei ad usare a suo piacimento il sesso maschile, come e quando le faceva più comodo portando quel buco nero ad inghiottirla sempre di più.

SOLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora