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and I know we weren't perfect but I've never felt this way for no one
and I just can't imagine how you could be so okay now that I'm gone▶️Drivers licence, Olivia Rodrigo
Il tempo.
Quell'essenza astratta che popola le nostre vite, che le riempie, e che alla fine così tanto astratta non è.
Ogni giorno ci imbattiamo nel tempo, siamo parte del suo scorrere incessante, di quella realtà che in fondo ci spaventa ma che a volte sappiamo anche apprezzare.
Ci ostiniamo costantemente a voler cambiare la durata del tempo, ci lamentiamo di esso, non lo viviamo appieno perché pensiamo a quando tutto sarà finito, a quando ci ritroveremo di nuovo faccia a faccia con tutti quei problemi che abbiamo tentato di accantonare per un po'.
Fa tutto parte della nostra natura, e per quanto ci impegniamo a cambiarlo, ci è impossibile.
Perché crediamo che nella vita tutte le emozioni positive siano effimere, destinate a durare giusto il tempo necessario per darci l'illusione che tutto si aggiusterà, che tutto è meraviglioso come alcuni vogliono farci credere.
Dall'altro lato, prendiamo maggiormente in considerazione le esperienze e i sentimenti negativi, esaltandoli e dipingendoli come l'emblema delle nostre vite, un'intangibile rappresentazione di tutto il tempo che passiamo sulla terra.
Che poi la vita è tutta una questione di attimi, di minuti, di tempo.
E sta solamente a noi decidere come trascorrere questo nostro tempo.
Se passivamente, non provando neanche a modificare il corso delle cose e semplicemente rassegnandosi di fronte alla realtà, oppure partecipando, vivendo la nostra vita, senza lasciarla vivere ad altri come dei banali parassiti.
Talvolta tuttavia questa scelta risulta essere inalienabile, e dobbiamo obbligatoriamente scegliere di imboccare una strada piuttosto che un'altra, di prediligere il percorso che ci sembrava meno appropriato a quello che avremmo preferito, che sia esso effettivamente giusto o sbagliato.
Talvolta sono degli enti esterni a intimarci come agire, che cosa scegliere, come comportarci. E noi dobbiamo semplicemente sottostare.
Se non lo facciamo, possono scaturirne dure conseguenze.
Una di queste, è proprio il senso di colpa.
Personalmente, non avevo mai creduto di potermi sentire così tanto colpevole, tanto da percepire quel peso rosicchiarmi a poco a poco ogni parte del corpo.
Lento, inesorabile, mai del tutto fermo.
Ricordo ancora quegli attimi di panico quando ho visto le immagini, ho sentito le urla dei miei colleghi, e poi c'è stato il silenzio.
Lo chiamavamo tutti, all'unisono.
Non abbiamo mai ricevuto risposta.
Minuti di silenzio, a cui è seguito un intero mese.
Un mese di agonia, di assenza, di nostalgia, di domande senza risposta, di conclusioni affrettate, quando in realtà c'è solo una certezza.
Lui non c'è.
E se da una parte in me brilla ancora fioca la speranza che potrà tornare qui, da me, dall'altro lato mi dico che no, è impossibile, che ormai è tutto perduto.
Che devo dirgli addio.
L'ho già fatto altre volte, si, ma se accadrà questa volta sarà per sempre.
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TIME//Charles Leclerc
FanfictionIl tempo non è mai stato un loro alleato. Anche prima che tutto accadesse, che tutto andasse a rotoli per colpa di uno stupido incidente, che tutto il loro mondo cadesse a pezzi. Charles e Rachel hanno sempre preso la strada che gli conveniva meno...