Ne sarei onorata

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Luke non aveva avvisato mia nonna. Aveva solo trovato un po' di tempo per andare a trovarla quindi, quando fummo vicini, iniziai a sentirmi agitata. Se non ci fosse stata? Se fosse stata via per qualche impegno? Chissà quanto tempo sarebbe passato prima che io la rivedessi. E se invece ci fosse stata? Come avrebbe reagito alla mia presenza?
I dubbi e le domande mi stavano letteralmente divorando. Proprio per questo non aspettai un attimo quando il taxi parcheggiò. Scesi dal veicolo in un battibaleno dirigendomi verso il portone d'ingresso. Quando fui lì aspettai solo che Luke mi raggiungesse, gli afferrai la mano e suonai il campanello.
"Non ti dai tempo" Commentò lui soffocando una risata.
"Abbiamo poco tempo" Sottolineai io lanciandogli uno sguardo.
Lui rimase un attimo a bocca aperta poi annuì.
"Questo è anche vero"
Spostai lo sguardo sulla porta e iniziai a muovere una gamba nervosamente.
"Non c'è"
"Tranquilla, ho visto la macchina, ci deve essere"
"Perché non aprono?!" Sbottai infine voltandomi verso lui e proprio in quel momento la porta si aprì.
"Perché non sono più arzilla come una volta" Rispose direttamente la sagoma che stava uscendo dalla soglia.
In un primo momento non riuscii a dirle nulla. La studiai da capo a piedi. La prima cosa che notai fu che aveva una stampella, perché aveva una stampella? Cosa le era successo e perché non me lo aveva detto?
"Salve" Fece Luke deglutendo. Era la prima volta la incontrava da non maggiordomo, forse non sapeva come comportarsi.
"N-nonna" Riuscii a dire dopo un po'.
"Perché stai lì impalata, vieni qua" Mi fece lei immediatamente allargando le braccia.
Io non aspettai un secondo in più per stringerla in un abbraccio.
Era così piccola, avevo dimenticato come fosse abbracciarla. Mi faceva sentire così amata, tempo fa avrei detto che casa mia era proprio tra le braccia di mia nonna.
"Dio, come stai? Cosa ti è successo alla gamba?" Mi allarmai in seguito quando mi allontanò dalle spalle.
Lei alzò gli occhi al cielo e fece una smorfia.
"Sto benone Ariel, sono solo invecchiata" Rispose senza darmi alcun conforto in realtà.
"Sì ma-" Cercai di dire ma lei mi ignorò beatamente spostando la sua attenzione su Luke.
"Caro, alla fine ce l'hai fatta"
Quest'ultimo abbassò lo sguardo arrossendo e fece un debole sorriso.
"Non ho mai perso la speranza" Disse portandosi un mano sulla nuca.
Lei addolcì il suo sguardo e sorrise guardando prima me poi lui.
"Entrate su"
Quando fece qualche passo indietro per farci passare notai il maggiordomo vicino la porta, mi ricordai immediatamente di lui, era quello che mi aveva detto di non toccare il quadro di nonno. Passandogli vicino mi fece un piccolo inchino come per salutarmi, non ero più abituata a questo genere di trattamento.
Dopodiché spostai l'attenzione su mia nonna che ci stava guidando in salotto.
Non la vedevo da quattro anni. Mi ero informata sulla sua salute e mi avevano sempre detto stesse bene ma in quel momento, mentre la seguivo mantenendo fisso il mio sguardo sulle sue spalle, mi resi conto che il mio pilastro si stava sgretolando pian piano. Non riuscivo a non pensarci e magari stavo andando nel panico per nulla ma lo aveva detto anche lei, stava invecchiando ed era qualcosa che io non riuscivo ad accettare.
"Harold preparaci un po' di tè" Esordì lei quando arrivammo in salotto e ci invitò a sederci con la mano.
Lei si sedette sul divano ed io ne approfittai per sederle vicino mentre Luke si sedette sulla poltrona di fronte.
Nonna mi afferrò il viso sorprendendomi dopodiché mi accarezzò il capo.
"Oh cara, non ti vedevo da così tanto" Sospirò sorridendomi.
"Su, cosa aspetti? Fammi vedere l'anello"
Io sgranai gli occhi, me ne ero completamente dimenticata.
"Ah sì!"
Le diedi immediatamente la mano e lei l'afferrò osservando attentamente l'anello poi sorrise estasiata.
"Che bel diamante. Luke non hai badato a spese. A mia figlia lo hai fatto vedere?" Domandò voltandosi verso lui.
"Perché avrebbe dovuto?" Feci io inarcando una sopracciglia.
Entrambi si misero a ridere facendomi sentire un pesce fuor d'acqua. Ma poi da quando questi due erano in sintonia?
"Non l'ho fatto ma mi sarebbe piaciuto vedere la sua faccia" Rispose lui lanciandomi uno sguardo.
"Avrei voluto vedere la sua faccia quando ti sei presentato alla loro porta" Continuò lei portandosi una mano alla bocca.
Loro ridevano ma io non ci riuscivo. Per quanto la odiassi era mia madre. Solo il suo nome bastava per rattristarmi.
Sicuramente notarono la mia espressione perché l'atmosfera che si creò in seguito fu totalmente diversa da quella scherzosa di prima.
Mia nonna mi presa nuovamente la mano ed iniziò ad accarezzarmi.
"Ho sempre cercato di farle capire che i soldi non erano tutto, ti ha rovinato la vita solo perché era follemente e stupidamente innamorata di tuo padre. Ora che ha aperto gli occhi ne sta pagando le conseguenze" Disse e il suo sguardo si fece malinconico.
"È venuta qua a piangere dopo la tua chiamata" Svelò alzando piano lo sguardo per controllare la mia reazione.
Quasi per istinto ritirai la mano allontanandomi un po' sul divano.
"Io-"
Volevo spiegarmi, dire qualcosa ma non ci riuscii. Perché mi sentivo in quel modo? Era lei ad avermi fatta soffrire, non mi dovevo sentire in colpa.
"Tranquilla, avrei reagito allo stesso modo" Mi rassicurò lei.
Io abbassai lo sguardo ed iniziai a torturarmi le mani.
"Alcune volte penso che dovrei perdonarla, è mia madre... poi ho sempre aspettato il momento in cui si sarebbe accorta di me eppure non ci riesco, non riesco a fare finta di nulla"
"È comprensibile Ariel" Disse Luke e so per certo che se non ci fosse stata mia nonna si sarebbe alzato per abbracciarmi.
Lei nel mentre si avvicinò e mi afferrò le mani.
"Non dovresti stressarti Ariel, neanche obbligarti a fare qualcosa per cui non sei pronta o che non vuoi fare, lo hai fatto per vent'anni ora dovresti pensare solo a te stessa" Intervenne quasi come per rimproverarmi.
"Oh grazie Harold" Pronunciò dopo facendomi notare che il maggiordomo stava aspettando che afferrassimo le nostre tazzine.
"Grazie" Risposi io non facendolo aspettare oltre. Luke gli fece un cenno.
Nonna bevve un sorso del suo tè ed io la seguii cercando di sviare dalla testa tutti i pensieri su mia madre.
"Parlando d'altro, i preparativi per il matrimonio a che punto sono?" Domandò in seguito cambiando discorso fortunatamente.
"Emh" Pronunciai io scambiando uno sguardo a Luke.
"Non abbiamo nemmeno iniziato" Rispose lui al mio posto lasciando mia nonna di stucco.
"Ho avuto a che fare con il lavoro poi Luke è stato chiamato per tornare a Londra" Spiegai io velocemente poi aggiunsi "Abbiamo solo deciso che la cerimonia sarà in Inghilterra"
Lei mi fissò per un po' perplessa.
"Ne sei sicura?"
"Sì, tutti i nostri cari sono qua e poi era l'unica richiesta di Luke, a me non pesa" Annuii lanciando ancora uno sguardo a Luke.
Nonna osservò prima me poi Luke per l'ennesima volta poi sospirò e tornò a sorridere.
"Bene, allora permettetemi di ingaggiare una wedding planner che conosco, passerete molto tempo a New York, immagino, quindi è importante che vi affidiate ad una persona che sa il fatto suo" Propose afferrandomi una mano e guardando Luke.
"S-Sarebbe ottimo" Rispose lui come se gli avessero tolto un peso dal cuore. A me non interessava della cerimonia, avrei lasciato fare tutto alla wedding planner, volevo solo sposare Luke, non mi importava come e dove.
A quel punto mi pensai sull'altare. Ci avevo riflettuto abbastanza e non avrei mai chiesto a mio padre di accompagnarmi, non lo avrei fatto neanche se minacciata di morte. Avrebbe trasformato il mio matrimonio in un evento mediato senza curarsi minimamente dei miei interessi o di quelli di Luke.
C'era solo una persona che volevo veramente al mio fianco in quel momento lungo la navata.
"Nonna?"
"Dimmi cara"
Abbassai lo sguardo più volte, sentendo quasi il volto in fiamme.
"Vorresti accompagnarmi tu all'altare?" Le chiesi liberando tutta l'aria che inconsciamente stavo trattenendo.
Lei mi osservò impassibile per un bel po'. Mi pentii quasi subito di averglielo chiesto. Cosa stava pensando? Perché temporeggiava così tanto a darmi una risposta? Forse non lo trovava adeguato, forse non se la sentiva.
Stavo andando nel panico quando lei abbassò il capo scrollandolo. Dopo lo rialzò sorridendo e le notai gli occhi lucidi.
"Ne sarei onorata"

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