Lettere

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Il giorno seguente ricevetti tutte le informazioni da JJ. Non sarebbe stato un incontro difficile però ero un po' nervoso perché sarebbe stata la prima volta che Ariel mi avrebbe visto sul ring.
Tra l'altro Ariel non ci stava pensando proprio, era più preoccupata per l'incontro con mia madre eppure la prima volta, anche se per gioco, era andata molto bene.

Io stavo sul divano a fare zapping, Ariel era andata a farsi una doccia. Eravamo appena tornati e questa volta lei sembrava avere la testa fra le nuvole. Durante la passeggiata aveva raccontato la sua giornata diversamente dalle altre volte, era nervosa, pensavo fosse normale.
Con la coda dell'occhio la vidi avvicinarsi. Non aveva asciugato i capelli. Le avevo detto più volte di non lasciarseli bagnati ma dopo anni avevo smesso di insistere.
"Mi ricordi quanti anni ha tua sorella?" Mi domandò sedendosi vicino a me sul divano. Era concentrata a fissare lo schermo del telefono.
"Ne deve fare vent'uno, perché?" Feci io a mia volta afferrando una sua ciocca per giocherellarci.
"Così, pensavo fosse più piccola" Rispose facendo spallucce.
Io mi avvicinai di più facendole appoggiare la testa sul mio petto nonostante sapessi mi sarei bagnato la maglia. Era sul profilo instagram di mia sorella. Se solo sapesse che anche lei ci stava tutto il tempo sul suo e ammetto che anche io lo controllavo più volte al giorno però Ariel non dava mai soddisfazioni sui social. Non aggiornava quasi mai i suoi contenuti.
"Ariel non devi farti così tanti problemi per la mia famiglia, ti assicuro che per mia sorella sei una sorta di modello da seguire" Dissi per tranquillizzarla ed era vero. Rachel non lo dava a vedere ma molto spesso mi aveva fatto notare quanto fosse eccitata all'idea di conoscere meglio Ariel. Controllare il suo profilo instagram non faceva altro che confermarmelo.
"Sei serio?"
"Chi non vorrebbe essere te?"
Lei mi fissò per un po' poi abbassò il capo e sbuffò.
"Beh, io"
Effettivamente quel che aveva passato Ariel con i suoi non lo avrei augurato a nessuno.
Feci un lungo sospiro poi le portai i capelli indietro in modo da vederle bene il volto dopodiché le sollevai dolcemente il mento.
"Non sto scherzando, non vede l'ora di incontrarti... di nuovo, anche mia madre" Continuai rassicurandola.
Lei mi fece un piccolo sorriso e approfittò del momento per stamparmi un bacio veloce.
"Ehilà" Ci salutò Noah in quell'istante entrando dalla porta. Aveva in mano un paio di lettere che stava controllando e ricontrollando.
"Ho interrotto qualcosa?" Domandò quando ci notò sul divano ma Ariel gli fece di no con la testa sprofondando ancora di più il volto tra le mie braccia.
"Non dovresti stare con i capelli bagnati" Continuò avvicinandosi e dandole una pacca alla testa con una lettera che poi le lasciò.
"Glielo ripeto da sempre!" Esclamai io sentendomi appoggiato da Noah ma lei mi ignorò completamente.
"Cosa?" Domandò lei confusa alzandosi all'improvviso e afferrando la lettera.
"Ne è arrivata un'altra" Rispose lui spostandosi in cucina.
"Cosa è?" Domandai io più confuso di lei.
"Una lettera"
Grazie per l'ovvietà Ariel.
"Questo lo vedo ma..."
"Mia madre... lei mi manda lettere ogni mese da quando sono qui, però questo mese l'aveva già mandata una" Svelò infine lasciandomi di stucco. Michelle Obelion sprecava il suo prezioso tempo a scrivere lettere alla figlia che non ha mai calcolato quando era a casa?
"Cosa ti scrive?"
"Non ne ha mai letto una" Si intromise Noah tornando con un bicchiere d'acqua.
"Noah!" Lo rimproverò lei mentre lui si sedette davanti noi sulla poltrona.
"Cosa? Non sei curiosa?" Chiesi ancora. Ora ero curioso anche io. Ero curioso soprattutto di sapere se si fosse sprecata nello scrivere a penna o si fosse limitata a scrivere sul computer per poi stampare.
"Insomma Luke, so già il contenuto di quelle lettere e sicuramente non sono nulla che potrebbe interessarmi" Spiegò lei allontanandosi dalla mia stretta per legarsi i capelli. Quel suo piccolo gesto mi distrasse per un attimo. Ultimamente Ariel si legava molto spesso i capelli in una coda bella alta lasciando scoperto quel meraviglioso collo che si ritrovava. Doveva essere diventato un gesto spontaneo dovuto al suo lavoro.
"S-Secondo me dovresti leggerle" Dissi poco dopo cercando appoggio da Noah anche questa volta.
"Se ha tutta questa voglia di parlarmi potrebbe chiamarmi, non credi?" Fece lei buttando la lettera sul tavolino posto davanti il divano.
Non aveva tutti i torti però molto spesso ci troviamo ad esprimerci meglio tramite messaggi. Conoscendo la signora Obelion, se avesse chiamato la figlia le avrebbe detto poco e nulla rovinando tutto ancora una volta.
"Appunto per questo secondo me dovresti leggerle" Insistetti. Più che altro sapevo cosa si provava nel non aver letto una lettera importante. Non volevo che anche Ariel avesse questo rimorso.
Lei si alzò sbuffando e si avviò verso la sua cameretta.
Dopo un po' tornò con un mazzetto di lettere, ad occhio e croce dovevano essere meno di venti in ogni caso.
"Le prime le ho bruciate, quindi suppongo non sapremmo mai cosa ci fosse scritto" Disse con noncuranza sedendosi nuovamente vicino a me.
"Dai inizia" L'incitai e lei sbuffò ancora una volta dopodiché prese la prima lettera e l'aprì.
"13 Agosto. Cara Ariel come stai? Wanda mi ha detto che blablabla... oh eccola, Noah come sta? Benone" Lesse e rispose così lanciando uno sguardo a Noah.
"Ha scritto solo questo?" Domandò lui sentendosi preso in causa.
"13 Settembre lo stesso, 13 Ottobre lo stesso, 13 Novembre, oh guarda le manco, 13 Dicembre buon Natale anticipato, m-mi ha mandato un assegno?" Continuò corrugando la fronte una volta visto l'assegno.
"Te l'ho detto che dovevi leggerle, quanto è?" Chiesi allungando il collo per controllare.
"Tanto..." Rispose lei lanciandomelo sulle gambe.
Io lo presi e lo fissai per un po' sbalordito, c'erano parecchi zeri.
"13 Gennaio, le manco, 13 Febbraio mi chiede come va il lavoro, oh! Non parla più di Noah almeno, 13 Marzo-" Lesse ancora ma poi si bloccò d'un tratto, cioè smise di leggere ad alta voce concentrandosi di più su quel che c'era scritto.
Mi avvicinai a lei per leggere anche io il contenuto della lettera, era strano si fosse zittita all'improvviso.
Cara Ariel, so che non sono stata una brava madre, anzi sono stata pessima, un mostro. Oggi è il tuo compleanno, ho passato gli anni a pensare a cose che non erano minimamente importanti dimenticando di celebrare la tua nascita. Anche se questa lettera ti arriverà più tardi, volevo augurarti lo stesso un buon compleanno. Spero un giorno tu possa perd-
Mentre leggevo Ariel stropicciò il foglio e lo buttò nel camino.
Si stava trattenendo. Non voleva piangere, non voleva urlare. Stava zitta e pian piano continuava a leggere le lettere. Il suo volto era completamente cambiato. Non aveva neanche lo stesso sguardo di quando leggeva i documenti dei suoi casi, non riuscivo a definirlo ma era molto concentrata.
"Ariel stai bene?" Le domandai appoggiando una mano sulla sua gamba ma non ricevetti nessuna risposta.
Lanciai uno sguardo a Noah che mi fece spallucce non sapendo neanche lui cosa fare.
Alla fine la lasciammo finire di leggere tutte le lettere e quando arrivò all'ultima sbottò.
Si alzò di scatto facendo cadere a terra tutte le lettere che aveva sulle gambe, tranne l'ultima che teneva stretta nella mano.
"Ariel?" La chiamai ancora ma lei iniziò a fare avanti e indietro davanti il divano poi prese a torturarsi le unghie.
Ammetto che iniziai a preoccuparmi. Temevo le fosse preso un attacco d'ansia o qualcosa del genere, invece poco dopo decise di parlare.
"Ho vissuto tutta la mia vita nella speranza di ricevere un po' d'amore dai miei. Lei non è sempre stata perfida, lei mi amava a modo suo, almeno fino a quando le paranoie di mio padre sulla nostra ricchezza non presero il sopravvento. Ogni cosa che facevamo, ogni cosa che io facevo, doveva essere mirata a rendere la nostra famiglia più prestigiosa. Ho aspettato per anni che dicessero di essere fieri di me e ora lo vedo scritto su una stupida lettera senza valore e non riesco a non pensare che per tutto questo tempo bastava che mi allontanassi per farle capire che mi volesse bene" Spiegò buttando la lettera sul tavolino che attirò la mia attenzione, cercai anche di leggerne il contenuto. C'era qualcosa che l'aveva particolarmente turbata e quel qualcosa era in quella lettera.
"Divorziano" Annunciò poco dopo spezzando il silenzio che si era creato. Sembrava avesse un groppo in gola.
Io alzai lo sguardo incrociandolo con quello di Noah. Divorziano aveva detto? Avevo sentito bene?
"Cosa?" Domandai perplesso spostando la mia attenzione su di lei.
Lei invece stava facendo di tutto per evitare il nostro sguardo.
"I miei divorziano"























Salve a tutti, mi scuso per il ritardo ma ho avuto un paio di problemi che non mi hanno permesso di scrivere il capitolo.
In ogni caso spero che la storia vi stia piacendo e che sia all'altezza delle vostre aspettative.
Alla prossima!

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