Incontro

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Stavo cercando una posizione da ore, il divano era comodo ma avevo così tanti pensieri per la testa che non riuscivo a stare fermo.
Erano passate ore e Ariel era rimasta chiusa in camera a fare non so cosa.
Mi stavo giusto chiedendo se si sarebbe calmata presto quando sentii qualcuno accendere la luce e dopo sedersi sul bracciolo del divano.
Aprii pian piano gli occhi e la vidi. Stava immobile lì a fissare un punto impreciso del muro.
"Mi dispiace" Esordì poco dopo facendo un sospiro.
Io mi alzai sedendomi e aspettai che lei continuasse.
"Non riuscivo a dormire" Aggiunse spostando lentamente lo sguardo su di me.
Io le feci segno di avvicinarsi e lei si alzò per sedersi vicino a me dopodiché poggiò la sua testa sulla mia spalla.
Poi sospirò ancora una volta.
"Non dovevo arrabbiarmi così tanto" Disse afflitta.
Io le circonda le spalle con il mio braccio stringendola più a me.
"Tranquilla, è normale tu abbia reagito in quel modo"
Cercai di tranquillizzarla ma alzò il capo fissandomi per un po' non convinta. Poi si voltò abbracciandomi e poggiando la testa sul mio petto.
"Cosa ti ha detto Noah?" Domandò nuovamente.
"Mi ha detto dei tuoi attacchi di panico tutto qui"
"Non ti ha detto nient'altro?"
"E di come pensavi di evitarli"
Sono convinto che Ariel non si fosse tanto infastidita per il fatto che Noah mi avesse raccontato dei suoi attacchi di panico, quanto che mi avesse detto che aveva iniziato a bere per non pensare.
Sono convinto si sentisse in imbarazzo per questo.
"Però non è sceso nei dettagli, veramente" Aggiunsi poco dopo cercando di guardarla in volto ma aveva la faccia attaccata al mio petto perciò mi era impossibile.
A quel punto sospirai io.
"Ariel, mi dispiace non aver aspettato tu fossi pronta, volevo solo sapere che ti fosse successo in questi anni e non ho pensato minimamente che questo avesse potuto ferirti"
"No io lo capisco, davvero Luke, ho esagerato. Non è che non volessi dirtelo, però tu eri qui ed ero felice, non volevo rendere le cose tristi parlando del mio passato" Spiegò allontanandosi dal mio petto e fissandomi dritto negli occhi.
Io feci un sorriso comprensivo e con una mano iniziai ad accarezzarle il volto.
"Senti, io ci sarò sempre per te, quando vorrai parlarne io sarò pronto ad ascoltarti e a darti tutto il mio appoggio" Le dissi avvicinandomi per stamparle un bacio sulla fronte.
Poi appoggiai la mia fronte alla sua e con la punta del naso sfiorai il suo.
"E il mio amore" Aggiunsi poco dopo e lei si buttò su di me stringendomi in un abbraccio.
"Che ne dici se domani vado a controllare per le case? Segno qualche numero così poi le andiamo a vedere insieme" Proposi e lei non aspettò un secondo per annuirmi in segno di conferma.
Così neanche cinque secondi dopo si addormentò.
Non mi diede neanche il tempo di chiederle di andare a letto e in quel momento non potevo svegliarla, si vedeva fosse stremata, così dopo un po' mi addormentai anche io.

I giorni a seguire non sembrò neanche vero che avessimo litigato ma infondo il nostro rapporto era sempre stato così.
Ariel continuava ad andare a lavorare per concludere altri piccoli casi che le erano stati affidati, nulla di che li aveva definiti.
Non vedevo l'ora li finisse tutti così avremmo passato tutte le giornate insieme e avremmo organizzato al meglio il nostro futuro.
O almeno è quello che speravo.
Io pensavo di avere un anno di pausa ed invece un giorno ricevetti una chiamata da JJ.

Stavo aspettando Ariel quando sentii il telefono suonare. Quando notai il nome sullo schermo corrugai la fronte.
"Pronto?" Risposi confuso, insomma non era neanche passato un mese da quando ci eravamo salutati.
"Spero tu ti stia allenando" Esordì lui.
Acido come al solito.
Non era solo per questo che mi aveva chiamato, insomma poteva inviarmi un messaggio.
"Sì ma posso sapere il motivo della chiamata?" Domandai schietto.
"Ho ricevuto una proposta allettante e ho deciso di accettarla"
"Ovvero?"
"Un incontro di beneficenza da parte di una delle società che ti sponsorizza a Londra"
Un incontro? Non ci voleva proprio. Mi irritai anche, perché diavolo non me lo aveva detto prima di accettare?
Non potevo lasciare Ariel ora.
"Ok e perché non me ne hai parlato prima di accettare?"
"Devi mantenerti in forma e qual è il modo più efficace per ottenere nuove approvazioni se non un evento di beneficenza?"
Io sospirai profondamente e mi massaggiai la tempia con una mano.
"Non sono in Inghilterra JJ e soprattutto sono in pausa" Risposi mantenendo la calma. Non potevo litigarmi con lui altrimenti la mia carriera sarebbe finita.
"Sei in pausa da tornei ed incontri ufficiali, quando capitano queste occasioni è mio dovere farti partecipare Luke, questi sono i nostri patti, non rappresento campioni che scompaiono per anni" Spiegò brevemente e da come pronunciò le ultime parole mi sembrò scaldarsi perciò mi rassegnai.
"Quando sarà?" Chiesi alzando gli occhi al cielo.
"La prossima settimana"  Rispose con noncuranza.
"Cosa!?" Esclamai anche se lui non mi diede peso. Insomma come mi sarei organizzato? Come lo avrei detto ad Ariel?
Prima non mi sarebbe interessato ma ora avevo altro a cui pensare.
"Quando sarai a Londra fammi uno squillo, voglio vederti mentre ti alleni, ciao" Concluse chiudendo direttamente il telefono senza che potessi rispondere.
Quando vidi la chiamata terminata sbuffai e iniziai a pensare ai modi più efficaci per dirlo ad Ariel ma quando poco dopo la vidi uscire dal portone la mia mente si svuotò.
Mi venne incontro tutta sorridente e mi saltò al collo stampandomi un bacio sulle labbra.
"È andato bene oggi?" Le chiesi facendomi contagiare dal suo sorriso.
Lei annuì e mi afferrò la mano dopodiché iniziò a parlarmi della sua giornata durante la passeggiata verso casa.

Eravamo nella sua stanza.
Ariel era al capezzale del letto che rileggeva alcuni documenti mentre io le accarezzavo un braccio.
Era così concentrata.
Dovevo dirle dell'incontro il prima possibile, perciò mi presi di coraggio ed iniziai a rompere il ghiaccio facendole dei complimenti.
"Sei bellissima" Dissi d'un tratto.
Lei alzò lo sguardo e mi fissò confusa.
"Sei tipo la perfezione, te l'ho mai detto?" Continuai e mi alzai dandole un bacio sulla spalla.
"Tipo sempre Luke" Rispose facendo una piccola risata.
"Beh è vero" Dissi ancora io continuando a tempestarle il collo di baci.
Lei d'un tratto si voltò verso di me e mi fissò dritto negli occhi cercando qualcosa.
"Cosa c'è?" Domandò poco dopo.
Io rimasi immobile per un secondo. Era così evidente volessi dirle qualcosa?
"Come?" Dissi facendo il finto tonto.
"Perché sei così appiccicoso questa sera?"
"Non sono appiccicoso!"
Lei continuò a fissarmi dritto negli occhi ed io iniziai a sentirmi nervoso.
Perché mi ritrovavo sempre in queste situazioni? Eppure non dovevo dirle chissà cosa. Temevo solo si sarebbe rattristata o comunque avrebbe iniziato a preoccuparsi ed io non volevo darle altre preoccupazioni appunto.
"È solo che a volte ricordo che sarai mia moglie e allora..."
"Durante il tragitto per arrivare casa non hai detto una parola, ti ho sentito molto distante ora invece cerchi in continuazione un contatto" Spiegò abbassando lo sguardo e mi prese per mano incrociando le sue dita con le mie.
Non aveva senso rimandare il discorso allora feci un lungo respiro e glielo dissi.
"Pomeriggio ha chiamato il mio manager, mi ha detto che dovrò fare un incontro per beneficienza"
Lei alzò lo sguardo sgranando gli occhi.
"Dovrai?" Domandò sottolineando il mio obbligo.
"Sì ha accettato senza dirmelo" Spiegai sbuffando e mi avvicinai poggiando la fronte sulla sua spalla.
"Avevi detto di essere in pausa"
"Dagli eventi ufficiali"
Ci fu un breve silenzio che poi venne spezzato da lei.
"Quando sarà?"
Come le potevo dire che sarebbe stato la settimana successiva? Se avessi avuto più tempo la notizia sarebbe stata più facile da affrontare.
"Luke?" Mi chiamò lei cercando una risposta.
Chiusi gli occhi e sospirai alzando la testa e incrociando il mio sguardo con il suo.
"La prossima settimana" Svelai infine.
"Eh!?" Esclamò lei prendendomi per le spalle.
"Sì, questa è stata la mia stessa reazione... Ariel mi dispiace, lo so che ti avevo assicurato di essere a tua completa disposizione per un anno però neanche io avevo dato peso a questa clausola sugli incontri non ufficiali e non posso perdere JJ"
Ero afflitto, questo significava che in qualsiasi momento JJ poteva chiamarmi per organizzare incontri casuali, ovvero, ci sarebbero stati momenti in cui avrei dovuto abbandonare Ariel ed era ciò che mi preoccupava di più.
Alzai lo sguardo e la vidi intenta a contare qualcosa con le dita.
"Che stai facendo?" Le domandai corrugando la fronte.
Lei chiuse i pugni e sospirò. Dopo si voltò verso di me di nuovo e mi afferrò le mani.
"Vengo con te" Disse in seguito fissandomi decisa negli occhi.
Mi sorprese, non me lo aspettavo. Cioè questo significava sarebbe tornata a Londra dopo due anni.
"Prendo una pausa dal lavoro e vengo con te" Continuò accarezzandomi il viso con una mano.
"N-Ne sei sicura?" Le domandai per assicurarmi fosse veramente decisa a farlo. Non volevo forzare il suo ritorno anche se prima o poi saremmo dovuti tornare per il matrimonio.
Lei pian piano mi fece un sorriso meraviglioso e mi si avvicinò dandomi un bacio.
Poi annuì e poggiò la sua fronte alla mia.
Non potevo amarla di più di quanto già non l'amassi eppure inspiegabilmente sentivo il mio amore per lei crescere ogni secondo sempre di più.

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