La data

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Luke's POV

Tornati a New York mi accorsi di avere vicino una Ariel più spensierata.
Avevo avuto il timore che JJ avesse potuto rovinare i miei piani per lei fino alla fine. Volevo che incontrasse Wanda e sua nonna più di qualsiasi altra cosa al mondo, sapevo quanto ci tenesse, andarcene senza farlo mi avrebbe fatto sentire terribilmente in colpa. Fortunatamente ero riuscito in pochi giorni a far combaciare tutto, in più avevo notato che era riuscita a far amicizia con Rachel. Ero felice e soddisfatto perché tutto era andato per il meglio.
Peccato che avrei dovuto prepararmi per un altro incontro a breve. In parte ero preoccupato per Ariel. Aveva pianto disperatamente per un occhio nero, avevo immaginato che vedermi in azione l'avrebbe destabilizzata completamente. Però lei aveva voluto accompagnarmi ed ero sicuro avrebbe continuato a farlo nonostante non la facesse sentire a sua agio. Che testona.

Ero sul divano e stavo controllando delle case su internet quando Ariel smise di sistemare la sua cameretta.
"Nonna mi ha mandato il numero della wedding planner" Esordì entrando in salotto. Aveva un sorriso meraviglioso, adoravo vederla in quel modo.
"Di già?" Feci io divertito. Quella donna era entusiasta all'idea di vedere la nipote con l'abito bianco.
Posai il pc sul tavolino di fronte al divano e nel mentre lei mi venne incontro mettendosi poi a cavalcioni su di me dopodiché mi mostrò il telefono con il numero della nonna.
"Sì, lo vuoi tu?"
"Certo, ho detto che avrei fatto le cose in grande per te"
"Nonna ha detto la stessa cosa" Disse sorridendo dolcemente e abbassando lo sguardo sul telefono dopodiché lo abbandonò sul divano e mi buttò le mani intorno al collo.
"Credo dovrete collaborare" Aggiunse poco dopo avvicinandosi alle mie labbra.
"Mi sta bene, andiamo molto d'accordo" Le risposi quasi implorandola di darmi un bacio.
"Ho notato" Commentò ridendo dopodiché poggiò le sue labbra sulle mie, finalmente.
"Non credo però che senza data si possa fare qualcosa" Continuai quando si allontanò abbastanza da permettermi di pensare ad una frase di senso compiuto.
Lei sbuffò e si spostò buttandosi sul divano alla mia sinistra.
"Se fosse per me ti sposerei domani" Disse alzando lo sguardo.
Anche io l'avrei sposata quel giorno stesso ma volevo fare le cose per bene, volevo diventasse il giorno più bello della sua vita e per fare ciò dovevo avere tempo, per fortuna avevo anche l'aiuto della nonna.
"Il giorno del tuo compleanno ci siamo baciati per la prima volta" Optai cercando di trovare una data con un significato.
Lei inarcò una sopracciglia facendomi capire, ancor prima di parlare, che fosse un'idea terribile.
"Tu mi hai baciata e no, non mi sposerò mai il giorno del mio compleanno"
Buttai la testa indietro sospirando. Il problema è che le date più importanti della nostra storia corrispondevano anche con avvenimenti spiacevoli quindi non c'era una vera e proprio data significativa per la nostra relazione. Se avessimo continuato così non avremmo concluso nulla, per fortuna poi lei parlò.
"Vorrei farlo in primavera" Svelò infine ed io non capii perché non lo avessi detto prima.
Alzai il capo nuovamente e l'osservai. Ariel amava il freddo e la pioggia ma ora mi stava dicendo che voleva sposarsi in primavera?
"Ho sempre sognato sposarmi con gli alberi in fioritura" Continuò successivamente facendomi capire di più.
Immaginai per un'istante Ariel tra i fiori in abito bianco ed effettivamente sarebbe stata divina.
"Potevi dirlo prima" Feci io e lei mi afferrò la mano abbassando il capo.
"Ma siamo ancora a Novembre" Continuò frustrata.
Voleva sposarmi subito, era comprensibile. Prima della primavera poteva capitare di tutto e di più ma ero certo con il lavoro, i preparativi e la ricerca della casa il tempo sarebbe volato.
"Il tempo passa velocemente" Le risposi poggiando un dito sotto il suo mento per farle alzare lo sguardo.
"Quindi la data può essere qualsiasi?" Le domandai in seguito e lei annuì.
"Solo... evita il 4 Aprile" Aggiunse distogliendo lo sguardo imbarazzata. Più mi faceva pensare a quel giorno più mi sentivo la peggiore persona al mondo. Quella data non le faceva ricordare quel che di bello c'era stato tra di noi ma di come avevo tradito Alison, il che era terribile.
"Che ne dici del 6 Aprile?" Le chiesi e quella volta fui io ad abbassare lo sguardo.
"Può sembrare stupido ma ho sempre pensato che la chiamata di Kent quel giorno fosse stato un ultimo regalo di mio padre per permettermi di stare con te" Le spiegai dopo abbozzando un sorriso. Non dimenticherò mai quel giorno davanti alla sua tomba, la mia vita dopo cambiò totalmente.
Lei mi osservò in silenzio per un po' poi poggiò la fronte sulla mia spalla e sorrise.
"Mi sta più che bene" Rispose infine incrociando le dita della mano con le mie.
Finalmente avevamo una data.
"Ottimo, puoi dirlo a tua nonna ora" Le dissi e lei scoppiò a ridere.
"Le scriverò domani" Concluse dopodiché cadde il silenzio.
Dopo quasi una settimana di corse per tutta l'Inghilterra quell'attimo di relax con Ariel mi sembrava il paradiso.
Aspettai un bel po' prima di prendere un altro discorso, eravamo entrambi stremati.
Poi arrivò il gatto che si posizionò sulle gambe di Ariel e attirò tutta la sua attenzione.
"Amore" Pronunciò lei iniziando ad accarezzarla. Involontariamente mi scappò piccolo ghigno, le veniva così spontaneo chiamare Queen amore mentre con me faceva abbastanza fatica.
"Noah mi ha detto che la ritrovava sempre sul mio letto" Raccontò fiera senza staccare gli occhi da quel batuffolo bianco.
"Le devi essere mancata molto" Commentai io, lei la alzò e l'abbracciò dandole ripetutamente baci sul capo.
"Mi sei mancata anche tu" Disse direttamente al gatto.
Non potevo di certo biasimarla. Per quattro anni Queen le era stata accanto molto di più di me e poi era veramente adorabile.
E pensare che i suoi volevano prenderle un cane. Forse si sarebbe affezionata ugualmente ma di certo non sarebbe stata la stessa cosa.
"Quando tornerai a lavoro?" Le domandai in seguito attirando la sua attenzione.
"Tra due giorni" Rispose posando Queen sul divano accanto a lei.
"Ho trovato qualche casa carina su internet, vuoi vederle?" Le chiesi infine e lei annuì allontanandosi un po' per permettermi di afferrare il pc.
Lo avviai ed aprii tutte le finestre che avevo salvato in precedenza.
"Avevo pensato che se fossero piaciute anche a te avremmo potuto andare a vederle, solo che vorrei ti riposassi prima di tornare a lavoro" Dissi lanciandole un breve sguardo mentre cliccavo sui link dei siti. Notai che annuì poi però cambiò discorso.
"Quando è il prossimo incontro?" Mi domandò mantenendo lo sguardo fisso sul monitor.
"Non so, JJ ha detto mi avrebbe inviato tutte le informazioni in settimana, quindi suppongo che sarà a breve"
Mi bloccai un attimo al pensiero di Ariel sola davanti al ring. A Londra c'era stata Alison a farle compagnia e a rassicurarla sull'esito del match, a New York sarebbe stata sola, ciò mi faceva agitare e non poco.
"Ariel" La chiamai voltando il capo verso di lei che a sua volta alzò lo sguardo per incrociare il mio.
"Dimmi"
"Non sei costretta a venire" Iniziai a dire e lei inarcò una sopracciglia.
"Non penso ti faccia bene" Aggiunsi prima che potessi dire qualcosa.
"Non ti lascio da solo" Rispose corrugando la fronte.
"Ma-" Cercai di dire ma lei mi bloccò afferrando il computer e mettendoselo sulle sue gambe.
"Ma nulla"
La osservai per quel che mi sembrò un'eternità. Ariel era sempre stata irremovibile sulle sue scelte e forse io mi stavo preoccupando un po' troppo ma con la consapevolezza di quanto la sua mente fosse sensibile non potevo far altro. Tuttavia non potevo neanche rinchiuderla in una sfera di cristallo. Infondo si trattava del mio lavoro, lavoro che sarebbe rimasto tale per tanto tempo per cui Ariel si sarebbe dovuta abituare prima o poi.
"Va bene" Pronunciai infine.
Lei alzò nuovamente lo sguardo e mi sorrise.
"Bravo amore" Disse sfiorandomi con una mano la guancia.
"Solo se verrà anche Noah" Aggiunsi dopo fissandola dritta negli occhi.
Lei era indipendente e non aveva bisogno della scorta per andare da qualche parte da sola ma non era questo il punto, io non volevo venisse abbandonata da sola con i suoi pensieri in momenti di stress. Per questo l'idea di Noah insieme a lei mi tranquillizzava, ero convinto anche che lui sarebbe stato in grado di sdrammatizzare durante l'incontro facendola distrarre. Era perfetto.
"Glielo chiederò quando sarà qua" Cedette alla fine realizzando in che situazione si sarebbe potuta trovare lì da sola e quindi che la presenza di Noah le serviva veramente.
Solo allora riuscii a tirare un piccolo sospiro di sollievo.

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