Cosa ti ha detto?

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Luke's POV

Passarono i giorni e né io né Noah osammo forzare Ariel a parlare del suo passato. Stavo aspettando più che altro che arrivasse la sentenza del caso a cui stava lavorando così tanto. Non l'avevo mai vista impegnarsi così in qualcosa ma Noah me lo aveva detto, ci teneva tantissimo al suo lavoro e fortunatamente neanche la mia presenza l'aveva distratta.
Adoravo questo suo lato di non lasciarsi trasportare dalle emozioni.

Io passavo le giornate ad accompagnarla al lavoro, aspettavo in città fino all'ora di pranzo e andavo a prenderla. Era bellissimo stare seduti ad uno stesso tavolo a parlare del più e del meno. Lei era bellissima quando mi parlava con così tanta serenità della sua giornata.
Ogni tanto allungavo la mano per incrociare le mie dita con le sue ed era una sensazione indescrivibile. Il non doversi nascondere più da nessuno era magnifico.
Un giorno mi chiamò anche Alison per farmi le congratulazioni, aveva visto me e Ariel su una di quelle riviste in cui comparivo ogni tanto. Preso dall'euforia mi ero completamente dimenticato di dirglielo, che idiota. Però lei era così felice per me che accettò subito le mie scuse e invitò me e Ariel ufficialmente al suo matrimonio con Victor.
Lo dissi ad Ariel ma non mi diede una vera e propria risposta. Si fece rossa e pronunciò solo un "Umh".
Era normale, l'ultima volta che aveva parlato con Alison era stato per spingerla tra le mie braccia e poi aveva continuato a credere che io e lei fossimo stati insieme per tutti questi anni.

Il giorno del processo aspettai Ariel direttamente a casa. Non voleva l'aspettassi, non sapeva quanto ci sarebbe voluto ma sicuramente avrebbe finito prima che potesse farsi buio, dopodiché avrebbe avuto la giornata libera.
Dopo mangiato decisi di rimanere sul divano e a giocherellare con la gatta fino a quando sarebbe arrivata. Anche Noah era a lavoro, quindi ero solo, solo con Queen.
Aspettai un bel po' prima che la porta si aprisse e sperai vivamente fosse Ariel.
Quando Queen si liberò dalla mia presa per andare incontro alla persona appena entrata ringraziai il cielo.
"Amore!" Esclamò Ariel afferrando quel batuffolo bianco, da come la coccolò capii che il processo era andato a buon fine.
"Hey" La salutai andandole incontro.
Lei si avvicinò anche con la gatta tra le braccia e mi stampò un bacio sulla guancia.
"Suppongo sia andata bene"
Ariel si abbassò per far scendere Queen poi si alzò di scatto e mi mostrò uno dei sorrisi più belli che io abbia mai visto in vita mia.
"Avevi dubbi?"
"Sinceramente no, neanche uno, che tu sia in torto o meno saresti capace di farmi credere che gli asini volano"
"Ma questo perché tu pendi dalle mie labbra"
Spalancai la bocca, mi aveva proprio colpito in pieno. Una volta non avrei accettato questo dato di fatto.
"Q-Questo non... non è vero" Mentii, era verissimo.
Lei si sorprese nel sentirmi balbettare e mi prese per mano.
"Diventi ancora rosso?!" Esclamò avvicinandosi al mio volto.
Io scrollai il capo strizzando gli occhi.
Non ero imbarazzato o cosa ma non riuscivo a gestirlo. Con Ariel non riuscivo a gestire nulla e più lo ripeteva più sentivo il mio volto in fiamme.
"Sì, sei rosso!" Urlò ancora gettandomi le braccia intorno al collo e tempestandomi la guancia di baci.
"Ariel ti prego" La supplicai non tanto affinché la smettesse con tutte quelle effusioni quanto  almeno la finisse di sottolineare il fatto che fossi rosso.
Lei annuì semplicemente stampandomi un bacio sulle labbra dopodiché si allontanò cacciandosi la giacca.
"Vado a farmi una doccia" Annunciò e mi superò per andare in bagno.
"Hai mangiato? Posso prepararti qualcosa" Le domandai sperando in un risposta positiva. Era stata chiusa in corte dalla mattina e sicuramente non aveva mangiato nulla.
Lei mi fissò per un po', come se dovesse riflettere sulla risposta da darmi dopodiché mi annuì e scomparì dietro l'angolo.

L'osservai mangiare con occhi sognanti mentre mi raccontava come era riuscita a vincere un altro caso. Non riuscivo neanche a credere che qualche anno prima era infelice ogni singolo giorno. Era completamente un'altra persona anzi, no, era la vera Ariel, quella che i suoi avevano cercato di sopprimere.
Mentre parlava arrivò Noah.
"Ehilà" Ci salutò e noi ricambiammo.
"Sei appena arrivata? Hai ottenuto un'altra vittoria?" Domandò l'amico avvicinandosi al tavolo.
Lei annuì solamente abbozzando un sorriso.
"Beh, allora dobbiamo festeggiare, avete programmi questa sera?" Iniziò a chiedere ma Ariel troncò la sua idea sul nascere.
"Nessuno, Noah sono esausta"
"Dai usciamo, è da tanto che non esci"
"Ariel Obelion che non esce da tanto?" Domandai divertito intromettendomi nel discorso, semplicemente perché stavo vedendo Ariel scaldarsi e non volevo che la conversazione diventasse una discussione.
Lei mi lanciò un breve sguardo ed ignorò la mia domanda.
"Se non esco ci sarà un motivo" Rispose ma non si capì bene a chi lo stesse dicendo.
"Sì, non volevi fare la terza in comoda ma ora c'è Luke quindi è tutto apposto" Cercò di dare una spiegazione e finì anche con il farmi l'occhiolino.
Ariel si alzò posando il piatto sporco nel lavandino.
"No, non mi va" Concluse continuando a sparecchiare.
"Magari un'altra volta" Dissi io lanciando un'occhiata a Noah che sembrò capirmi dopodiché mi alzai per aiutare Ariel, cioè non che dovesse cacciare altro però iniziai a lavare le posate.
"Va bene! Non insisto più" Rispose lui andandosene nella sua stanza.

Quando finimmo di pulire la cucina ci posizionammo sul divano per guardare un film.
Ariel avrebbe deciso quale. Era così concentrata nel cercare il film giusto.
Io invece mi chiesi se la discussione di prima fosse dovuta proprio alla paura di Ariel di rivivere gli errori del passato. Prima o poi me ne avrebbe dovuto parlare.
"Noah era abbastanza insistente" Dissi spezzando il ghiaccio.
Lei sbuffò continuando a fissare il catalogo di Netflix.
"Odio quando fa così, pretende di sapere sempre cosa è meglio per me"
"Ti vuole bene e cerca solo di prendersi cura di te"
"Lo so e lo apprezzo, davvero ma non sono una bambina" Concluse ma poco dopo la vidi poggiare il telecomando sul divano e fissare un punto impreciso sul muro.
"Luke" Mi chiamò in seguito.
"Sì?" Feci io molto confuso. Avevo detto qualcosa di sbagliato?
"Noah ti ha detto qualcosa?" Mi domandò spostando pian piano il suo sguardo su di me.
"Come?" Domandai a mia volta sgranando gli occhi, dove mi ero tradito?
"Quattro anni fa lo avresti preso a pugni se solo te lo avessi chiesto e ora lo difendi dicendo che vuole solo prendersi cura di me, in che senso?" Continuò corrugando la fronte, ovvio, Ariel non era stupida.
"Beh, ci ho parlato un po' e ho capito che ti vuole veramente bene" Risposi nervosamente. Il problema è che mi fissava dritto negli occhi ed io mi sentivo sotto processo.
"Cosa ti ha detto?" Chiese ancora con un tono di voce abbastanza calmo ma quando notò che non riuscivo a darle una risposta si alzò di scatto e si diresse verso la stanza di Noah.
"Ariel?" La chiamai seguendola.
Lei entrò spalancando la porta e si avvicinò a Noah che stava riposando sul letto con le cuffie alle orecchie.
Gli prese il telefono e gli chiuse la musica, lì Noah notò che c'erano altre due persone nella sua stanza. Non fece neanche in tempo a chiedere cosa stesse succedendo perché Ariel iniziò ad interrogarlo.
"Cosa hai detto a Luke?"
"Eh?" Pronunciò lui guardando ora me ora Ariel in cerca di risposte.
"Cosa gli hai detto?!" Domandò ancora una volta e questa volta perse le staffe.
"Hey calma calma! Nulla! Cioè... nulla che non gli avresti detto anche tu!" Rispose lui alzandosi con le ginocchia sul letto e afferrandola per le spalle.
"Del tipo?"
"Dai Ariel"
Noah non sapeva cosa rispondere e quindi cercava di evitare il suo sguardo.
"Dio Noah!" Esclamò lei portandosi le mani alla testa.
Io ero lì che vedevo Noah in difficoltà e Ariel arrabbiata e volevo solo sprofondare in quel momento.
"Doveva saperlo no?" Cercò di scusarsi lui ma la fece innervosire di più.
"Sì! Ma glielo avrei detto io!"
"Ariel gliel'ho chiesto io, ti prego non litigare per questo" Mi intromisi cercando di tirare fuori Noah dalla discussione.
"Perché non lo hai chiesto a me?" Domandò lei giustamente.
"Perché non mi avresti risposto!" Sbottai io infine. Ariel aveva sempre avuto questo brutto vizio di rispondere alle mie domande quando meglio le pareva.
Lei mi fissò sgranando gli occhi e spalancando la bocca.
"Ho provato a farti delle domande! Ma tu hai risposto sempre che non ti andava di parlarne!" Continuai con tono di voce alterato ma non volevo assolutamente litigare con lei né tanto meno arrabbiarmi con lei perché non voleva parlare del suo passato.
"E quindi invece di aspettare che fossi pronta hai preferito prendere la scorciatoia e chiederlo a Noah?" Chiese infine e percepii nella sua voce un tono di delusione.
Non sapevo cosa rispondere. In realtà lo avevo chiesto a Noah solo perché in quel momento mi sembrava propenso a parlarne e lo avevo visto preoccupato per Ariel. Non credevo fosse un problema.
"Mi dispiace" Dissi semplicemente abbassando lo sguardo.
Lei aspettò un attimo poi mi superò dandomi una spallata e dopo un po' sentii la porta della sua stanza chiudersi. Solo allora liberai tutta l'aria che stavo trattenendo.
Che cavolo, stava andando tutto fantasticamente bene. Odiavo litigare con Ariel e ora mi sembrava di averla ferita il che mi faceva sentire uno schifo.
"Mi farà dormire sul divano, vero?" Feci io per sdrammatizzare, in realtà volevo dare tante testate al muro.
"Ha bisogno un po' di tempo, non è realmente arrabbiata" Mi rispose lui avvicinandosi e dandomi una pacca sulla spalla.
No, non era veramente arrabbiata.
Era delusa il che era molto peggio.
Volevo solo starle vicino e tenerla tra le mie braccia in quel momento ma Noah aveva ragione, Ariel non era capace di rimanere per le sue così a lungo, dovevo solo aspettare.

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