Wake up!

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Sanctum, 6x10 AU

Poggiarono Josephine su una base di legno nella tenda di Gabriel, Bellamy la guardò impaurito. Vulnerabile al pensiero di provare le stesse sensazioni che caratterizzarono il Ring.
Di nuovo, incredibile e incontrollabile.
La consapevolezza di perdere ogni cosa, persino le tue più care responsabilità.
Voleva Clarke indietro, più di ogni altra cosa in quel momento.
Il ragazzo di Octavia, le iniettò un siero letale in vena e la sua Principessa morì sotto lo sguardo di tutti e tre.
Voleva Clarke indietro per aver un'ultima possibilità: per poter dire ciò che la loro amicizia non ebbe mai permesso.

<< Perchè non si sveglia? >>

<< Una volta che la testa smette di dire al cuore di battere, è finita. >>

<< Il cuore e la testa. >>
Fu come un sussurro tra le sue labbra piene, o forse una speranza? Ricordava ogni singolo momento in cui i loro cuori e le loro teste cooperarono e insieme salvarono l'umanità. Una, due, tre volte.
È l'unica scelta, pensa. Oh.. quell'ossimoro.
<< Il cuore e la testa! >>

Posò una mano sul petto di Clarke, il contatto con il cotone ruvido della canotta lo riportò alla cruda realtà. Strinse il tessuto tra le dita e iniziò: Una, due, tre volte.

<< Clarke. >>

Le tappò il naso con il pollice e l'indice e si abbassò facendo scontrare le loro labbra, quelle labbra che avrebbe voluto baciare così tante volte, ma che in quel momento rischiavano di socchiudersi in un ultimo sospiro.

<< Clarke, ho bisogno di te. >>

Le sue mani si muovevano in modo sincopatico sul suo petto, esperto senza aver mai imparato. Esperto per Clarke. Esperto per l'amore della sua vita.

<< Bell, è morta. >>

Octavia.. dovresti sapere cosa si prova a perdere l'amore della tua vita.

<< No, non lo è! >>
I suoi muscoli fremevano sotto il soffice cardigan grigio.

<< Clarke perfavore >>

<< Svegliati! >>

Lo stomaco di Clarke ricevette un profondo colpo, le nocche di Bellamy si insinuarono tra i muscoli del suo addome. Impazienti di donare vita al corpo di Clarke.

<< Svegliati e combatti! >>

Silenzio. Silenzio. Silenzio.

Clarke morì con le labbra di Bellamy sulle sue, non fu un bacio, ovvio che non lo era;
ma la sua bocca era sulla sua, stava soffrendo sopra di lei e con il dolore nei loro petti. Il contrasto della crepa incisa sul cuore di Bellamy e l'imperterrita forza che quest'ultimo esercitava sulle membra prive di vita di Clarke .

Disperato, sempre più forte.
Piangedo alternava la respirazione con il massaggio cardiaco.

Urlò il suo nome, lei lo sentiva, nella speranza di vederle aprire gli occhi, mentre continuava sempre più rapidamente.
Il suo respiro affannoso rimbombava tra le pareti ripercuotendosi sopra Clarke, lei riusciva a percepirlo. Ma lui non si arrese e ignorando la crudele verità dei fatti continuò sempre più insistentemente.

Molte volte chiesero a Bellamy quale fosse la sua più grande paura, giocò sempre semplice dicendo il buio.
A volte l'altezza, altre ancora la morte.
Ma sin dal principio nascose la sua più grande debolezza lontano da estranei.
L'amore è una debolezza.
La sua più grande paura fu perdere le persone che amava, vederle scivolare via dalla sua protezione.

Clarke morì con le labbra di Bellamy sulle sue, un bacio rubato senza significato alcuno. Ma la sua bocca era sulle sue labbra umide, stava soffrendo dentro di lei, lui lo riusciva a percepire.

Si accasciò a terra esausto prendendosi la testa fra le mani, fallì. Tutti uscirono sconvolti dalla stanza, ma lui rimase nello stesso punto a fissare il vuoto, aveva fallito.

Sentì le dita sudate incastrarsi e stringersi intorno ai suoi capelli. Lei aveva scelto di sacrificarsi e lui aveva fallito. Sei inutile, inutile, inutile ripeteva nella sua testa.

Clarke era ormai morta con le labbra di Bellamy sulle sue, donandole il suo respiro, ma lui non poteva farci niente, lei era morta.

Rimase per un tempo indefinitto fermo, sotto il corpo senza vita di Clarke.

Di notte, uscì fuori per cercare sua sorella.
Si alzò gemendo dal dolore e tirò su col naso, camminando con gli occhi spenti incapaci di esprimere emozioni.
Quando non vide nessuno all'esterno sospirò, era notte.
Cominciò a singhiozzare non appena la figura della sua bella Clarke riapparve tra i suoi ricordi: il suo sorriso, i suoi abbracci, Clarke.

Urlò il suo nome nella speranza di ricevere una risposta, lei era li, lui lo sentiva, mentre il corpo senza vita di Clarke giaceva dentro il capanno ad aspettarlo.
Percepì un'ondata fresca di venticello dietro il collo, una stella farsi più luminosa dell'altra, era lei, lo stava osservando.
Lo sentì dentro di se e lei lo stava ascoltando, sorrise mostrando tutti i denti senza smettere di fissare quella stella brillante.

Principessa,

So che mi senti,
e mi dispiace.

Ma ti amo

Ti amo

Ti amo più di come si possa fare
con qualsiasi altra cosa.

Ti amo

Lui cadde in ginocchio e iniziò a piangere, sto per caso diventando pazzo?

Ma poi quella stella catturò nuovamente la sua attenzione, capì di essere con lei.

Sorrise guardandola, mentre le lacrime non smettevano di scendere e il corpo ormai senza vita di Clarke lo aspettava dentro il capanno.

Sospirò incantato da quella luce che lo avrebbe guidato per il resto della sua vita, una cometa in un cielo buio per i Re Magi. La sua cometa, Clarke era la sua cometa.

Un giorno, ci rincontreremo Principessa.

**

Ciao amici, questa è un bozza che scrissi l'anno scorso e aggiustando qualche particolare ho deciso di pubblicarla. Se non attribuite un senso logico a quesa OS non preoccupatevi, Bellamy sta cercando conforto in una stella, una stella per lui speciale e diversa da tutte le altre. Ma si tratta realmente di Clarke Griffin oppure è soltanto un illusione del nostro amato Blake? Non si sa!

ps: sto riordinando mille idee per una prossima ff!!

Noe 💕

 Bellarke One-shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora