Il fedele cavaliere

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Il mondo stava per finire, di nuovo.
Non bastò un'intelligenza artificiale che 97 anni prima distrusse il pianeta, sterminando tutti coloro che l'abitassero.
Questa volta, un'ondata fatale di radiazioni stava per abbattersi sulla Terra. Mancavano quanto? Soltanto due o tre mesi.

Era appena arrivata una lettera ad Arkadia, laddove gli ingegneri lavoravano sodo per trovare un piano, un progetto che potesse in qualche modo organizzare e garantire la sopravvivenza di oltre 2.000 persone, tutti i clan. La popolazione si dava da fare, trasportavano materiali o aiutavano con la caccia e la conservazione del cibo e le risorse vitali.
Quel papiro proveniva da Azgeda, si poteva ben intendere dal simbolo della mano scheletrica inciso sull'angolo.
Affermava che nella notte di luna piena, il venerdì successivo, sarebbe stata organizzata un'assemblea con tutti i capi e i vice dei clan, aggiungendo inoltre la scoperta di un bunker distante qualche miglia da Polis. Il re di Azgeda fu chiaro, ordinò di fermare i lavori e lasciare una settimana di riposo alla popolazione, la soluzione era stata trovata ma, per assicurarsi l'esile benessere di tutti, sarebbe servita la massima collaborazione.
Lo sguardo di Kane si posò sulla firma,
                 « Re dell'isola, Roan kom Azgeda.»
un piccolo e speransoso sorriso si formò sulle sue labbra.

Passò qualche ora e, finalmente, Kane radunò tutti per annunciare l'esaltante notizia.
<< Caro popolo, oggi ho qui per voi una notizia da brivido. Il Re ha mandato direttamente da Azgeda una lettera. È stata trovata una soluzione, siamo riusciti finalmente a spostare questo flagello che opprimeva i nostri petti, le nostre spalle incaricandoci di troppi doveri! >>
Un vociume si sparse tra la gente.
<< A breve si terrà un'assemblea tra i capi dell'alleanza, ma per ora siete liberi. Stasera si festeggia! >>
La gente esultò, sorridente, libera. La sera Miller e Bellamy andarono a caccia mentre gli altri organizzarono un banchetto e altri ancora accesero il fuoco.
Si udiva una leggera musica proveniente da un amplificatore creato da Raven, si stava proprio bene.
Finalmente il popolo godeva di quegli attimi di spensieratezza che avevano da sempre aspettando, la gente ballava e cantava, altri sdraiati in disparte a guardare le stelle, quella notte scoprirono per la prima volta la felicità.

Kane e gli altri discussero per altri minuti, fin quando un'altra lettera arrivò all'accampamento.
Il giorno seguente, qualcuno di fidato, sarebbe dovuto andare a Polis per un patto di alleanza. Ci sarebbero stati tutti i clan, anche gli emancipati e di conseguenza l'ambiente sarebbe diventato losco e insidioso. Nessuno provava una grande simpatia per lo Skaikru, soltanto il Re Roan era colui che teneva stretta coalizzione.
Nella stanza calò il silenzio, Kane, Abby, Jackson, Octavia e Clarke si guardarono saltando subito ad una conclusione.
Kane era come obbligato a rimanere per amministrare la piccola cittadella, Abby e Jackson non potevano di certo lasciare i pazienti in quello stato: Luna e sua figlia con gravi lesioni causate dalle radiazioni. E Octavia, aveva già in programma una gita con Monty per raccogliere tutte le erbe nutrienti per i farmaci. Sarebbe andata Clarke.
Abby esitò per qualche secondo, ma subito dopo cedette essendo consapevole del necessario bisogno di quell'azione. Clarke annuì e firmò il foglio, recandosi nella sua tenda per preparare i rifornimenti e lo zaino pronta per partire.

Dopo circa 30 minuti, Miller e Bellamy tornarono con un grosso cervo in spalla e furono acclamati dalla folla ansiosa di annunciare la novella notizia.
Bellamy stupito dalla novità si rilassò sotto l'acqua, togliendosi di dosso la stanchezza e il sangue della preda.
Egli entrò nella sala principale e trovò un foglio, un documento. Quel documento, e incuriosito lo prese e si sedette sulla poltrona. Lo lesse e spalancò gli occhi quando vide la firma di Clarke, non gliel'avrebbe mai lasciato fare, non da sola.

Si diresse con passo svelto verso la tenda di Clarke, la aprì piano: tutti già dormivano. Ed entrò senza permesso, sussultò quando la vide addormentata abbracciata ad un cuscino, si avvicinò guardandola intenerito.
Si sedette accanto a lei e la osservò, era bellissima.
Stretta stretta al cuscino, i capelli biondi e boccolosi che le ricadevano sulle spalle, e la coperta fino alle guance, era stupeda ai suoi occhi. Le accarezzò il viso spostandole una ciocca e il suo sguardo cadde su degli zaini pronti per la missione, scosse la testa, non gliel'avrebbe mai permesso.
Lei aprí lentamente gli occhi muovendosi ed accennò un sorriso quando lo vide, stava bene. Si passò una mano sul viso e si mise seduta.

<< Ehi. >> sorrise lei.

<< Pensi davvero che te lo lascerò fare da sola? >>
Clarke sbuffò, sapeva perfettamente che avrebbero litigato per quello, per proteggersi a vicenda come sempre.

<< Bellamy devo farlo. >>

<< Perchè proprio tu?! Perché non può andare qualcun'altro? >>

<< Bellamy tutti hanno un ruolo ben preciso qui al campo, io sono l'unica inutile in questo momento, la quale Kane si fida. >>
Bellamy l'ammirava tantissimo per il suo coraggio, era la ragazza più intelligente e intrepida che avesse mai conosciuto, e la amava, la amava alla follia.

<< Clarke sarai in pericolo dannazione! Appena metterai piede dentro Polis, ti scambieranno per un nemico. Loro pensano ancora che tu sia la grande Wanheda! Il comandante della morte! Ti uccideranno Clarke! >>
si stava arrabbiando, alzò leggermente il tono della voce.

Clarke annuì, lo sapeva bene, ma non aveva scelta.
<< Lo so. >> sospirò.

Bellamy la guardò con disapprovazione osservando la sua espressione triste, non poteva perderla di nuovo, voleva solo proteggerla, averla tutta per se. Ma c'era sempre qualcosa che gli impediva di farlo.
<< Mi dispiace Clarke, ma non posso lasciarti andare. >>
si alzò e fece per uscire fuori, non avrebbe resistito un altro secondo guardando la sua espressione triste, senza poterla abbracciare e sentire il calore del suo corpo.
Ma prima che potesse aprire la tenda, Clarke gli afferrò il polso facendolo voltare. Ella non seppe spiegare il significato di quel gesto, lo guardò con le lacrime agli occhi e lo supplicò, lo pregò.
<< Perfavore non lasciarmi sola, non fare come hanno fatto tutti. >>

Quelle parole scatenarono qualcosa nella testa di Bellamy, così decise di fare l'azione più scorretta che potesse pensare di fare in quel momento. Si avvicinò a lei, si inginocchiò arrivando alla sua altezza e la baciò delicatamente, mettendole una mano tra i capelli. Si aprì a lei, con quel bacio la pregò implicitamente di restare, doveva convincerla.
Le sue labbra erano morbide e umide per via delle lacrime, erano dolci, meglio di come le aveva sognate.
Si staccò quasi subito timidamente, spaventato dalla possibile reazione di Clarke, abbassò lo sguardo non sentendola fiatare e subito si pentì sentendosi in colpa. Almeno fin quando lei non prese il suo visto tra le sue piccole mani fredde e gli lasciò un leggero bacio sulle labbra. Bellamy sorrise e ricambiò avvicinandosi, cercando di rendere più insenso quel contatto. Le mise una mano dietro il collo e la avvicinò più a se, lei lo spinse verso il letto e si sedette sulle sue gambe.
Bellamy si staccò di pochi millimetri e le accarezzò una guancia con due dita,
<< Perfavore rimani. >> sussurrò con la voce tremante, mentre lei continuava a far sfiorare le loro labbra, aveva bisogno di quel contatto che la faceva sentire viva, completa con la persona che aveva davanti.
Una lacrima gli cadde e Clarke la asciugò subito, l'idea di allontanarsi da lei.. di perderla lo terrorizzava, non voleva sentirsi mai più in quel modo. Quando non era con lei si sentiva perso, e in quel momento non poteva permetterlo.

<< Ehi, sono qui. >> gli accarezzò dolcemente il collo cercando di tranquillizzarlo e consolarlo, lui le accarezzò i fianchi mentre fece rincontrare di nuovo le loro labbra.
Clarke si avvicinò di più, si strinse maggiormente a lui e Bellamy, le baciò le labbra, il collo e alla fine scese ed arrivò alla clavicola la quale posò numerosi baci.
Lei sorrise.

Si sdraiarono nel letto e lei si accucciò tra le sue braccia, accarezzandogli il petto con due dita. Si rilassarono e si lasciarono cullare dalle braccia di Morfeo che, per qualche ora li fece precipitare in un limbo di serenità e pace, l'uno nelle braccia dell'altra. Restarono tutta la notte uniti in una sola anima, insieme. Come giusto che sia.
L'indomani sarebbero andati insieme, come sempre. Il cuore e la testa che combattevano l'uno accanto all'altra.
Lei sarebbe riuscita a sigillare il patto d'alleanza e lui, l'avrebbe seguita.
Il buono e fedele cavaliere, a fianco della sua regina.
Sarebbe riuscito a proteggere la sua principessa, la sua regina. Come fino ad ora aveva sempre fatto.

Ciaooo! Spero che questa os vi sia piaciuta, siamo quasi a 1.000 letture. Grazie infinite ❤️

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