Bellarke One-shots

L'eccezione

No, non poteva essere vero. Avevano organizzato tutto, programmato e affinato ogni particolare. Il piano era perfetto, un piano efficente, quello di nascondersi dai discepoli di Cadogan, arrivati proprio per attaccarli, e successivamente entrare nell'anomalia per arrivare a Bardo. Riuscirono nel loro intento, neutralizzarono cinque guardie, mentre alle altre pensava Sheidheda con il suo esile esercito.
Erano rifugiati dentro una capanna.
Bellamy, Octavia, Raven e Clarke.
Clarke.. un discepolo era riuscita a prenderla. Uscì quatta quatta alla ricerca di Madi, quando all'improvviso un uomo con la tuta Bardiana la afferrò trascinandola con sé dentro il ponte, l'anomalia. Bellamy sotto lo sguardo preoccupato di tutti, si diede dell'idiota per averla lasciata andare sola, ma lei aveva insistito. Come sempre metteva la salvezza altrui prima della proria.. roba da Clarke.
Doveva riprendersela, e subito. Non poteva lasciarla andare di nuovo, non poteva perderla dopo aver passato la sera precedente insieme a lei. Quella sera in cui lei rivelò i suoi sentimenti. Quella sera in cui le loro labbra si scontrarono. Quella sera indimenticabile.
Rischiò di perderla troppe volte, prima il Praimfaya, gli anni più brutti della sua vita. Ricorda ancora perfettamente ogni attimo di quei sei anni, passati a pensare che l'unica donna che avesse mai amato fosse morta.
Poi i Lightbourne con la loro stupida immortalità e infine Cadogan e la sua mandria di discepoli.
Il tempo su Bardo passava molto più velocemente, dovevano darsi una mossa.

Bellamy avvisó Sheidheda, quest'ultimo insieme ai suoi uomini avrebbero attaccato, mentre Bellamy, Octavia e Raven sarebbero andati a riprendere Clarke.

Bellamy mise il casco ed entrò nella nube verde seguito dalle due ragazze. Impiegarono qualche secondo e si ritrovarono nella stanza dalle pareti bianche e abbaglianti, con solo la pietra al centro. Si guardarono intorno confusi, di solito quella era una delle stanze più sorvegliate, invece, era vuota. Sapevano che il piano avrebbe funzionato, ma non si aspettavano una tale resa del genere.
Si organizzarono in modo tale che mentre loro andassero alla ricerca di Clarke, Sheidheda e gli altri arrivassero dall'altra pietra dell'anomalia attirando l'attenzione di tutti, in modo da facilitare al gruppo di Bellamy l'accesso alle stanze.

<< Bellamy! >>

Si voltò e vide Levitt sul ciglio della porta, sembrava spaventato.

<< Finalmente sei arrivato. >> concluse lui abbassando lo sguardo sulle punte delle sue scarpe, deglutì.

<< Levitt, che cosa succede? Dov'è Clarke? Le sta bene vero? Perché non c'è nessuno qui? >> dalla sua bocca le domande uscirono come fiumi, voleva solo andare da Clarke. Riabbracciarla e baciarla dicendole che andava tutto bene, voleva solo stare insieme lei.

<< Seguimi. >> disse Levitt piano.
Bellamy s'irrigidì a quella parola, perché non aveva risposto alle sue domande? Dov'era Clarke?
Clarke.. era viva?
Bellamy non aspettò un secondo, lo seguì verso i corridoi di Bardo, mentre sua sorella e Raven rimasero di guardia nella sala della pietra.

<< Levitt, dov'è Clarke? >> continuó insistendo.

<< Nella stanza della M-Cap. >>
Bellamy chiuse gli occhi e deglutì.

<< Lei sta bene Levitt? >> chiese incitandolo a continuare.
La voce gli tremò, l'avevano torturata.. Ma lei era viva, doveva esserlo, non poteva minimamente immaginare il contrario.

Levitt entrò per primo e si posizionó accanto la poltrona dov'era Clarke, guardó lo stato mentale della ragazza passandosi una mano tra i capelli.
Bellamy entrò lentamente, si guardó intorno, non c'era nessuno, probabilmente tutti erano già allarmati dall'arrivo di Sheidheda. Quella stanza era totalmente bianca, quasi terrorizzava. Il suo sguardo cadde su Clarke, era sdraiata con gli occhi chiusi su quella poltrona, con i polsi ancora legati.
Bellamy sorrise leggermente, stava bene, era viva. Si diresse verso lei e le slegó i polsi insanguinati.
Le prese il viso tra le mani e cercó di svegliarla, notó una goccia di sangue nero gocciolarle dal naso che asciugò con il retro del dito.