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Mi son sempre chiesta il motivo per cui viviamo.
Insomma, basiamo la nostra vita su cose stupide, e tra l'altro solo per un certo periodo, poi cambiamo 'ragione di vita'.
Anch'io in quel periodo facevo girare tutto intorno a Mat, mi alzavo per Mat, ero felice per e grazie a Mat, mi divertivo con Mat .. Insomma, in ogni mio pensiero c'era dentro un po' di lui.
Era bello, sì, ma anche un po' fastidioso e soprattutto essere innamorati metteva un po' di paura, ad entrambi.
Il pensiero fisso di poter litigare più delle altre volte e finire per lasciarsi, per perdersi, o addirittura per odiarsi.
Ed era brutto, soprattutto abitando nella stessa camera.

La mia vita stava diventando un macello, a scuola stavo andando male, i voti non arrivavano mai alla sufficienza.
Passavo le mie giornate a farmi beatamente i fatti miei: uscivo, stavo con lui, fumavo, leggevo.. Insomma, non mi capitava mai di studiare per più di 40 minuti, cosa grave per una ragazza che va al liceo classico.
L'unica cosa positiva e che, come dicevo prima, mi teneva in vita, era quello stronzo di Mat.
Quel giorno tornò a casa con un mazzo di rose rosse, talmente belle e profumate che avrei voluto rimanessero sempre così.
Erano già 6 mesi che stavamo insieme, e sembrava fosse passato tutto così in fretta. Le vacanze fortunatamente stavano per arrivare e con loro anche la mia bocciatura.
Con papà non c'era più modo di parlare di scuola, si incazzava e mi urlava: "sei solo una grandissima delusione" ed io lì a trattenere le lacrime che fortunatamente rimanevano sigillate e non si azzardavano ad uscire.
Cosa devi rispondere ad un padre che ti scoraggia e ti dice di essere solo una perdita di tempo?
Era diventato tutto così difficile che a volte, ridendo, avevo anche pensato al suicidio.
Ma ero una tosta io, una con le palle.
O forse ero semplicemente orgogliosa e darla vinta a tutti quelli che mi odiavano, mi sembrava da vere merde.
Tornando a prima, mi aveva regalato le rose il mio tipo, era una cosa davvero dolce ma lo era ancora di più il suo viso nel momento in cui me le aveva date in mano.
Le gote rosse dall'imbarazzo e la mano dietro la testa, quel sorrisetto insicuro di chi non ha mai fatto niente di così smielato.
Io lo amavo.
"Tu sei tutto matto" gli avevo detto.
"Sì, sono matto, ma adesso vieni qui" mi aveva presa per l'elastico delle mutande e trascinata a lui, mi aveva abbracciata e cullata baciandomi la testa.
Era realmente l'unico a sapermi calmare.
Era l'unico uomo della mia vita.
Era la mia vita.

Without youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora