6. Attimi di passato

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"Mat, io all'una vado a prendere Clary e Michelle a scuola, tu che fai?" Gli chiesi mentre si fumava una sigaretta sorseggiando il caffè.

Intanto mandai un messaggio al gruppo mio e delle mie amiche su whatsapp: «non è suonata la sveglia, all'una passo a prendervi a scuola» e come previsto risposero entrambe subito che andava bene.

Mattew rispose poco dopo: "Non so, penso che me ne starò a casa, tanto se vengo con voi alla fine mi ritrovo a parlare di ragazzi fighi e non so se potrei sopportarlo"

"Sopportare cosa?" Lo stuzzicai, ah come mi divertivo a vederlo diventar rosso.

"Mh..le vostre chiacchiere infantili"

E iniziammo a ridere, perché sapevamo entrambi che non era quello che intendeva Mat, ma per ora andava bene così.

E alla fine mi accompagnò a prenderle, ma lui uscì con i suoi amici.

"Allora Bea, come va con Mattew?" Mi chiesero subito le mie amiche. Ed ecco la domanda che non volevo ricevere, è diventato un punto debole per me quel ragazzo.

"Ragazze, cosa devo dirvi? Va bene, insomma.." Non sapevo come spiegare il casino di idee che avevo in testa, insomma, la verità è che non sapevo nemmeno io cosa provavo per lui.

"Beatrice Clephane!" Mi rimproverò Michelle "Ti abbiamo chiesto come va con quel pezzo di figo e tu non sai cosa rispondere?!"

Ridemmo. No, non sapevo davvero cosa rispondere, così raccontai tutto quello che era successo, dal parco fino agli elefanti nello stomaco quando quella mattina mi si era accoccolato affianco.

"Oh Bea, tu sei cotta, totalmente" disse Clary.

Michelle continuò "e lui non è da meno!"

Non avrei sopportato un'altra parola su di lui, mi stava esplodendo la testa, perciò cambiai discorso e mi feci raccontare com'era trascorsa la giornata a scuola.

Quel pomeriggio lo passammo a ridere e a fare shopping al centro commerciale, così verso le 19 mi incamminai verso casa, salutando le mie amiche.

Misi le cuffiette e aspettai l'autobus per qualche minuto, quando arrivò salii al volo e, dato che era vuoto, mi andai a sedere in fondo, davanti ad un ragazzo a cui inizialmente non feci caso.

"Ciao Beatrice" sentii una voce familiare e mi girai subito, con la pelle d'oca.

Cazzo, Gabriel.

Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata, come se da un momento all'altro potesse uscirmi dal petto.

"Gabriel" dissi con voce amara.

"Come stai? Ti trovo bene!" Sorrisi di rimando, dovevo farmi forte, ero forte.

"Sto benissimo, tu, invece?"

"Non posso dire altrettanto, ho passato sicuramente momenti migliori, e tu lo sai" lo sapevo benissimo, ma non poteva far la predica a me, dopo che fu lui ad illudermi e lasciarmi dopo 3 anni di storia.

"Con molto dispiacere ti annuncio che questa è la mia fermata, ci si vede" e così scesi, senza aspettare la sua risposta.

Ed io che speravo di non rivederlo più..

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