Capitolo I: Il mio nuovo sogno

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Ciao a tutti miei cari lettori!
In via del tutto eccezionale, vi saluto anche all'inizio del capitolo. Siamo qui con il sequel di New Avengers Together ed iniziamo con un bel capitolo di estrema serenità, quindi, per ora, godetevela, miei cari!
Ci tengo solo a ricordarvi una cosa: fate attenzione a non lasciarvi ingannare dal fatto che la seconda scena nascosta della storia precedente è ambientata ad un anno dalla fine dei fatti, mentre questa storia inizia solo un mese dopo! ;)
Per quanto riguarda il titolo "Promises" ne capirete meglio il motivo nei prossimi capitoli, quindi abbiate un po' di pazienza.
Ringrazio di cuore chiunque sia tornato e chiunque sia nuovo, spero possa piacervi anche questa storia! =)
Buona lettura! 






Capitolo I: Il mio nuovo sogno

Un mese dopo la battaglia contro l'A.T.


-Va bene così, tanto non sarò mai in grado di fare di meglio.-
Alexis pulì la piccola tela che teneva tra le mani dai residui di gomma da cancellare con il dorso della mano. Poggiò gomma e matita sul prato accanto a lei, dove era seduta a gambe incrociate, poi tirò fuori dalla sua borsa la palette con gli acquerelli che non toccava ormai da almeno un anno. Sistemò tutto ciò che le occorreva, prendendo un bicchiere di plastica e mettendovi dentro un goccio di acqua dalla sua bottiglietta personale.
Erano ormai due ore che stava lì seduta, tentando di disegnare un bozzetto, o qualcosa che vi ci si avvicinasse il più possibile. Aveva le gambe e tutta la colonna vertebrale intorpidite, così si alzò per qualche secondo, stiracchiandosi, mentre osservava meglio i colori del soggetto che aveva scelto di copiare nel suo disegno: un piccolo nido di un pettirosso. Quella mamma premurosa le aveva concesso la grazia di rimanere lì a covare le sue uova, senza muoversi per tutto il tempo, così che Alexis poté osservare alla perfezione ogni sua sfumatura.
Era estate inoltrata, circa metà agosto, ed Alexis aveva trovato rifugio tra gli alberi nel parco del New Avengers Facility.
Tutto scorreva con calma. Dell'Hydra e dell'A.T. sembrava non esserci più alcuna traccia.
La gravidanza di Pepper procedeva bene, così come la sua relazione con Bucky, anche se, nell'ultimo mese, non avevano avuto poi così tanto tempo per loro.
Bucky era stato impegnato per venti giorni su trenta in Wakanda, con la ricostruzione dei villaggi che erano stati colpiti dai missili del primo attacco terroristico dell'Arischer Traum, mentre Alexis era saltata da una conferenza stampa all'altra, affiancata da Natasha, Steve, Falcon, Wanda e Visione, visto che i giornalisti non riuscivano a spiegarsi come era stata risolta la questione dei droidi. Gli Avengers avevano scelto di dire esattamente la verità dei fatti, raccontando del sacrificio di Gorgon e Synthia. Tony, invece, dopo la prima aveva scelto di non partecipare più alle altre e di dedicarsi completamente a Pepper e alla futura piccola Stark. Ovviamente non aveva trascurato gli Avengers, anzi, si vedevano spesso, ma, per fortuna, non per motivi di lavoro.
Thor era tornato ad Asgard subito dopo la commemorazione, non fidandosi troppo del fatto di aver lasciato Loki solo a detenere il potere. Anche Bruce aveva ripreso le sue attività di professore universitario, malgrado i tentativi da parte di tutti gli Avengers di tenerselo stretto.
Quando Alexis si sedette di nuovo sul prato ed iniziò ad armeggiare con i colori, il pettirosso volò via, lasciando scoperte le sue preziose uova. Probabilmente aveva bisogno di nutrirsi, ma Alexis sbuffò comunque come se fosse stata una bambina a cui era stata tolta la cioccolata perché ne aveva mangiata troppa.
-E va bene, farò affidamento sulla mia memoria.- borbottò.
Prese il pennello ed iniziò a dipingere partendo dallo sfondo, pieno di sfumature verdi che richiamavano le fronde degli alberi, alle quali aveva cercato di imprimere il movimento dato dal vento caldo di quel pomeriggio di Agosto.
Poi passò al soggetto principale, cambiando del tutto le tonalità dei colori, che andavano a risaltare su quelli del fondale frondoso.
Immersa in una totale concentrazione, Alexis non si era accorta di essere osservata.
James Bucky Barnes se ne stava appoggiato ad un albero di fianco ad Alexis, con le mani infilate nelle tasche dei suoi jeans da lavoro strappati, e la osservava con un lieve sorriso sulle labbra. Le era mancata nell'ultima settimana, che aveva trascorso in Wakanda. Per fortuna sarebbe stata l'ultima: le ricostruzioni erano state tutte portate a termine. Finalmente poteva dedicarsi ad Alexis, la ragazza che amava.
Era tornato dal viaggio proprio in quell'istante ed era la stata lei il suo primo pensiero. Alexis, era evidente, non sapeva del suo ritorno, quindi avrebbe colto l'occasione per farle una sorpresa.
Bucky socchiuse gli occhi godendosi la vista della sua ragazza intenta in un' attività del tutto normale, e si rese conto che era una delle prime volte che la vedeva così spensierata e la trovò bellissima.
Indossava un esile vestito bianco, corto da lasciare le ginocchia scoperte, con le spalline a canottiera e delle decorazioni floreali in pizzo. Aveva raccolto i capelli in una crocchia disordinata sopra la testa ed aveva i piedi nudi. Le scarpe le aveva sistemate poco distanti da lei.
Il soldato inclinò lievemente la testa per osservarle meglio il volto. Notò la sua espressione che trovò deliziosa: per la concentrazione le erano venute delle rughe al centro della fronte, gli occhi erano socchiusi e si mordeva il labbro inferiore. Spesso muoveva la mano davanti la sua faccia per scacciare qualche zanzara che la infastidiva.
Dopo averla osservata a fondo, decise che era il momento di farsi vedere, così fece qualche passo ed andò a sedersi accanto a lei, con le gambe stese in avanti e i palmi delle mani poggiati a terra per scaricarvi il peso.
Alexis si voltò, quasi spaventata. Nessuno alle tre del pomeriggio di un agosto così caldo era così pazzo da stare all'esterno, a parte lei. O meglio, a parte lei e Bucky.
Aprì la bocca in segno di stupore e mise a terra il pennello e la tela.
-James!-
Lo strinse forte allacciandogli le braccia intorno al collo. Lui ricambiò avvolgendole la schiena con un braccio, poi si separarono ma solo per unirsi di nuovo in un delicato bacio, che entrambi assaporarono come il più dolce dei mieli esistenti sulla faccia della terra, con un costante sorriso sulle labbra.
Poi Alexis lo guardò negli occhi e vi notò un po' di stanchezza e capì che fosse rientrato proprio in quel momento e che la prima cosa che aveva fatto era stata andare da lei. Ne fu molto grata. Lo capì anche notando il suo abbigliamento trasandato, ma che lei trovò irresistibile: dei jeans strappati, una camicia a maniche corte azzurra che era aperta per i primi tre bottoni e che andava ad accentuargli ulteriormente gli occhi del colore del cielo. La cosa che più amò erano i capelli, che James aveva legato in una coda bassa, con qualche ciocca lunga che cadeva ad incorniciargli il viso.
-Ciao, agente Moore.- le disse lui, sorridendole e dandole un altro lieve bacio sulla fronte.
Le passò un braccio intorno alle spalle e puntò lo sguardo sul disegno che Alexis aveva messo da parte.
-Che stai facendo?- le chiese.
La ragazza prese in mano la tela. -Ehm, niente, una schifezza.- disse imbarazzata.
-Beh, a me non sembra proprio. Non sapevo che ti piacesse dipingere.-
Lei fece spallucce. -Sono del segno acquario, quindi sono una persona creativa, suppongo.-
James inclinò la testa e socchiuse gli occhi. -Acquario? Quand'è il tuo compleanno, quindi? Gennaio?-
Alexis annuì. -Il ventotto.-
-Sarà meglio che me lo ricordi, allora.-
La ragazza scosse la testa, come a dire che non ce ne fosse bisogno.
Era così, anzi, avrebbe preferito che nessuno se lo ricordasse mai. Il suo compleanno era sempre stato un giorno molto importante nella sua famiglia. I festeggiamenti duravano per almeno tutta la settimana successiva, durante la quale i suoi genitori si divertivano a viziarla con ciò che le piaceva di più. Da quando erano morti era l'ultimo dei suoi pensieri, e le volte in cui i suoi colleghi avevano proposto di festeggiare, lei aveva sempre accettato, ma con un costante senso di colpa a fare da sfondo.
Decise di cambiare argomento.
-Tu come stai?- chiese.
-Bene, sono un po' stanco. Soprattutto per il fatto che Shuri, perché mi ha accompagnato lei qui con un jet, mi ha rimbambito a furia di parlare di cose scientifiche di cui non ho capito nulla.-
Alexis rise ad immaginare la scena.
-Se me lo avessi detto ti avrei aperto un portale, come sempre d'altronde.-
Lui sorrise sornione. -Sì, ma non avrei potuto gustarmi la tua faccia quando mi hai visto.-
Le fece una lieve carezza con il dorso della mano e gli si sciolse il cuore per l'ennesima volta quando vide Alexis chiudere gli occhi per godere a pieno del suo tocco.
-Stavo pensando...- le disse. -Ora che ho sistemato le mie questioni in Wakanda e che le conferenze sull'A.T. sono finite, io e te abbiamo qualcosa in sospeso.-
Eccome se avevano qualcosa in sospeso.
Alexis non l'aveva certo dimenticato.
Lei e James si erano innamorati in poco tempo, anzi, era stato praticamente amore a prima vista il loro, così come era durato poco il corteggiamento. Si potrebbe dire che era appena iniziato.
Per Alexis era un'esperienza del tutto nuova. Non aveva mai avuto un fidanzato, se non una banale infatuazione adolescenziale le cui uscite coincidevano con dei pomeriggi di studio. E lei era sempre stata un'alunna diligente, quindi studiava per davvero.
E in quel momento, incollata agli occhi di ghiaccio di Bucky, si sentiva emozionata come una qualsiasi ragazza, scordandosi quasi di essere un'Avenger con dei superpoteri.
Ci aveva pensato più e più volte nel corso di quelle quattro settimane, ritrovandosi spesso a sospirare, immaginando il loro primo appuntamento e, finalmente, ne avevano il tempo.
Far parte degli Avengers le aveva fatto capire certamente una cosa: ad aspettare troppo si rischia di avere grossi rimpianti. Non sai mai quando il pianeta dovrà subire un'invasione aliena!
Sollevò le sopracciglia ed annuì convinta. -Vero. Hai in mente qualcosa?-
-Ho già pensato a tutto.- rispose lui, mentre si alzava in piedi.
Alexis sgranò gli occhi sorpresa e sorrise. -Sul serio!?-
-Fatti trovare pronta per le 18.00.- si chinò a darle un rapido bacio, per poi andarsene.
Aveva decisamente bisogno di una doccia.
Alexis, invece, rimase lì imbambolata, non capendo quando aveva trovato il tempo di pensare al loro appuntamento.
"Per le 18.00" le rimbombava nelle orecchie.
Guardò l'ora sul cellulare, ricordandosi che stava per arrivare in ritardo ad un altro appuntamento che avrebbe avuto quel pomeriggio -decisamente meno romantico di quello che avrebbe avuto con Bucky- a New York, al 177A di Bleecker Street.

New Avengers Together II - PromisesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora