Capitolo X: No Words

78 7 2
                                    


Stephen Strange cadde a terra, sulla superficie rocciosa e arida.
La cappa della levitazione, strappata, cadde accanto a lui. La guardò tristemente, ma non poté rammaricarsi a lungo, perché fu colpito da una sfera di magia blu in pieno stomaco. Il colpo lo fece rigirare, si portò una mano allo stomaco, sputò del sangue per terra. Il suo istinto di dottore gli disse che l'aveva lesionato e, visto che non aveva modo di recarsi in un pronto soccorso, capì che ormai era finita. Non gli rimanevano che una manciata di minuti di vita.
Tutti gli Avengers giacevano a terra. Era come se fossero addormentati. Non si dimenavano più, stretti nelle morse di ferro in cui erano stati incatenati. Purtroppo, però, non stavano dormendo.
Spostò lo sguardo poco più in là.

Sul ciglio di una enorme spaccatura nel terreno roccioso, Alexis, inginocchiata, non aveva più fiato da recuperare per poter continuare a piangere.
Aveva appena visto il suo amore cadere nel dirupo, in uno scherzo del destino per nulla divertente.

-Alexis...- Stephen la chiamò, sussurrando, indicando lievemente qualcuno che le si avvicinava dall'alto.

Alexis non ebbe la forza né di sentire la voce di Strange, né di seguire la direzione che le stava indicando. Se ne stava lì con le mani aggrappate al bordo del dirupo, la bocca spalancata in una espressione di orrore, il volto completamente bagnato dalle lacrime. Non sentiva più il cuore nel petto.

La donna che stava causando tutto quel dolore, arrivò alle sue spalle, le girò intorno e le si piazzò di fronte con le mani sui fianchi. Alexis sollevò leggermente lo sguardo, senza muovere di alcun millimetro il resto del suo corpo.
-Non ti preoccupare, Alexis, presto raggiungerai James e tutti i tuoi amici.-

Strange vide la donna sferrare ad Alexis il colpo di grazia, che forse la ragazza aspettava quasi speranzosa, mentre l'ultimo soffio di vita lo abbandonava. Pensò amaramente che il detto "parenti, serpenti" fosse estremamente vero.


La suoneria del suo cellulare fece scattare in piedi Stephen Strange, che si era addormentato dopo aver cenato, con le braccia incrociate sul tavolo e la testa poggiata su di esse.
Si passò le mani sugli occhi, poi guardò l'orologio che segnava le 23.00 e si rese conto di essersi scordato del suo appuntamento con Alexis Moore, ma che probabilmente se ne era scordata anche lei, visto che in quel momento non era neanche lì.
Prese il cellulare e guardò il nome sullo schermo.

Tony Stark.

-Pronto?-

-...-

Il suo cuore accelerò vorticosamente per l'improvvisa paura a causa di quello che Tony gli aveva appena comunicato, ma si alzò di scatto e si preparò ad aprire un portale per il vicolo accanto.

-Sto arrivando.-

* * *

-Papà...- mugugnò Alexis con la voce impastata dal sonno.

Tony, in piedi mentre consultava delle scartoffie appoggiato ad un tavolo in vetro, si voltò di scatto, notando che la ragazza, stesa sul lettino nel suo laboratorio, aveva ancora gli occhi chiusi.
Ebbe un fremito, mentre si avvicinava a lei.
Non era sicuro se quella parola che aveva detto nel sonno fosse riferita a qualche sogno che stava facendo su Harry Moore, o se, per caso, si stesse riferendo a lui. Quasi ci sperò, mentre poggiava la mano su quella della ragazza, che dopo pochi secondi rispose stringendola.
Tutti i muscoli di Tony si rilassarono e sorrise. Finalmente la sua Agente si era svegliata.

Lexie tastò il lenzuolo sotto di lei. Per un attimo fu tanto confusa da pensare che fosse ancora in Wakanda, ma poi si ricordò che l'ultima cosa che aveva sentito sotto di sé era l'asfalto, in una New York del tutto buia.
Aprì gli occhi e con la mano libera si coprì il volto. Dalla vetrata entrava una forte luce aranciata.

New Avengers Together II - PromisesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora