Capitolo XV: Elementare, Watson (Parte II)

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Alessandria d'Egitto, villa privata di Erech


Erech faceva scorrere tra le sue dita una piccola conchiglia, probabilmente con l'intento di utilizzarla come anti-stress, senza riuscirci. Stava seduta al tavolo del salotto, con entrambi i gomiti puntellati su di esso e fissava dei fogli sotto di sé che contenevano informazioni su Alexis Moore e sul resto degli Avengers. Voleva scoprire tutto su di loro, in modo da non rischiare di essere colta alla sprovvista da qualche loro abilità speciale.

-Questi stronzi sono davvero rognosi, potrebbero davvero darci del filo da torcere.- sentenziò lei.

Poco più in là, seduto a gambe larghe sul divano in pelle bianco, Adrien stava bevendo un qualche cocktail che aveva appena inventato grazie alla vasta gamma di alcolici presenti nell'angolo bar di Erech. Si passò una mano sugli occhi con un' espressione dolorante e si lisciò i capelli scuri gelatinati tenuti stretti in un piccolo chignon.

-Cristo, calmati cara, mi stai facendo scoppiare la testa.- disse, poggiando pigramente la testa sul bordo dello schienale del divano. -Sono due settimane che elabori questo piano, è praticamente impossibile che tu abbia fatto degli errori di calcolo.-

La donna non rispose, ma si alzò ed andò a sedersi accanto al partner, guardandolo con gli occhi stretti in due fessure.

L'uomo sollevò la testa per guardarla ed ebbe quasi paura di quello sguardo che lo stava trafiggendo.
-Cosa vuoi? Fare un ripasso?-

Erech trattenne il respiro, poi annuì. -Sì, esatto, voglio fare un ripasso.-

Lui le parò una mano davanti. -Ti prego, è il quinto da questa mattina, solo le cose importanti.-

-Va bene.- rispose la donna, facendo scrocchiare le dita delle mani. -Dunque: abbiamo stabilito che lo scontro vogliamo che avvenga nel nostro territorio, lontano da tutte le loro attrezzature, in modo da togliere loro quel vantaggio.-

-Esatto.-

-Quindi dobbiamo attirare qui Alexis. Sicuramente gli altri Avengers la seguiranno, ma non sarà un problema: i nostri stregoni sono pronti. Per attirarla qui andrò-

Adrien la fermò con una mano e le fece il gesto di tagliare con le forbici. -Sì, andiamo avanti.-

Lei lo guardò male di nuovo. -Sai che posso stenderti con una folata di vento, vero?-

-Sì. E tu sai che io posso fare altrettanto con un terremoto, giusto?- disse l'altro, con un sorriso più che falsamente buono.

-Dicevo: dopo il rapimento, lei vorrà assolutamente venire qui e se tutti gli Avengers la seguiranno, li elimineremo tutti. L'importante è che avvenga qui. Non voglio che tutto il mondo mi veda eliminare i salvatori della terra, ho un business da portare avanti io.-

-Non ti piace essere vista come la cattiva?-

-Non in questo caso e non da tutto il mondo.- ammise Erech, facendo spallucce. Poi continuò: -Come va con i nostri... inquilini?-

-Stanno bene.- rispose Adrien, capendo subito a chi stesse alludendo la compagna. -Il sonnifero fa effetto su di loro come se fossero comuni esseri umani.-

Erech respirò profondamente. -Bene. E' importante che rimangano nascosti e addormentati. Sono i più potenti, a mio avviso, e sarà meglio non averli tra i piedi.-

-Concordo.-

La donna fece roteare il collo, che scrocchiò in una maniera inquietante e sinistra.

New Avengers Together II - PromisesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora