Childhood pt 2

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- Tanti auguri Sesto! - gridarono tutti in coro mentre entravano nella stanza di addestramento.

- Hai raggiunto la doppia cifra marmocchio! - urlò Terzo mentre mi prendeva sotto braccio e con una mano mi strofinava ben bene la testa.

- Si. Ehm... Grazie... - dissi risistemandomi i capelli in modo approssimativo.

Tutti mi guardarono sorpresi come se fosse una cosa essere indifferenti nel giorno del proprio compleanno, tecnicamente lo era, ma non mi è mai piaciuto festeggiare gli anni, cosa c'è di bello nel ricordare che il tempo sta passando, che tra non molto non sarai più un bambino e il mondo reale ti si scontrerà frontalmente distruggendo tutti i sogni che avevi avuto? Per me nulla, ho sempre creduto nell'eterna fanciullezza e, anche se ora sono cresciuto, non voglio crescere.

Cercai di sembrare più felice nei festeggiamenti, non era consuetudine farsi tanti regali, però ci furono dei piccoli pensieri da tutti i miei fratelli: una t-shirt, dei coltelli da lancio, delle cuffie della musica e tante altre cose, ma il regalo più bello arrivò da Quinta quell'anno.

Era ormai pomeriggio inoltrato, più o meno a quell'ora ci era concessa una piccola pausa dall'allenamento di circa mezz'ora, ma siccome era il mio compleanno fu prolungata ad un'ora.

L'adrenalina mi scorreva intensamente nelle vene ed ero troppo carico per riposarmi più del tempo regolamentare così mi ero rintanato nella sala addestramento da solo, mettendomi a lanciare i nuovi coltelli nel bersaglio disegnato su una piccola parte della parete costruita appositamente in legno. I coltelli partivano rapidamente dalla mia mano e tutti colpivano il centro del bersaglio, ogni movimento era fluido e preciso a partire dalla posizione di partenza col braccio piegato all'indietro e finendo con il piccolo tocco finale che davo ai coltelli nel momento in cui lasciavo la presa.

Mi asciugai il sudore usando la manica della maglia che indossavo mentre lentamente andavo a raccogliere i coltelli conficcati nel muro. Stavo per rimettermi a lanciarli quando sentii un rumore quasi impercettibile di passi dietro di me; mi girai di scatto pronto per dare una scusa della mia presenza lì aspettandomi di trovare o Julius o Primo ( non cambia molto ), al contrario trovai Quinta che con un leggero sorriso si stava avvicinando a me cautamente come se non volesse disturbarmi.

Quinta è la sorella gemella di Quarto, sono gli unici due che hanno veramente un legame genetico tra di loro, sono molto simili all'altro, hanno lo stesso sguardo solare ma allo stesso tempo cauto e attento, i loro occhi marroni scrutano ogni dettaglio circostante prima di procedere all'azione, preferiscono studiare la scena che seguire l'istinto. L'unico dettaglio che differenza i due gemelli, oltre alla corporatura snella e femminile di Quinta, sono i capelli di colore differente, è il loro segno. Lei li ha di un biondo chiarissimo, tendente all'argento come la superficie lunare, lunghi fino a sotto le spalle e arricciolati i teneri boccoli.

- Posso...? - disse avvicinandosi piano.

- Certo, pensavo fossi Julius. - dissi sorridendo.

- Julius non si sarebbe fatto sentire e ti avrebbe strangolato da dietro. - disse accennando un sorriso mentre dietro la schiena si rigira qualcosa tra le mani.

- Cosa hai lì dietro? - dissi incuriosito.

- Nulla... Il tuo regalo di compleanno...- disse mostrandomi un piccolo pacchetto incartato con della semplice carta marrone senza alcuna decorazione. Me lo porse gentilmente e io lo presi incontrando per un attimo le sue mani che come sempre era fredde come il metallo; osservai per un attimo il pacchetto chiedendomi cosa poteva esserci dentro, poi la frenesia di aprirlo prese il sopravvento e strappai l'incarto togliendo anche il tappo della scatola per vedere cos'era.

Rimasi un attimo a col fiato sospeso vedendo cosa c'era al suo interno, non mi aspettavo un regalo così particolare possiamo dire... La tirai fuori stando attento a non romperla, lo so che è impossibile rompere una collana ma non si sa mai; era fatta di un ciondolo a forma di bussola in oro giallo e argento, legata ad un semplicie laccio nero. Me la misi subito al collo con il ciondolo che arrivava più o meno all'altezza del torace, lo toccai con una mano in gesto protettivo, sentivo già che era diventata una parte importante di me.

- Come mai questo bel regalo? - chiesi togliendomi queste piccola curiosità.

- Perché anche tu stai crescendo, e voi maschi perdete sempre facilmente la strada. Questa, anche se la bussola è finta, ti aiiterà a ritrovarla spero. - disse quasi vergognandosi di quello che aveva detto.

Senza pensarci due volte mi avvicinai di scatto a lei e la abbracciai più forte che potevo, le voglio un mondo di bene, anche se è di un anno più grande di me ho sempre sentito il dovere di proteggerla da qualsiasi pericolo di questo mondo, ma non ne ha bisogno perché è benissimo capace di poterlo fare da sola; Quinta è la più dolce e la più sensibile tra tutti noi, sembra sempre la più fragile, quella prossima a cadere in lacrime appena vede uscire un rivolo di sangue, ma dentro è una guerriera, non ha paura di nulla come il resto della compagnia.

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