Broken Angel

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SESTO POV

Il giorno della partenza è arrivato. Personalmente non mi sento ancora pronto per una missione, ma ormai non si torna più indietro, siamo scappati e ora bisogna combattere. Come guerriero non ho fatto molti progressi, riesco a creare Luce ma non riesco a usarla come arma letale, a formare scariche elettriche o kamehameha ( quelle di Goku via ), mi sento un sfigato al confronto di Felix.Il ritrovo è alle 10:00 nella sala principale, tutti puntuali o Rufus s'arrabbia.

Sono ancora steso nel letto della mia stanza guardando il soffitto di metallo sopra di me, non so che sto facendo, sicuramente non succederà nulla finché non mi alzo; forse è proprio quello che voglio, non voglio causare più nulla. Non ho dormito tutta la notte, sono troppo agitato, da qui in poi inizierà la vera guerra.
- Basta mi sono stancato!- smatto alzandomi dal letto.

Vado in bagno e mi sciacquo il viso per bene, tanto per vedere se tutto questo è un sogno. Non so se fortunatamente o sfortunatamente non succede nulla.

Mi metto la divisa che questa mattina ho trovato sulla sedia accanto al letto, è diversa da quella che avevo prima: questa è completamente di colore blu notte, i pantaloni sono corti, non molto stretti e di un tessuto elastico per permettermi ampi movimenti, la maglia è a mezze maniche senza nessun tipo di cucitura, solo una piccola scritta sulla parte destra del colletto, "Finché potrò volare questa rivolta non si fermerà ", mi piace come motto. Prendo arco, frecce, uno zaino dove ho messo lo stretto indispensabile e raggiungo il gruppo.

Sono già tutti lì, stanno chiacchierando tra di loro, non sembrano essere preoccupati per quello che succederà tra poco, dove saremo e come tutto questo finirà, sembrano semplicemente felici.

- Divertente vero?- dice White affiancandosi a me.
- Cosa? - dico stupidamente, ovvio me lo ricordo che lui legge il pensiero.
- Tutti sono felici anche se tra poco saremo costretti anche ad uccidere- dice lui con un tono di tristezza nella voce.
- Non pensavo di essere l'unico a essersene reso conto...-
- Ei, siamo in due-
- Al pensiero di poter uccidere dei civili mi sento male- dico, ed è vero, la maggior parte di loro non centra nulla, sono stati solo influenzati dai pensieri di Tanam.
- Ricordati che anche la creatura più innocua nasconde un lato cattivo, io non lo nascondo, ma tu angelo caduto?- dice lui e si allontana per raggiungere il gruppo.

Le sue ultime parole mi hanno colpito in pieno come una freccia al cuore, "angelo caduto" forse hanno avuto così effetto perché anche io mi vedo così e sento che ha ragione. Un angelo caduto equivale ad un diavolo, e perché non dovrei esserlo, tra poco ucciderò, e non è questo che fa di una persona un dannato? Può darsi che i miei fratelli siano consapevoli a cosa andiamo contro ma che non gli importi, siamo stati così tanto tempo considerati dei mostri che ora lo pensiamo da soli e ci comportiamo come essi.

Mi avvicino senza dire nulla agli altri e resto in silenzio guardandomi attorno, non mi capacito ancora di questa situazione.
Rufus si fa largo tra il gruppo e si mette davanti ad uno strano aggeggio, un tubo collegato alla parete attraverso dei fili.

- Oggi è finalmente il giorno tanto atteso, d'ora in poi comincia la vera guerra o forse dovremo chiamarla guerriglia- comincia con tono alto e fiero - raggiungeremo Zatter zone attraverso questo teletrasporter che ci catapulterà a qualche chilometro fuori dalla città di Zatter che colpiremo direttamente- conclude il discorso.

- Ma come funziona?- chiede Quarto.
- Ti riduce al tuo livello molecolare, ricomponendoti poi dove desideri andare, quindi è importante che abbiate bene in mente la vostra destinazione o continuerete a viaggiare in forma molecolare per lo spazio-tempo - spiega White.

- Chi è il primo?- chiede Primo.
- Vado io - dico facendomi coraggio, tanto prima o poi sarebbe toccato anche a me, meglio togliersi il pensiero subito.
- Vieni qui Sesto- dice Rufus.

Mi faccio largo tra i ragazzi e mi infilo in quel tubo di diametro minore a mezzo metro, ringraziamo il cielo che non sono claustrofobico.

- Sei pronto?- chiede Rufus.
Alzo i pollici in segno di approvazione, lui si gira verso Primo facendo cenno di "si" con la testa, quest'ultimo abbassa una leva e io sparisco.

Una strana sensazione mi invade, diciamo che invade i miliardi di pezzi di me visto che mi sento come fossi stato fatto a fette da un macellaio. Cerco di concentrare la mia attenzione su dove mi hanno detto di andare, speriamo che funzioni, preferisco il me tutti intero ai tanti piccoli me, senza offesa eh.

Improvvisamente comincio a sentirmi di nuovo tutto intero e solo dopo aver preso una facciata sull'erba mi accorgo di essere arrivato a destinazione. Mi trovo al centro di un enorme bosco di cerri secolari, il terreno è ricoperto di foglie rosse e gialle, gli uccelli sopra gli alberi cinguettano felici facendomi sorridere anche a me. L'aria ha un odore di foglie bagnate dalla pioggia, l'ho sentito raramente nella mia vita visto che abito in una città calda. ma l'ho sempre amato fin dal primo momento, mi da serenità. Apro le braccia insiprando ed espirando a grandi boccate d'aria per sentire a fondo quest'odore.

Comincio a camminare un po' nei ditorni, spostando cumuli di foglie dei colori dell'autunno e cercando di vedere cosa ci ossa essere più in alto delle chiome degli alberi, solo cielo o anche qualcos'altro? Devo studiare il territorio del nemico mglio che posso, anche se si tratta solo della zona circostante alla città.

Decido di andare un po' in esplorazione mentre aspetto tutti gli altri. Dispiego le mie ali e volo in alto fino a raggiungere i rami più alti degli alberi, poi be scelgo uno e mi apposto lì sopra, come mi poso su di esso delle voci mi entrano in testa, parlano di case distrutte, bambini nati e poi portati via, e molte altre cose. Scuoto forte la testa come per far sparire le voci, e stranamente funziona. Da qui riesco a vedere la città di Zatter, una città immensa per una zona come questa, non ci sono grandi grattacieli, ma si possono vedere dei palazzi modesti circondati da villette, nulla in confronto alla città di Ainem o di Tanam.

Un rumore di foglie smosse attira la mia attenzione al suolo, qualcuno deve essere arrivato. Senza fare rumore scendo cautamente fino ad arrivare a pochi centimetri da terra, ma resto in aria, potrebbe essere anche uno sconosciuto, meglio fare meno rumore possibile. Mi avvicino a dove ho sentito provenire il rumore e arrivato, mi lascio uscire un sospiro di sollievo mentre tocco il suolo, è Quarto.
- Eccoti finalmente- dice sorridendo.
- Sono andato a dare un'occhiata- dico in mia difesa.
- E dove se mi è concesso saperlo?-
Indico con l'indice verso l'alto, lasciando un espressione sorpresa sul suo volto.
- Giusto tu puoi volare, ecco perché non percepivo la tua aura- dice in conclusione, ma stavolta sono sopreso io.
- La mia cosa?-

- La tua aura. Ogni oggetto, persona e animale ne possiede una, è la nostra parte astratta, senza di questa non potremo vivere. È lì che sta il nostro dono Sesto, non proviene dal DNA, ma dalla nostra aura. Esistono 5 auree che sono come la divisione dei propri doni nei sei elementi, solo che qui la luce e l'ombra sono uniti nel Kigen. Io posso sentire l'aura delle persone quando si trovano a contatto col suolo, e tu stavi volando- mi spiega in modo rapido.

Mentre parliamo arrivano anche, uno dopo l'altro, tutto il resto della troupe interrompendo il nostro discorso. Menomale, non c'ho capito molto e sicuramente Quattro me lo avrebbe chiesto.

- Benvenuti nella foresta dei ricordi di Zatter- dice Rufus aprendo le braccia al cielo.

SPAZIO AUTRICE :)

Oddio siamo a mille e qualcosa, vi adoro e lo ripeterò per i prossimi duemila capitoli.

Scusate se il capitolo è un po' corto ma mi piaceva separare questa scena con quella a seguire.

Spargete la voce su questa "orribile storia che odiate", commentate e votate please.

- Marghe :)

Generazione n. 5Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora