Capitolo 11

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POV LELE

Ma che cazz-?
Ma proprio oggi dovevo vedere Tanc che si sta lavando con la tenda della doccia non tirata, in modo che si veda benissimo il suo corpo nudo su cui scorre così tentatrici le gocce d'acqua che escono dal soffione della doccia.

Tanc nota la mia presenza e mi rivolge un sorrisino che di innocente aveva ben poco...

Quel bastardo sapeva che io sarei arrivato; io e Diego eravamo appunto gli ultimi che dovevano fare la doccia

Si può sapere perché Diego ha perennemente e innegabilmente ragione...

Eppure Diego mi aveva avvisato che sarebbe potuto succedere, ma non mi aspettavo così presto una provocazione anche da lui, però mica male come provocazione la sua

Ok Lele piantala, torna in te, sei tu qui che comanda gioco, (non ci credo manco io che l'ho scritto) devi farti valere, quindi ora vai sotto la doccia, TIRI la tenda e la smetti di pensare a Tancredi

"Non ci riuscirai mai"

<Chi sei tu?>

"La tua coscienza"

<E tu che ci fai qui e cosa vuoi?>

"Io sono te idiota, comunque per rispondere alla tua domanda sono qui per dirti che Tancredi sta uscendo dalla doccia "

<Che?!>

"S-T-A-U-S-C-E-N-D-O-D-A-L-L-A-D-O-C-C-I-A capito?"

<COSAAA?>

"Ma sei deficente, allora. Girati e guarda Tanc"

<E perché dovrei farlo?>

"GIRATI E BASTA"

<Ok ok ok stai calma>

Ritorno alla realtà e mi giro verso la doccia da dove sta uscendo Tanc, si avvolge l'asciugamano in vita e come se niente fosse si dirige verso di me, mi passa accanto e come niente fosse appoggia una mano sulla mia spalla e una sul mio fondoschiena cominciando a testarlo sfacciatamente. Il mio intero corpo si irrigidisce mentre Tancredi continua a giocare con il mio lato B.
In un attimo sento la sua completa figura alle mie spalle e senza che in qualche secondo mi ritrovo completamente ancorato al suo corpo. La mia schiena premuta contro il suo petto e il suo pacco a contatto con le mie natiche. Cerco di divincolarmi dalla sua presa, ma mi tiene talmente ancorato al suo corpo che non riesco spostarmi nemmeno di un millimetro...

T: Cerchi di scappare? Dove pensi di andare? Pensi di venire lì, farmi eccitare e andartene subito dopo come se non fosse successo assolutamente niente

L: Sei tu che hai iniziato questo gioco

T: Quante volte devo ripeterti che ti amo , mi sono innamorato subito di te

L: Come faccio a crederti, dopo tutte le cazzate che mi hai raccontato. COME POSSO?

Con uno strattone più forte degli altri riesco a liberarmi dalla sua presa

L: Non ti sei ancora stancato di raccontarmi bugie su bugie? Non hai nemmeno un minimo di rimorso per quello che mi hai fatto?

T: TI HO DETTO CHE TI AMO

L: E IO NON TI CREDO

Tanc con passo si para davanti a me a pochi centimetri dal mio viso

T: Smettila di dire che non ti amo è l'unica certezza che ho nella mia vita Sei tu ciò che voglio...

L: Ma io non ti voglio

T: Cazzate

L: Come fai a esser-

Senza rendermene conto sento due labbra appoggiarsi prepotentemente sulle mie. Tanc mi afferra saldamente i fianchi e azzerando la distanza dei nostri corpi. Cerco di staccarmi dalle sue labbra...come può solo pensare che nonostante io lo ami, gli cada ai piedi come un cane.

La lingua di Tanc forza l'accesso alla mia bocca, serro più possibile le labbra in modo che riesca oppormi all"introsione della sua lingua nella mia bocca.

È insistente, lecca le mie labbra cercando di farmi credere e dopo pochi minuto mi lascio completamente andare cedendo al suo tocco. La sua lingua incontra subito la mia creando una danza dolce ed erotica nello stesso momento. Le mie braccia si agganciano dietro il suo collo, mentre le sue mani dai miei fianco si spostano più in basso, ma mano scendono sempre di più finché non raggiungono il mio fondoschiena.
Le nostre lingue continuano a intrecciarsi, quando le nostre labbra si sfiorano solamente, mentre riprendiamo fiato ci fanno completamente dimenticare tutto quello che era successo e il perché stessimo litigando fino a un minuto fa.

Continuamo a baciarsi, finché il rumore della chiusuara della porta della camerata non ci riporta alla realtà.

Ci stacchiamo immediatamente e ci guardiamo negli occhi, mentre cerchiato di trovare un modo per non farci beccare.

Un'idea si fa spazio nella mia mente, afferro il polso di Tanc e con passo svelto lo porto alla doccia in cui prima si stava lavando, mi guarda confuso e io sottovoce e in modo piuttosto veloce gli spiego il piano

L: Apri la doccia e fai finta di lavarti, io vado nella prima doccia, in modo che siano lontane e non creino problemi

T: Sei un genio, ecco perché ti amo

L: Non è il momento e ne riparliamo dopo, abbiamo molto da chiarire io e te. - ringhio a dentri stretti -

Tanc annuisce e chiude la tenda, aprendo subito dopo il getto d'acqua. Io mi dirigo nella prima doccia, mi spoglio velocemente e faccio appena in tempo ad aprire il getto d'acqua che qualcuno entra in bagno

Riconosco subito dalla voce che è Diego, perché mi urla

D: LELE SEI QUI

L: SI DIEGO SONO NELLA PRIMA DOCCIA, SMETTILA DI URLARE

D: MA STAI URLANDO ANCHE TU, SMETTILA TU

L: NO SMETTILA TU

T: SMETTETELA ENTRAMBI

Mi irrigidisce sul posto, mentre l'acqua scorre ancora sul mio corpo. Spero che Diego non faccia cazzate come picc-

Il silenzio che era calato a causa di quella voce, viene interrotto da Diego che urla un

D: TU BRUTTO PEZZO DI MERDA, COME HAI OSATO FERIRE COSÌ IL MIO LELE?! COSA DIAVOLO AVEVI INTENZIONE DI FARE

Come non detto Diego e le sue cazzate sono sempre presenti

Tanc e Diego cominciano a urlare uno contro l altro, maledicemdosi a vicenda in tutti i modi possibili, finché Tanc per ripicca verso Diego dice una frase che mi procura un sonoro "crac" al cuore

Un amore al collegio ~Tankele~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora