La scuola sotto attacco. [CAPITOLO 5/3]

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Fa per uscire.
Ma non riuscirà a riferire nulla.

Perché lei è lì, con un pugnale.

Aurelia.

«Mi cercavi, Victoria? Perdona il ritardo, ma temo tu non possa andare da nessuno adesso.»

Victoria.
Il sangue, il sapore ferroso che le pervade la gola.
L'immagine della bionda, nitida nella sua mente.

Il mondo le vortica intorno quando sviene al suolo sofferente ed ogni senso, a poco a poco, si affievolisce.
La preside la osserva dall'alto con un ghigno trionfante dipinto in viso.

Ha vinto.

Selene è dinnanzi al lavandino pubblico, situato all'esterno dell'area ristorante, sul retro dell'hotel.
Sta continuando ad insaponare e sciacquare, insaponare e risciacquare ancora. Un ciclo che ripete più e più volte su di un... telefono?

Il rosso le si avvicina curioso, avendola adocchiata già da un po' intenta nel suo lavoro.
Si appresta ad osservarla in silenzio.
Dipinta così di assidua concentrazione, sembra viva in una dimensione tutta sua dove l'unico pensiero che l'affligge è la pulizia di quel dispositivo, anche se... nel peggiore dei modi.

«Selene ma... che staresti facendo?»

La ragazza si volta di scatto, balzando. Scruta in un sospiro l'altro, non avendolo affatto notato prima.
Era decisamente in un mondo tutto suo, eppure nasconde con estrema naturalezza la sorpresa in una esaustiva spiegazione.

«Poco fa sono uscita dalla piscina, ma andando di fretta non ho visto la professoressa Alexandra e...»
Increspa le labbra in una linea semicurva. Non sa se ridere o piangere.
«Le ho fatto cadere il telefono in uno dei settecento vasi che contornano il cazzo di hotel!» Fa spallucce e getta le braccia all'aria, sospirando e sbattendo i piedi sul posto.

«Quindi ora lo staresti... pulendo?»  Archer sbatte le palpebre, incredulo.
Il suo tono piatto e la sua espressione corrucciata non richiedono ulteriori analisi.

La giovane sbotta in un sospiro, estraendo ora dalla tasca del pantalone un tovagliolo di carta; lo ripassa sul dispositivo, borbottando isteriche imprecazioni non appena le nota.
Linee verdi.
Il display è andato. Completamente.

Archer, con la più assoluta serietà, le rivolge un quesito.
Fermo in viso e nei modi, sicuro di sé.

«Ma sei stupida?»








Accanto all'area delle esibizioni, così come un po' ovunque, vi sono piante e cespugli.
C'è però un fiore appassito, accanto cui vi si accuccia Stella.
La bionda distende le proprie braccia in avanti, per poi recitare una sorta di formula appresa dall'insegnante; una in grado di semplificarle la magia.
«Ad naturam!»

Dalle sue dita si diramano come particelle di luce, o piccole sfere incandescenti, che tendono a fondersi con quel corpo ormai privo di vita per fornirgliene una nuova.
I suoi vispi petali viola quasi accecano la bionda, che sorride difatti orgogliosa di sé e del proprio lavoro.

«Com'è carino!» Commenta ancora squillante, ponendosi ora sulle proprie gambe e saltellando sul posto.
L'eco di più applausi la fa voltare di scatto, alle spalle.

«Ti alleni anche qui?»

Una voce conosciuta; è la professoressa Alexandra.

«Oh, professoressa!» Le sorride, genuina. «Se Selene mi vedesse ora mi urlerebbe di correre via perché potrebbe prendermi e strozzarmi, come demone.»

HIDDEN TRUTHS 1: The VN SagaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora