Caccia al demone. [CAPITOLO 4]

149 26 222
                                    

La notte cala, ma... qualcuno si intrufola silenziosamente nella stanza di Aiden e Archer.
Qualcuno che ha accesso alla chiave.

La soffusa luce riflessa della luna penetra nella stanza, rischiarendo la figura nella penombra.

Chiunque sia entrato, è qui per Archer.

Si avvicina al suo letto e, con estrema cautela, affianca al braccio destro che fuoriesce dalle lenzuola una siringa.

Contiene uno strano liquido nero, che inietta nelle vene del rosso.
Il giovane geme lievemente, avendo inoltre impercettibili scatti.
Eppure, non si sveglia.

Giunge il mattino, e gli studenti corrono al piano terra.
Il caos è già esploso.

«Buongiorno a tutti. Spero abbiate dormito quantomeno decentemente, nonostante tutto.»
La voce della preside, Aurelia, si diffonde in eco lungo la sala d'ingresso.

Ci sono diversi volti, perlopiù ignoti.
Archer sorride a ognuno, ma in pochi ricambiano.

Sono tutti estremamente cupi, ma sa che la normalità "dovrebbe" essere quella.
Che buffo, quanto il concetto di normalità vari da persona a persona.

«Poco meno di due ore fa, durante la notte, lo squadrone del Generale Edward II, ha setacciato la scuola e catturato la creatura. Ho avuto io stessa la premura di contattare il Capo del Governo, vista la gravità della situazione.»
Inumidisce le labbra; un'espressione cordiale.

«Pertanto ci tenevo a rassicurarvi in merito al demone. So che ora è rinchiuso nelle segrete dell'accademia militare, ma verrà deportato a Captia.»
Un sospiro di sollievo si espande nel pubblico, forse il più lungo mai tirato.

Se davvero riuscissero a deportarlo nella prigione più invalicabile e macabra di Highest City, una vita colma di sogni e speranze non sarebbe più soltanto una lontana utopia.

L'insegnante Victoria, in prima fila, sospira ponendosi a braccia conserte.
Borbotta qualcosa, all'orecchio di Randall.
Una pulce, si direbbe.

E poi ne borbotta un'altra, ad Alexandra; i gioielli che indossa risplendono nella penombra di una cupa alba.

«É giusto porre le mie, e le nostre, più sentite condoglianze alle famiglie di quei poveri ragazzi... Mi piange il cuore all'idea che non riusciranno mai a realizzare i propri sogni o a rivedere i propri cari.»
Le ciglia di Aurelia sfarfallano, umide a causa della imminente lucidità delle pupille.

«Tuttavia, non possiamo permetterci di perdere altro tempo. Qui verranno forgiati i futuri soldati, o insegnanti, e se la minaccia è già alle porte noi faremo in modo di essere quanto prima pronti a difenderci.
Di essere pronti a combattere.»

Archer e Aiden si scambiano un'occhiata veloce, increspando curiosamente le labbra.

Una giovane dai capelli bluastri, le cui iridi sembrano scolpite nel ghiaccio stesso, giace accanto ad uno dei pilastri retrostanti.

Archer la nota, con la coda dell'occhio, e si volta per poterla inquadrare meglio.
I suoi occhi sembrano fari lucenti in questa foschia.

Lei osserva, ascolta.
Il silenzio le inebria le labbra di stupore.
Il mondo circostante, tuttavia, non la scalfisce affatto.


HIDDEN TRUTHS 1: The VN SagaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora