Capitolo Quattro.

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Harry aveva passato il resto della serata a pensare a quando avrebbe scritto al suo professore, non sopportava l'idea che quell'uomo avesse pagato ben mille dollari per stare chiuso, in una stanza, a parlare.

Harry aveva accettato da tempo il suo destino e il suo lavoro, era una prostituta, lo era da anni e lo sarebbe stato per molto tempo.
Veniva pagato per il suo corpo, per intrattenere altri uomini, questo era.

Aveva pensato a cosa scrivere a Louis, per la maggior parte del tempo, anche mentre l'ennesimo cliente faceva sesso con lui, grugendo contro al suo corpo e lui faceva finta di gemere compiaciuto.

Quando finì di lavorare era ormai notte inoltrata, Niall lo aveva accompagnato al suo appartamento, visto che Harry non aveva l'automobile, avevano parlato poco a causa della stanchezza e perchè non parlavano mai del lavoro, era la loro regola.
Si erano scambiati un dolce bacio sulle labbra, augurandosi la buona notte ed Harry era entrato in casa sua, non prima di aver raccomandato a Niall di scrivergli, una volta giunto a casa.

Solo dentro casa, dopo aver chiuso la porta a chiave, aveva tirato fuori il suo telefono e il bigliettino, senza badare al fatto che fossero ormai le 3 del mattino.

Si era mordicchiato il labbro mentre memorizzava il numero e apriva la conversazione.

'Mi scusi per l'orario, volevo informarla che alla prossima lezione le porterò la metà del denaro che ho ricevuto e che lei ha pagato per me.' Scrisse, premendo sul tasto 'invio' prima ancora di rileggere il messaggio e maledicendosi perchè forse avrebbe potuto aspettare, visto l'orario, perché avrebbe potuto scrivere in modo diverso, avrebbe potuto trovare un contesto più carino.

Sbuffò prima di spogliarsi dai suoi vestiti e infilarsi nuovamente in doccia, era forse la terza?

Si lavò lentamente, inondandosi di bagnoschiuma e sfregandosi nuovamente la pelle fino a sentirla pizzicare e vederla arrossarsi.

L'acqua calda aveva sempre un effetto rilassante su di lui, così sbadigliando uscì dalla doccia e si avvolse in un grande e bianco asciugamano.

Il suo telefono vibrò sopra alla cesta dei vestiti sporchi, pensava che Niall gli avesse scritto una volta giunto a casa, come Harry espressamente gli richiedava ogni volta.

Quando sbloccò lo schermo del suo telefono il cuore gli balzò in gola, Louis aveva risposto.

I suoi pensieri si trasformarono in una serie di imprecazioni mentre con le dita tremanti apriva il messaggio.

Louis gli aveva scritto il suo indirizzo.

Lo lesse un paio di volte e il suo cuore, se possibile battè ancora più forte quando vide che il suo professore fosse online.

'Credo sia meglio non parlarne in aula' diceva il messaggio in allegato.

Harry dovette resistere alla tentazione di scrivere ancora qualcosa, di cercare su internet la sua abitazione, fino a quando una volta a letto la stanchezza psicologica e fisica lo sopraffò e si addormentò ancora con l'asciugamano chiuso sulla vita.

Louis, dall'altra parte pregava di addormentarsi e smetter di pensare.
La sua mente non era altro che un continuo turbinio di pensieri.

Quando Louis ed Harry erano usciti dalla stanza, il professore aveva incontrato Liam guardarlo sconcertato, se non fosse per tutte le emozioni che stava ancora elaborando, lo avrebbe insultato anche solo per aver pensato che fosse andato con una prostituta.

Aveva seguito il suo alunno con lo sguardo, lo guardò allontanarsi con sguardo insicuro e quando le scene e i suoni appena visti si ripresentarono nella sua mente, sentì la necessità di fuggire fuori da quel locale.

Ophelia | Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora