Capitolo Tredici.

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Louis non capiva, non capiva proprio perchè e per quale motivo, non vedere il ricciolino, anche solo per qualche giorno, lo faceva stare male.

Il professore, a dire la verità, cercava di negare a sé stesso che l'assenza di Harry gli causava delle sensazioni strane; aveva iniziato ad accorgersene dopo che quella mattina il più piccolo se ne era andato, la casa sembrava vuota e disordinata e Louis aveva sempre odiato il disordine, eppure i vestiti che aveva prestato al giovane la notte precedente sarebbero rimasti sul suo divano per altri due giorni.

Quando quel martedì non lo vede a lezione si preoccupa, come sempre, d'altronde.
Però durante la pausa, Niall, alla quale non aveva mai dato il suo numero, gli scrive e gli scrive che Harry sta bene e che presto, torneranno a lavorare al locale.

Il professore si morde la guancia interna mentre pensa che se anche quel giovedì non lo vedrà a lezione gli scriverà o lo chiamerà o andrà da lui, solo per assicurarsi che vada tutto bene.
Sbuffa arrabbiato, verso stesso, mentre a bassa voce si dice 'Louis, hai 30 anni forse è meglio se ti riprendi' e poi spalanca la portiera, senza nemmeno guardare ed esce dalla sua automobile.

Quella mattina è addirittura in ritardo e per questo corre nel corridoio e arriva trapelato verso la sua aula.
Da quando Louis arriva in ritardo?

Quando entra però, molti studenti sono già seduti ai loro posti e qui, vede anche quei lunghi capelli ricci.

Quando lo vede tira un sospiro di sollievo e un piccolo, piccolissimo sorriso, rischia di manifestarsi sul suo volto.

'Buongiorno ragazzi' saluta tutti, facendo vagare il suo sguardo nell'aula quasi piena e quando arriva ad Harry nota che non lo sta guardando, non lo sta salutando, sta ridendo con il vicino di banco.

Louis non è geloso, no.
Louis non prova fastidio perchè il più piccolo sta scherzando e mostrando il suo bellissimo sorriso tutto denti e fossette a un altra persona, no.
Louis in realtà è contento di vederlo relazionarsi con qualcuno della sua età, lo è davvero.
Louis però si irrita, inevitabilmente, perchè, nonostante tutto quello che hanno passato nei precedenti giorni, Harry non lo sta nemmeno guardando.

Così respira a fondo e mette su una maschera sorridente.

'Buongiorno studenti, scusatemi per il ritardo' dice, appoggiando la sua solita valigetta sulla cattedra e anche la scatola che conteneva tra le mani.

'Oggi faremo una lezione in preparazione di una prima valutazione' dice, il suo tono è rigido e nell'aula cala il più totale silenzio.

'Come sapete il nostro corso prevede un unico esame in realtà, per testare il vostro apprendimento' inizia a parlare sistemandosi gli occhiali sul naso 'ma per mantenere la vostra attenzione e la vostra concentrazione ho deciso di inserire una prova parziale, che avrà il valore di 10 punti sul totale della valutazione'. Quando finisce la sua frase aspetta qualche secondo, fa vagare il suo sguardo sui suoi alunni e se anche legge il mal contento di questi ultimi, nessuno di loro osa mostrarsi contrariato.

'In cosa consiste la prova?' chiede una ragazza senza alzare la mano, si trova sull'ultima parte di banchi, quella più alta.

Louis si sgranchisce la voce, con il telecomando accende il proiettore e per qualche secondo non risponde.
Quando si siede alla sua cattedra riguarda la ragazza che ha posto la domanda.

'La prova consisterà nella visione di 3 interrogatori, il vostro compito è leggere le emozioni delle persone che sono riprese nella loro interezza, leggere e spiegare quale mimica o gesto vi ha portato a leggere la suddetta emozione' dice, questa volta il brusio è più alto, Louis sa che il compito che gli sta affidando è complicato e che tutti sono ovviamente spaventati per la valutazione.

Ophelia | Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora