Ophelia | Larry Stylinson

Capitolo Sedici.

TW: violenza

Louis ha sempre avuto un grande istinto, si, si è sempre fidato di sé stesso e non ha mai sbagliato.
Il professore era un abile investigatore e oltre all'impresa investigativa, da suo padre aveva ereditato una caratteristica particolare, quando qualcosa stava diventando strano, quando qualcuno era in pericolo, quando la situazione stava peggiorando, provavano uno strano formicolio sulla punta delle dita.

Louis ricorda la prima volta che lo aveva provato... era una delle prime volte che accompagnava suo padre, erano andati in incognito a seguire un uomo di alto rango, denunciato dalla moglie per innumerevoli violenze e mai arrestato.
Quel caso era pro-bono, suo padre aveva sempre avuto un gran cuore e si sentiva in dovere di aiutare quella donna indifesa e costretta a cose indicibili, per quello seguiva quel caso gratuitamente.
Inoltre, il colpevole era conosciuto, rispettato e pieno di soldi, grazie ad un giro di prostituzione a porte chiuse; con quei soldi comprava poliziotti e giudici e il padre di Louis questo proprio non lo sopportava.

Il professore e il padre erano poco lontani dall'uomo, che parlava con un bodyguard fuori da un portone, faceva freddo, la neve caduta nei giorni precedenti si era ghiacciata sull'asfalto.
Erano accucciati e nascosti da circa un ora e il freddo stava distruggendo il giovane Louis, che cercava di sopportare e tenere duro per aiutare suo padre.

Proprio mentre i toni della discussione tra gli uomini poco distanti da loro si alzarono, Louis iniziò a provare uno strano formicolio alla punta delle dita e subito con la mano libera prese a premere su essi, come se velocemente il sangue avesse smesso di scorrere nelle sue dita.

'Abbassati Louis, le cose si stanno mettendo male' disse il padre, guardandolo comprensivo per solo qualche secondo.
Passò forse un minuto prima che il rumore di uno sparo si liberasse nell'aria.
Il cuore di Louis iniziò a battere come a voler uscire dal suo petto, alzò lo sguardo verso il padre che scattò una foto alla scena per poi sedersi accanto a lui.

'Va tutto bene, Louis' disse accarezzandogli il viso, cercando di mostrarsi forte e corazzato ma Louis lo leggeva nei suoi occhi che aveva paura.

Chiamarono la polizia subito dopo e il padre di Louis andò a testimoniare in aula contro quell'uomo, vinsero e grazie a questo, l'azienda del padre ebbe ancora più successo.

Ora Louis è seduto sulla poltrona del suo salotto, non è riuscito a cenare e la punta delle dita gli formicola dal momento in cui ha salutato Harry.
Ogni tanto si alza e fa qualche passo per la stanza e poi si risiede.

Nuovamente si preme i polpastrelli della mano sinistra con la sua mano destra e pensa, pensa, pensa.

Qualcosa sta per accadere.

Louis ha sempre seguito il suo intuito e quello è il momento di agire, scarica tutta la documentazione relativa ad Andrew che in realtà si chiamava Nicholas, un nome idiota per una persona idiota aveva pensato il professore quando lo aveva scoperto

Quando deve scrivere quella email, il formicolio aumenta e lui non trova parole formali per descrivere quello che deve.
Manda l'email in fretta e furia perché quando guarda l'orologio sulla parete sono le 22.00.
Fa una telefonata veloce, a chi di dovere, non si spende in paroloni e poi attacca velocemente.
Poi, così come è vestito sale nella sua camera da letto, prende la pistola chiusa in cassaforte, indossa il cappotto e parte in direzione dell'amour.

Mentre è in macchina è lo stesso calore del suo corpo a far appannare i vetri e nella sua percezione, il viaggio per arrivare al locale è lunghissimo.
Entra all'amour senza problemi, perché il bodyguard all'esterno sta filtrando con una ragazza con il seno rifatto e le labbra dipinte di rosso, Louis pensa solo un secondo al fatto che sia strano che in quel locale ci sia una donna visto che si tratta di un locale prettamente omosessuale e maschile.