Capitolo Quattordici.

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Harry ha ancora il fiatone e Louis sta tenendo il peso del suo stesso corpo tramite le braccia, per non schiacciare il più piccolo.
Harry ha ancora il fiatone, i brividi, la sua erezione è ancora dura, eppure scavalca il corpo di Louis inginocchiandosi sul pavimento e ponendo i suoi palmi aperti sulle sue stesse cosce.

Allora Louis si siede, si siede e guarda il prodotto di anni di abusi e sottomissione sbagliata.

C'è silenzio e Louis si sente a disagio, la mente di Harry invece è spenta, vuole solo ricambiare il favore, in realtà Harry desidera estremamente poter vedere, toccare, baciare, l'intimità di Louis, del suo professore, ma non capisce perchè il più grande non stia facendo nulla.

Insomma è lì, è pronto, è in posizione, forse dovrebbe aprire le labbra?
Forse dovrebbe provare a toccarlo? no, Harry non può toccare per primo se non gli viene detto e ordinato dal suo cliente.

Ma Louis non è un cliente.

Louis è ancora lì, sta analizzando ogni possibile chiave di lettura di quel comportamento, cerca di capire e di entrare nella testa del più piccolo e vede come il suo sguardo da pura e ardente ammirazione ed eccitazione, si sconforta, le sue spalle si rilassano, le dita si muovono sulle sue cosce tese.

Louis appoggia i gomiti sulle sue ginocchia e si sporge verso di lui, con la mano accarezza il suo mento prima di alzarlo verso il suo viso e di conseguenza Harry torna in quella posizione tesa e lo guarda negli occhi.
Louis gli accarezza poi la guancia e si avvicina piano alle sue labbra, vuole che sia Harry a baciarlo e così si ferma a pochi millimetri dalle sue labbra rosee, per ogni respiro che fanno sembra che le loro labbra si tocchino, ma non è così, si stanno guardando così intensamente negli occhi che tutto per un secondo passa in un secondo piano.

Poi Harry lo fa, si sposta solo di un millimetro e le loro labbra si toccano, bollenti e bagnate.
Il riccio rimane in ginocchio ma porta il peso in avanti e spinge il corpo del suo professore contro al divano.

Harry sa che dovrebbe aspettare che sia Louis a spogliarsi, perchè le puttane non devono toccare i vestiti puliti e costosi dei clienti, ma solo i corpi.

Si, ma Louis non è un cliente.

Così, con le mani un po' insicure e tremanti, accarezza la patta dei pantaloni del più grande, i suoi polpastrelli riescono a percepire il rilievo della sue erezione che è dura e decisamente grande ma Louis se ne sta lì, in silenzio, concentrato, il labbro intrappolato sotto ai denti.

Harry è piuttosto destabilizzato da quello che sta facendo, è pronto a sentirsi sgridare perchè è quello che la sua esperienza gli ha insegnato, ma questo non succede.
Louis preme sua mano contro quella di Harry prima di prenderla e portarsela alle labbra, baciando le sue nocche pallide.

'Vieni qui' dice e la sua voce esce insolitamente roca e graffiata.

Harry è un po' confuso, guarda bene Louis prima di alzarsi dal pavimento e le sue ossa scrocchiano.
Il riccio torna nella sua posizione di prima, torna a sedersi sul suo grembo, con il suo fondoschiena sodo a contatto con la sua erezione.

'Ciao bellezza' dice Louis quando sono viso a viso e poi gli bacia il naso e il cuore di Harry si scioglie a quel gesto.

Il più piccolo prende un respiro e con quello prende un po' di coraggio.

'Tu non vuoi che io ti faccia un pompino?' dice semplicemente e vede Louis sorpreso a quella domanda, guarda il suo viso e poi abbassa il suo corpo sfregandosi contro la sua erezione.

'No, Harry' dice ma Harry non capisce, insomma, come può rifiutare un suo pompino?

'Io sono bravo sai? te lo posso mostrare Louis' dice allora, utilizzando la sua voce più seducente, perché realmente, non vede l'ora di poter passare la lingua sul membro del più grande, adesso vuole davvero mostrargli di essere dannatamente bravo a fare i pompini.

Ophelia | Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora