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il tempo passava...ma a michele il rancore non passava proprio mai. non capiva come eleonora avesse potuto fargli questo. lui si era sempre comportato bene con lei...perchè aveva scelto di dargli quella delusione così grande? 

se michele scoppiava dal dolore solo emotivamente, ele lo stava facendo anche fisicamente. erano settimane che aveva la febbre alta, erano settimane che tossiva sangue, erano settimane che non dormiva, erano settimane che si sentiva morta dentro. e sua madre le aveva chiesto di chiamare michele, che nel bene o nel male sarebbe corso anche a piedi da lei...ma eleonora non aveva la minima intenzione di farlo. così giovanna prese iniziativa e gli chiamò senza dirle nulla. e lui ci era pure andato a trovarla una notte. 

pov's mich

poco dopo la telefonata di giovanna decisi di correre da ele, a quanto detto da lei sembrava star male veramente. arrivai là di notte, ele dormiva. entrai in camera sua e mi sedetti accanto a lei. non mi interessava della sua febbre, volevo stare attaccato a lei. così il suo viso finì contro il mio petto, e a me faceva sempre l'effetto della prima volta. accarezzai piano i suoi capelli...ero nervoso per quello che aveva fatto ma era pur sempre la persona più importante della mia vita. aveva grosse occhiaie...non dormiva da tanto. era sciupata...stanca. e un pò avevo paura che fosse colpa mia. forse lei non aveva fatto niente...forse geremia voleva solo metterci contro. dopo pochi minuti si svegliò, confusa. sorrise nel vedermi, ma non ebbe la forza di aprire bocca. aveva gli occhi lucidi...non si sentiva affatto bene. abbassai lo sguardo, non le avrei mostrato quella lacrima che mi stava attraversando il viso.

-mi ha chiamato tua madre...mi ha detto che stai poco bene...sei andata dal dottore?- 

-domani-

-mh...vuoi che ti ci accompagni?-

-se ti va...-

-si che mi va-

-non sei...arrabbiato?-

-sei stata con geremia?-

-no-

-allora no, non sono arrabbiato-

-passami un fazzoletto fa presto-

feci come mi aveva detto e lei tossì. quando spostò il fazzoletto mi accorsi che era così pieno di sangue. ero in preda al panico, il sangue non lo reggo, se penso a quello che facevo ai miei polsi mi chiedo come ho potuto sopportarlo.

-è normale...tranquillo-

-no che non sto tranquillo-

mi accarezzò il viso, appoggiando la testa sulla mia spalla.

-domani controlliamo...ora abbracciami-

sorrisi e feci come aveva detto. non ci mise molto a riaddormentarsi, mentre io si. nel mentre guardavo le sue labbra schiudersi a ogni respiro, diventava ogni giorno più bella. era cresciuta tanto e in fretta.

maneggiami con cura.||michelebravi♡︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora