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Tancredi's pov

"Mi vuoi dire cosa cazzo ti è preso?"

Urlo, subito dopo avergli bloccato il polso. Ho il fiatone, ho dovuto correre per quasi tutta la strada di casa di Sangiovanni.

"Lasciami" ha risposto senza guardarmi.

"Luca ma che problemi hai? Ti sembra il caso di comportarti così con i tuoi amici? Dal nulla poi"

Riesce a staccare il braccio dalla mia presa. Poi si gira verso di me con occhi pieni di rabbia.

"Ah perché, tu li hai trattati meglio vero? Sei sparito per tutta la sera e ti sei fatto vivo solo a fine serata, insieme a quella"

"Ma cosa c'entra? Non mi pare di essermi comportato di merda"

"Se hai intenzione di farmi il cazziatone evita anche solo di provarci. Anzi, sarebbe meglio se lo facessi a te stesso"

Detto ciò, si volta e riprende a camminare senza meta.

"Dove stai andando?" provo a chiedergli con più calma, seguendolo di nuovo.

"Non sono cazzi tuoi"

Difficile mantenere la calma con Luca.

"Credi di voler girovagare per Milano all'una di notte senza scopo?"

"Sicuramente è meglio di stare con te"

Mi fermo.

"Se sei arrabbiato per cazzi tuoi non devi prendertela con me" gli urlo.

Si ferma anche lui.

"Certo, ora fai anche la parte della vittima"

Non riesco a trovare un senso logico in ciò che dice.

"Mi spieghi di cosa cazzo stai parlando?"

Stranamente si volta nella mia direzione ed inizia ad avvicinarsi.
Si pone esattamente di fronte a me, a pochi centimetri dal mio viso e mi osserva con sguardo vuoto, spento, apatico.

Uno sguardo che mi mette a disagio.

Si avvicina al mio orecchio e sussurra un "Vaffanculo Tanc".

Un'ondata di brividi ormai familiare mi travolge ovunque.

Non riesco a dire nulla, continuo a non capire.

"Hai chiamato un taxi?" mi chiede tranquillamente, come se non fosse successo nulla.

Cerco di riprendermi velocemente. "Un taxi? Quando avrei dovuto chiamarlo?"

"Lo chiamo io allora" dice soltanto, prendendo il cellulare dalla tasca e digitando il numero.

Lo aspettiamo in silenzio, un silenzio ricco di tensione. Almeno da parte mia.

Lui è come se avesse rimosso la scenata fatta poco prima. Continua ad avere gli occhi rivolti verso la strada, non mi guarda in faccia neanche per sbaglio.

Così anche nel taxi, ho rimpianto la leggera vicinanza che c'è stata durante l'andata.

Arriviamo finalmente a casa. Entriamo, ma continua a non parlarmi.

È tardi, perciò decido di non aprire nessuna discussione. Anche perché a quanto pare non ha nessuna intenzione di rivolgermi la parola.

Vado in bagno a sciacquarmi la faccia, mi lavo i denti e mi dirigo verso camera mia.

Mi stendo sul letto, chiudo gli occhi ma troppi pensieri iniziano a girovagare nella mia mente.

Perché si è comportato così? Forse aveva bisogno di me? Sarà successo qualcosa mentre ero con Gaia?

Dimmi dov'è la luna •Tanc7even•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora