.dieci.

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Tancredi's pov

Uno spiraglio di luce ha deciso di volermi svegliare prima del dovuto. I miei occhi sono travolti dal raggio di sole proveniente dalla finestra.

Mi volto verso l'orologio sul comodino che segna precisamente le 7:39.

Perfetto.

Dopo aver dormito meno di 4 ore, ci mancava solo svegliarmi un'ora prima della sveglia.

Solamente quando volto la testa alla mia sinistra ricordo il motivo per cui ho dormito poco.

La faccia di Luca, schiacciata contro il cuscino, ha un non so che di dolce mentre dorme. Sarà la bocca socchiusa, magari le guance rosacee, o forse l'espressione rilassata e spensierata.

Sento il suo braccio destro stretto ancora alla mia vita, mentre la sua mano sinistra è ancora intrecciata alla mia.

Appena me ne rendo conto, come mia consuetudine, arrossisco.

Ringrazio solo che il ragazzo di fronte a me stia ancora dormendo.

Mi perdo ad osservarlo.

Ripenso a ieri sera, a ciò che è successo da Sangiovanni, al suo sguardo cupo e penetrante, uno sguardo nuovo, per i miei occhi.

Poi al suo cambio improvviso d'umore, alla sua indifferenza e, soprattutto, alla frase che mi ha rivolto poco prima di addormentarsi, convinto di non essere sentito.

Cosa intendeva dire? Perché mi ha detto una frase del genere?

Durante la notte ho pensato, tanto, troppo.

Ma non sono riuscito a trovare una risposta. Almeno, non una sensata.

Mentre combatto con i miei pensieri, noto i suoi occhi socchiudersi, fino a quando non li apre completamente, incrociandoli con i miei.

Rimaniamo entrambi alcuni secondi a fissarci, senza profilare parola.

Mi sorride, posso dire che è un sorriso sincero.

"Buongiorno" mi sussurra, con voce ancora impastata.

"Buongiorno" gli rispondo, abbozzandogli un sorriso.

"Che ore sono?"

"È presto, non sono neanche le otto"

Mi rivolge uno sguardo interrogativo.
"Allora com'è che sei sveglio?"

"Uno spiraglio di luce ha deciso di volermi augurare buongiorno stamattina"

In effetti, intorno a noi è ancora semibuio, solo alcuni raggi che sono riusciti a superare la tapparella illuminano leggermente la stanza.

Ride, ma lo fa quasi trattenendosi. Come per evitare di interrompere quell'atmosfera tranquilla che si è creata tra di noi.

Noto che il suo sguardo cade giù, proprio sulle nostre mani, ancora intrecciate.

Appena me ne accorgo cerco di staccarle, nonostante apprezzi il suo contatto.

"Perché?" mi chiede.

"Cosa?"

"Perché hai staccato la mano?"

"I-io non lo so. Credevo ti desse fastidio"

Mi guarda, di nuovo con uno sguardo difficile da comprendere.

"Tu mi dai sempre fastidio"

Non so come considerare la risposta, ma lo sento avvicinarsi al mio orecchio.

"Mi dai fastidio perché mi confondi" sussurra.

"E in che modo dovrei confonderti?"

Neanch'io so con quale coraggio gli abbia posto questa domanda.

"Beh" sussurra, poggiando le sue labbra sul mio collo. "Basta pensare al fatto che è mattina presto ed il mio unico pensiero ora è di volerti entrare dentro"

Spalanco gli occhi, non ero assolutamente pronto ad un'affermazione del genere.

"Lu" gli stringo il polso "Non puoi..." provo a dirgli mantenendo la calma.

"E perché no?" mi chiede staccandosi dal mio collo e guardandomi attentamente negli occhi.

"L'hai appena detto. È mattina presto e..."

"E?" insiste.

"E lo sai. Io e te... insomma... solo di notte..."

"Uff" si lamenta staccandosi e buttandosi sul lato del letto. Sento come un'ondata di freddo, dovuta al distacco improvviso dei nostri corpi.

"Come sei noioso!" esclama, poggiandosi una mano sulla fronte.

"Non significa che non voglio. È che questa cosa solitamente non succede durante la giornata" provo a spiegargli, nonostante faccia fatica anch'io a trovarne il senso.

Mi guarda di nuovo.

"Intendi dire che durante il giorno siamo due normalissimi migliori amici mentre di notte diventiamo magicamente scopamici?"

Annuisco, un po' titubante.

"Diciamo che è questo ciò che voglio dire"

"E a te non importa?"

"Non mi importa cosa?"

"Il fatto che due amici normali la notte non stanno puntualmente quasi per scoparsi"

Il suo ragionamento non fa una piega.

"Io... non lo so. Non ho le idee chiare, è stato tutto così improvviso, non ho avuto modo di metabolizzare per bene la cosa"

Lo sento sospirare.

"È proprio questo quello che volevo farti capire. Tu mi confondi e non credo di essere l'unico qui con le idee confuse"

Non posso dargli torto.

"E hai ragione"

"Allora perché dobbiamo farci tante pare per qualcosa che non abbiamo in chiaro noi in primis?"

Nonostante mi succeda poche volte, questa è una di quelle in cui non so cosa rispondere.

Lo guardo, senza donargli alcuna risposta.

"Capisco" dice, poco prima di sollevarsi e voltarsi, ancora seduto sul letto.

"Comunque oggi torno a Napoli"

Sento un forte nodo alla gola, ma evito di farglielo notare.

"D'accordo" rispondo, senza aggiungere altro.

Subito dopo si alza, dirigendosi verso la porta per poi aprirla ed uscire dalla stanza.

Io resto immobile, ancora con quello stupido nodo alla gola, ma con una voglia irrefrenabile di prendermi a schiaffi.

Eccomi qui, sono tornata.
Purtroppo in questi giorni non ho avuto modo di scrivere, forse potete anche capire il motivo. Preferisco non parlare di questa disgrazia, solo perché mi ha colpito particolarmente e vorrei solo pensarci il meno possibile, dato che mi sembra tutto ancora surreale. Non voglio assolutamente mancare di rispetto, ma mi farebbe piacere essere compresa da parte vostra.
Nonostante ciò, pensando alle cose belle, i Tanc7even ieri hanno voluto regalarci tante emozioni e posso essere solo grata a loro per questo. Sento di volergli tanto bene, come il bene che voglio a voi.
Grazie per aver letto un altro capitolo, cercherò di regalarvi anch'io un po' di emozioni, alla prossima♥️

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