.undici.

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Pov esterno

Luca aveva messo in atto le sue parole. Era tornato a Napoli. I due si erano salutati freddamente rispetto al solito, quel pomeriggio.

Tancredi non si dava pace, sentiva come se la partenza del biondo fosse una sua colpa. Aka invece aveva smesso di fare domande, aveva anche smesso di guardarlo, di prenderlo in giro, di ridere con lui. In pratica, aveva smesso di essere Aka.

Tancredi aveva solo confusione in testa. Non si capacitava di tutto quello che era successo in quei giorni. Pochi sicuramente, ma erano stati in grado di cambiare fin troppe cose.

Cose senza una spiegazione valida, pensava il riccio.

Era stato tutto così strano, improvviso, nuovo e inaspettato, ma anche bello, forse esageratamente bello.

Ma non trovare il perché delle cose a Tancredi non piaceva affatto. Non gli era mai piaciuto, secondo il suo modo di ragionare, trovare la motivazione era l'unica soluzione.

Non era abituato a porsi tante domande senza riuscire a comprendere ciò che aveva di fronte.

Insomma, alla fine di Luca si era sempre potuto fidare. Si trovava a suo agio, gli faceva piacere trascorrere del tempo con lui, dedicargli attimi o lunghi momenti, condividere la loro passione, poi i loro dubbi, dispiaceri, dolori, ma anche le emozioni belle, i momenti felici.

Era ormai diventato un pilastro importante, un tassello del suo puzzle. E si sa, se manca anche solo un tassello, il puzzle è incompleto.

Ed era proprio così, il loro rapporto lo completava.

Ora aveva paura, però. Paura di rovinare ciò che erano diventati, paura che tutto potesse frantumarsi da un momento all'altro.

Ma soprattutto, aveva paura di rimanere in quello stato confusionale per ancora molto tempo.

Luca, invece, aveva vissuto la situazione in maniera differente, in un certo senso.

Ovviamente, anche per lui era stato qualcosa di nuovo, quasi impensabile. Non avrebbe mai creduto che qualcosa del genere potesse accadere ad entrambi.

Trovava difficile spiegare l'importanza che aveva guadagnato Tancredi per lui. Non aveva mai conosciuto una persona così. Così misteriosa, introversa, apparentemente impenetrabile, sempre sulle sue a girovagare in chissà quale dei tanti mondi che aveva nella sua testa.

Eppure lui ci era riuscito. Era riuscito a farsi un giro nella sua testa. Ce l'aveva fatta a farlo sfogare, sentiva il bisogno di farglielo fare. Tancredi era pieno di malinconia sul suo volto. E Aka avrebbe sempre voluto capirne il motivo. Un po' ci era riuscito, ma c'era ancora molto altro.

Tancredi non glielo diceva, non a parole. Il suo sguardo, però, lo tradiva. Bastava che i due si guardassero negli occhi perché uno di loro capisse i malesseri dell'altro.

Ormai erano diventati indispensabili, Luca per Tancredi, Tancredi per Luca.

E questa cosa non aiutava.

Aka inizialmente si era fatto prendere dal momento, pensava che fosse un semplice svago, alla fine le persone si divertono in tanti modi.

Poi però aveva iniziato a provare uno strano fastidio. Quando qualcuno iniziava a scherzare con Tancredi e notava che il riccio era più che divertito dalla situazione, il suo stomaco gli faceva provare qualcosa di strano.

Succedeva anche quando il milanese parlava al telefono per tanto tempo e lui non riusciva a capire chi fosse. Addirittura se leggeva commenti da parte delle sue fan che gli confessavano di amarlo, che gli facevano complimenti e che avrebbero letteralmente fatto di tutto per conoscerlo, il biondo doveva subito smettere di leggere.

Dimmi dov'è la luna •Tanc7even•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora