8: Sarebbe come uno stupro!

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Little Mix – Going nowhere. 

“Oh,scusatemi. Non volevo interrompervi” chiuse la porta,e scese le scale. Come se non fosse successo niente,con andatura normale,finché non fu fuori. Iniziò a correre,con le lacrime che le solcavano il viso ma il vento le seccava prima. Non avrebbe dovuto piangere,non se lo meritava. Lei,meritava di meglio. Gli augurava di trovare una ragazza che lo avrebbe fatto innamorare,e poi lo avrebbe lasciato senza pietà. Una stronza che gli avrebbe portato via tutto,anche quel sorrisino dalla faccia. Ma non tutto il male,non voleva che Marco sentisse tanto dolore,perché lei era forte e non riusciva a sopportarlo,figuriamoci lui.
Correva talmente veloce che non si rendeva nemmeno conto di dove stesse andando. Si trovò al parco,seduta su una panchina a guardare davanti a se,in silenzio. Neanche le lacrime scorrevano più.
“Oh,eccoti”
Marco era lì,a pochi passi da lei. Era tranquillo,come se avesse incontrato Beatrice al parco,per caso. Si fece forza,e rise.
“Sei sempre il solito. Scusami per come sono entrata,volevo solo andare in palestra e mi serviva un allenatore. Ti chiamerò prima da oggi in poi” Rise,quel sorriso che aveva ogni giorno. Quel sorriso che a guardare chi lo possedeva sembrava la persona più felice del mondo.
“Si,infatti. Comunque,non hai interrotto niente di che. Avevamo finito,e non era stata neanche tanto brava,la prossima volta opto per un’altra”
Le venivano i brividi ogni volta che Marco si comportava così. Usava le ragazze solo per divertimento,come se fossero delle bambole. E a lei,i tipi così,facevano solo schifo.
“Devo andare,scusami ancora” si alzò e camminò via. Il nodo in gola non voleva andarsene,e la voragine nello stomaco non faceva che aumentare.
Marco sapeva che Beatrice mentiva,che non era venuta per quello. Ma non glielo disse,a cosa serviva? A correrle dietro,urlarle contro,e ricordarle il passato?
Vide la figura di Beatrice sparire lentamente. Marco la conosceva,la conosceva bene.
Aveva la mani strette a pugno e la testa bassa. Stava male,ma non poteva fare niente. Così restò lì,fermo immobile con gli occhi lucidi.
Alice e Gaia si incontrarono per strada,non si guardarono,Alice scosse la testa e sorrise amaramente.

“Che ne dici di fare una scommessa?” Il gruppo di Marco si era ritrovato al solito posto.
“Di che genere?” Chiese lui,cacciando il fumo dalla bocca in piccole nuvole.
“Se riesci a portarti a letto Beatrice Brooks,del corso C,ti do centocinquanta euro” Simone,un ragazzo moro con gli occhi castani lo guardò,mostrando la cifra.
“Ma,dato che è vergine,aumento di cinquanta” Aggiunse Carlo,un ragazzo che ripeteva il quinto anno da due anni. 
“Accetto,non c’è un tempo stabilito però”
“Affare fatto,ma se vedo che non c'è storia,me la faccio io. Anche se lei non vuole” sorrise malizioso,Simone
“Ma..sarebbe come uno stupro!”
La faccia di Marco divenne bianca per la paura,non era così cattivo ma quei soldi gli servivano e tra l’altro,non avrebbe mai permesso che Beatrice venisse stuprata. Non lo avrebbe permesso mai più.
“Chiamalo anche così” Simone spense la sigaretta e rise.

Beatrice scese in cucina e sentì la madre litigare al telefono. Probabilmente era il padre.
“Non mi importa,hai una figlia! Ah si?...non sto minacciando nessuno…perfetto,ne parliamo in tribunale”
La madre attaccò,imprecando tra se e se,Beatrice senza farsi sentire andò in camera di Andrea.
“Ancora mamma e papà,vero?” Andrea,stanco di quelle continue liti tra i genitori,si accasciò sul letto.
Beatrice annuì,sedendosi affianco al fratello. E’ da quando Beatrice aveva cinque anni che i suoi genitori si separarono. Non lo vedevano mai,una volta al mese,massimo.
Il telefono di Beatrice squillò.
Andrea prese il telefono dal comodino prima di lei.
“E’ Marco,che faccio?”
“Intanto potresti ridarmi il telefono,non credi?”
Glielo lanciò,facendogli la linguaccia.
“Pronto?”
“Bea,stasera ti va di venire da me? Ho preso un nuovo film” 
Dall'altra parte del telefono,la voce di Marco era lontana,probabilmente in vivavoce.

“Oh,emh,okay..”
Rispose incerta,non era sicura di come si sarebbe sviluppata la serata.
“Alle sei da me”
Attaccò.
“Stasera vado da lui” informò il fratello. La guardò severa.
“Che cazzo c’hai in testa?”
“I capelli”
Uscì dalla stanza,preparandosi mentalmente a cosa sarebbe potuto accadere. Con Marco era sempre un mistero,ogni cosa. Anche la più insignificante con lui diventava una cosa colossale. Non aveva paura,ormai non sperava in un cambiamento. I legami non si potevano più riallacciare.

Bellee.
Come vedete,ho pubblicato due capitoli dato che non credo di poter aggiornare domani,forse neanche dopodomani,ma ci provo lo stesso. 
Se volete,le canzoni le elimino,forse non sono indicate. 
Se non ricevo commenti però,non so cosa ne pensate :c 

Fatemi sapere,vi regalo un biscotto. 
Commentate e votate,vi voglio bene.
Irene

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