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I giorni trascorrono, alcuni sembrano non finire mai, altri invece passano molto velocemente tra una risata e l'altra.

Questo pomeriggio Jorge ci ha richiamati, adesso capisco perchè era così strano e taciturno. Ha detto che dobbiamo organizzare un piano per arrivare al Braccio Destro così da essere più sicuri e al riparo, lui lì ha degli amici che ci possono aiutare per andare a salvare gli altri immuni che si trovano nell'ultima città sicura rimasta, quella in cui sono nata io e dove si trova la sede di WCKD.

Non è una cosa che dobbiamo fare subito, abbiamo qualche giorno per preparci e anche se in fondo tutti sapevamo che saremmo dovuti partire siamo rimasti comunque un attimo straniti.
La cosa buona è che abbiamo ancora un po' di tempo e nessuno ci sta cercando.

La sera siamo stati nella camerata più spaziosa, quella di Gally, Newt e Minho.
Non abbiamo fatto granchè, i ragazzi hanno parlato di quando erano nella radura e detto un sacco di cavolate, come al solito del resto.
Ci divertiamo sempre e comunque insieme, anche la cosa più noiosa di questo mondo con loro può diventare interessante.

Frypan ci ha raccontato dei pasti che preparava quando era cuoco per "quegli ingordi dei miei amici" così gli ha chiamati in modo scherzoso.

Gally era esaltato mentre spiegava, con tanto di dimostrazione visiva, di come è riuscito a mettere al tappeto Thomas quando era solo un pivello e non ricordava nemmeno il suo nome, lui poi ha raccontato la sua versione, quella vera, e Gally è rimasto zitto con un'espressione di disappunto che ha fatto scoppiare tutti a ridere.

Newt, ha detta degli altri, nella radura era un po' come una mamma, lui ha provato a difendersi dicendo il contrario ma ci ha rinunciato quando è stato affermato che teneva in ogni momento tutti e tutto sotto controllo.

Infine Minho ha raccontato della notte in cui lui e Thomas sono rimasti chiusi nel labirinto, il tutto in modo plateale e aggiungendo particolari divertenti anche se in realtà lì dentro, entrambi, se la stavano facendo sotto dalla paura.

Ormai è notte fonda, siamo tornati ognuno nelle stanze assegnate già da un paio di ore, appena sfiorato il letto mi sono addormentata.

Mi trovo completamente nel mondo dei sogni quando di colpo mi sveglio sentendo delle urla, ancora rintronata ci metto qualche frazione di secondo per capire che quest'ultime provengono da Thomas, mi alzo e vado verso lui di fretta.

Nonostante il buio della notte nella stanza entra comunque un po' di luce data dalla luna che mi permette di vederlo, ha gli occhi chiusi e un espressione ritorta, dorme ancora, chissà cosa sta sognando, no, sicuramente non è un sogno ma un incubo orribile.

"Thomas" lo chiamo, tutto ciò che mi esce però è un sussurro che si sente poco e niente.

Velocemente mi siedo sul letto, metto una mano sulla sua spalla provando a svegliarlo e lo avvicino facendo poggiare la sua schiena al mio petto, è teso, continua ad agitarsi, grida nel panico più totale parole senza senso.

"Hey" uso un tono dolce ma alto il giusto per farmi sentire e non terrorizzarlo più di quanto già non lo sia, serve a poco perchè il suo incubo prosegue ininterrotto.

"No, Chuck ti prego, resta sveglio ce l'avevamo fatta" "Non possiamo lasciarlo qui" dice con voce spezzata, si tiene alle mie braccia ancora dormendo e divincolandosi, ora capisco che nell'incubo sta rivivendo la morte di Chuck.

"Tommy" lo scuoto leggermente, qualche secondo dopo si sveglia all'improvviso mettendosi di scatto a sedere, lo sguardo fisso in basso.

"Ilaria?" sussurra confuso, si gira verso di me, ha la fronte sudata, il segno sulle guance di alcune lacrime ormai asciutte, trema leggermente con respiro affannato.

"Ti stavi agitando, è finito tutto" dico per tranquillizzarlo così rivolge lo sguardo verso di me e noto gli occhi lucidi.

"Hai sentito cosa dicevo, vero?" chiede con voce triste, io annuisco.
"Mi manca Chuck, era troppo piccolo, mi mancano anche tutti gli altri che non sono riusciti a venire via, è uno schifo che loro non ci siano più" continua poi sfogandosi dopo minuti di silenzio.

"Lo so, mi dispiace tanto Tommy" riesco a dire guardandolo, è orribile vederlo così giù.

"Scusa, ti ho svegliata" cambia argomento e passa una mano sulla faccia e i capelli sospirando.

"Non scusarti, è tutto apposto" lo rassicuro, fa un sorriso, rimaniamo seduti mentre aspetto che si calmi del tutto.

"Beh, allora torno nel mio letto" dico alzandomi.

"No, aspetta" mi chiama lui non appena mi allontano e abbassa gli occhi.
"Resti qui?... per favore" chiede, resto un attimo ferma sorpresa senza dire nulla, mi sta guardando con un'espressione che fa una tenerezza assurda e sinceramente fossi stata io ad avere un incubo adesso non vorrei rimanere sola.

Annuisco ritornando vicino a lui, ci sistemiamo sotto le coperte ed è difficile non toccarsi dato il poco spazio, mi sposto su un fianco nella sua direzione e anche lui si gira.
"Notte Ilaria" sussurra, sorrido stringendomi nelle spalle "Notte Thomas"
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È mattina, la luce dei raggi del sole entra dalla finestra, durante la notte siamo finiti per abbracciarci nel sonno, o meglio è lui che tiene le sue braccia strette alla mia vita facendomi aderire al suo corpo, solitamente sarei stata in imbarazzo ma stavolta non lo sono per niente, sto bene vicino a lui.

Sento il suo respiro calmo, cerco di fare più piano possibile in modo da girarmi dal suo lato, dorme ancora beatamente come un bambino e vedendolo con la bocca leggermente socchiusa mi spunta sul viso un sorriso involontario.

Avvicino una mano per accarezzargli i capelli fino a scendere alla nuca, vado avanti finchè, qualche minuto dopo, si inizia a stiracchiare avvicinandomi ancora di più a lui.

"Tommy non sono un cuscino" dico ridacchiando con la testa affondata tra le sue braccia e il suo petto cosa che mi rende la voce ovattata.

"Mh?" mugugna per poi aprire gli occhi qualche secondo dopo "Oh sì certo, hai ragione" realizza per poi lasciarmi andare.

Fa una pausa di silenzio come se stesse pensando a qualcosa, poi parla di nuovo mezzo addormentato con la voce impastata un po' dal sonno "Però mi piaceva quando mi accarezzavi i capelli, perchè ti sei fermata?" aggrotta la fronte mettendo su un finto broncio.

"Dobbiamo andare di sotto con gli altri" dico con l'intenzione di alzarmi e un sorrisetto facendo finta di ignorarlo.

"So che hai sentito che ho detto, dai è ancora presto" fa gli occhioni suppliccandomi di riprendere a toccargli i capelli.

"Eh va bene, solo dieci minuti" cedo subito, così lui si avvicina sorridendo mettendo la testa sul mio petto e una mano attorno al mio busto cosa che mi fa venire le farfalle nello stomaco più forti di quanto già non le avessi prima.

Da quando lui è così tanto coccolone e io sono così affettuosa?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 07, 2022 ⏰

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