Capitolo 2 Il pazzo

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Chiusi la porta, sbuffai e misi bene lo zaino in spalla. Ero pronta per iniziare a scovare qualcosa ma all'improvviso tutto iniziò a girare, feci solo in tempo a capire che qualcuno era lì prima di cadere a terra senza peso.

Mi svegliai dopo non so quanto tempo. Ero in una cantina. Guardai in basso e mi accorsi di essere legata ad una sedia. Cercai di liberarmi ma la corda era troppo stretta. Riuscivo a sentire il cuore nel mio petto che aumentava sempre di più il ritmo.

"Ah ah! Ben svegliata!" disse una voce maschile proveniente dal buio.
"Chi sei, cosa-"
"Qui le domande le faccio io!" Mi interruppe bruscamente, puntandomi una luce a dosso. Strizzai un po' gli occhi.
"Non ti ho mai visto da queste parti. Chi sei tu? Come ti chiami? Cosa hai fatto? Perché non c'è nessun adulto in giro, dove li hai messi!?" mi chiese tutto d'un fiato
"Calmati bello, mi chiamo Cheyanne, mi sono trasferita da poco qua, per questo non mi avrai mai visto; e io non ho proprio fatto nulla! Sto cercando di capire anch'io cosa succede. Chi sei te invece?"
Si avvicinò un po' alla mia sedia.
"Vuoi davvero sapere chi sono?" chiese con voce strana.
Sì avvicinò ancora di più, sempre più vicino. Fino a che finalmente riuscii a vedere la sua faccia: era un ragazzo rossiccio, portava gli occhiali ma avevano una sola lente, l'altra mancava.
"Qui mi chiamano il pazzo. Ma solo perché hanno paura di mio padre Morgan, il signore di questa cittadina" rispose. Tremó con la testa. Feci uno scatto all'indietro, il suo sguardo era penetrante
"Se ti chiamano il pazzo ci sarà un motivo" gli sussurrai in faccia.
"Puff...hai fegato ragazza. Non hai ancora visto il mio lato oscuro però" disse facendo un altro scatto con la testa. "Ma non ti preoccupare, tornerò presto" disse tornandosene nel buio.
"Ah!-" aggiunse accendendo la luce della cantina di scatto "-e il tuo cane non so se si risveglierà mai" finì indicandolo.
Guardai Buddy per un momento: era fermo immobile a terra.
"Cosa gli hai dato!?" gli chiesi urlando
"Lo vedrai fra un po'" rispose ridendo in modo strano. Socchiuse la porta della cantina dietro di sé.

Dovevo fare qualcosa. Velocemente. Provai a slegarmi le mani annodate dietro lo schienale della sedia di legno. Anche quelle erano sudate. Non ci riuscii, ero troppo nervosa.
Mi restava una sola cosa da provare, l'avevo vista in parecchi film e li funzionava sempre. Sarebbe stata dolorosa ma almeno sarei stata libera: piantai i piedi per terra e feci un salto sulla sedia. Si sentì un piede di legno della sedia spezzarsi un po'. Saltai di nuovo altre due volte mettendoci più peso.
Un altro bel salto Cheyanne
Ci riuscii! Avevo rotto la sedia! Riuscii a portare le mani sempre legate davanti a me e con una mensola di ferro riuscii a spezzare la debole corda. Ero libera.
Andai da Buddy che iniziò a mugolare e riprendere i sensi. Lo presi in braccio e infine andai verso la porta.
Sentii però dei rumori di passi provenire da fuori, forse era il pazzo che tornava. Presi un vaso di ceramica da una delle mensole e mi nascosi dietro la porta con Buddy ancora in braccio.
Quando il pazzo aprì la porta gli tirai il vaso in testa. Barcollò e cadde per terra. Uscii e corsi verso un gruppo di case più in giù sempre su quella stradina.

Buddy si era ripreso e riusciva a correre anche da solo, forse però aveva fame o sete. Entrai quindi in una casa da una finestra aperta. Trovai qualcosa da mangiare sia per me che per il mio compagno di viaggio e poi presi altre provviste siccome il pazzo si era preso il mio zaino.
Prima di uscire di casa per andare a finire di controllare il paesino presi un coltello dalla cucina, pronta ad usarlo contro il pazzo se si fosse ripresentato.

Iniziò a piovere perciò tirai su il cappuccio della mia giacca e cercai un riparo. Io e Buddy passammo attraverso un gruppo di case, tutte chiuse a chiave però.
Provavo una strana sensazione, come se qualcuno mi stesse seguendo.

Non può essere il pazzo, Cheyanne, gli hai dato una bella batosta... sarà ancora nella sua cantina senza sensi probabilmente. È solo la tua immaginazione. Ah- certo non c'è nessuno qua. È la tua immaginazione. Mi dissi per rassicurarmi.

All'improvviso Buddy, tutto zuppo dalla pioggia, iniziò ad abbaiare in direzione di una casa che avevamo appena passato.
"Sssh, che c'è? Cosa hai Buddy?"
Continuava ad abbaiare.
"Buddy ssh ci farai sentire"
Iniziò a correre nel retro di quella casa. Forse aveva sentito qualcuno o qualcosa. Impugnai saldo il coltello e lo seguii.

Cheyanne~ la vita dopo la fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora