Capitolo 7 Il "nulla"

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Eravamo appena partiti quando il sole iniziò a sorgere. Avevamo provato a prendere la macchina di Garrett, il fratello di Arcade, ma non andava. Non funzionavano nemmeno le macchine.
Forse i mimar si cibano anche della benzina, questo pensiero mezzo ironico mi passò per la mente. Scossi la testa, non era il momento giusto.

Camminavamo fianco a fianco in un silenzio tombale.
Il primo punto da perlustrare era a venti chilometri. Per la maggior parte del tempo mi scervellai cercando di capire a cosa servisse quel foglio che era nella ciotola di Buddy e come ci era finito lì.
Non arrivai a nulla di concreto.

Quando il sole era nel punto più alto eravamo arrivati a destinazione, secondo la cartina di Arcade.
Sembrava una piccola scuola, abbandonata e in mezzo al nulla.
Sui muri erano cresciute perfino delle piante, talmente fitte che si faceva fatica a vedere il grigio del cemento.
Dopo esserci dati un'occhiata l'uno con l'altra ci avvicinammo al porta che, a differenza delle pareti, era libera dalle piante.
"È piuttosto inquietante" disse Arcade spalancando la porta d'ingresso cigolante, facendomi strada.
"Dove vogliamo guardare per prima?" chiese poi.
"Biblioteca!" esclamai. La cartina ci aveva portato in una scuola, magari in questa biblioteca avremo trovato qualcosa di importante come in quella della nostra scuola.

Era un posto piuttosto piccino, con un solo scaffale.
"Almeno faremo in fretta a vedere se c'è qualcosa di utile o no" affermò Arcade.
Cercammo entrambi nella sezione della M. Mimar, oppure libri Mitici.
Non c'era nessun libro che iniziasse per M.
Però fra la L e la N scorgeva una lettera chiusa con un sigillo.
Arcade la prese subito in mano.
La aprì. Tirò fuori il pezzo di carta piegato per bene.
Arcade aprì la bocca, poi la richiuse.
"Che c'è!?" chiesi curiosa
"Nulla", girò il foglio per mostrarmelo, "assolutamente nulla!"
Il pezzo di carta era vuoto, bianco, pulito. Nulla.
Gettò la lettera sul pavimento e continuò a cercare nella libreria.

Non poteva essere nulla. O meglio, era nulla. Ma nulla che risaltasse agli occhi, pensai.
Ero sicura che doveva pur significare qualcosa. Presi la lettera dal pavimento e la misi nel mio zaino.
Dopodiché incitai Arcade a continuare il nostro viaggio siccome in quella scuola non c'era "nulla" che ci servisse.

Il prossimo punto sulla mappa che Arcade aveva segnato con attenzione distava una quarantina di chilometri.
Ormai eravamo stanchi di camminare e dovevamo trovare un riparo prima che calasse il buio, sperando che nessun mimar ci avrebbe trovato.
Caminammo ancora un po' alla ricerca di qualche casetta. A un certo punto trovammo un vecchio discount, anch'esso abbandonato.
Decidemmo di stanziarci lì per la notte.

Cheyanne~ la vita dopo la fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora