All'alba come sempre continuammo il nostro cammino.
Quella notte non avevo dormito molto, perciò ero stanca morta.
In più il silenzio che c'era fra noi due mi faceva quasi addormentare in piedi mentre ci incamminavamo al prossimo punto da perlustrare.Dopo qualche chilometro Arcade riprese la sua parlantina, facendomi svegliare del tutto finalmente.
"Okaaaay" iniziò con un sorriso malizioso, "la strada è lunga, ci mancano ancora parecchi chilometri...quindi... perché non mi racconti di tuo fratello!?" continuò.
Feci una smorfia.
Parlare di Caleb, sarebbe significato dover parlare del mio passato, il che non mi faceva impazzire.
Ero sempre stata una persona che se ne stava per le sue, di certo non una di quelle persone che appena le incontri iniziano a parlare della loro vita perfetta, la cosa ironica è che magari non lo è nemmeno!"Va bhe dai, inizio io. Garrett era più un amico che un fratello per me, anche se più grande di tre anni. I nostri genitori non si interessavano molto di noi, erano sempre impegnati col lavoro...o mio padre con l'alcool"
Ecco perché avevano l'alcool ma non il disinfettante in casa, pensai.
"Ma mio fratello era sempre lì per me..." continuò, sul suo volto riuscivo a vedere tristezza mista a malinconia, forse anche un po' di solitudine.
Arcade abbassò la testa come se volesse piangere, ma non uscì nemmeno una lacrima.
Non è da tutti aprirsi così, pensai, dopotutto però non ci sono molte persone sulla terra. Forse un giorno gli racconterò pure io del mio passato."Li ritroveremo" affermai, "ne sono sicura"
"Sì..." guardò lontano nel verde degli alberi che circondavano la strada, facendosi sempre più fissi.
"E il tuo invece?" chiese poi dopo qualche secondo.
"Mio fratello....beh io" non riuscivo nemmeno a parlarne, "gli voglio bene ma..." anche se volevo, non ero in grado di parlare del mio passato, avevo ancora troppe ferite aperte, "scusa Arcade ma non so se sono in grado di parlarne" feci poi.
Arcade fece una faccia di compiacimento, quasi pena.
"Non fa niente. Ma se hai bisogno sappi che sono qua" disse poi mostrandomi un sorriso a trentadue denti.Camminando ancora arrivammo dove la cartina mostrava. Gli alberi si erano fatti sempre più fitti, e il punto che indicava la mappa sembrava essere proprio....un albero?!
Provammo a cercare qualcosa ai piedi degli alberi lì vicino, un messaggio, una scatola, un passaggio sotterraneo. Non c'era nulla.
"E se invece provassimo a guardare in alto!?" io e Arcade alzammo la testa, scovando così una casetta su un albero. Una scala di corda scendeva fino a circa metà del tronco. Era piuttosto in alto da poter raggiungere.
"Vieni sali sulle mie spalle e raggiungi la corda" affermò Arcade.
Arrivavo a malapena al primo scalino della corda, ma dopo qualche sforzo riuscii ad arrampicarmi e finalmente arrivai in cima alla casetta di legno. Al suo interno, al centro, c'era solo una scatola marrone. La presi e raggiunsi Arcade.All'interno della scatola c'era una torcia.
"Utile" esclamò Arcade sarcastico.
"Aspetta" lo fermai io.
Presi la torcia e la accesi. Era una torcia blu!
Ma certo! La lettera col nulla!Tirai fuori la lettera dal mio zaino e ci puntai sopra la torcia. Si riusciva a vedere un messaggio.
"Non ci posso credere! Cheyanne sei un genio!" esclamò Arcade tirandomi una pacca sulla spalla.La lettera diceva:
Se avete trovato questa lettera e la state leggendo proprio in questo momento vuol dire che, mannaggia a me, è giunta l'ora di finire quella storia.
Sta a voi trovare la fine del viaggio!
Fallite, e il mondo fallirà.
Vincete, e il mondo tornerà come prima.
Siate furbi e non fatevi ingannare, se la fine del viaggio volete trovare continuate a cercare.~Ringrazio T
Sono per caso impazzita? Sono in coma? Accidenti sembra di essere in un film. Tutti questi misteri, leggende. Perché capita tutto questo proprio ora!? Pensai.
Guardai Arcade, anche lui sembrava perso nei suoi pensieri. Forse cercava di capirne il senso.
Accidenti Cheyanne, svegliati! È la realtà, che tu voglia o no. È la dura e vera realtà. Riprenditi e cerca una soluzione.
"Dannazione!" esclamò Arcade gettando lo zaino a terra.
"Basta io mi fermo qua. Non ne posso più!" si sedette per terra vicino al suo zaino scaravoltato, "Continua da sola, in più non ti sono utile a nulla. Io l'avrei buttata quella stra maledetta lettera! Tieni," disse prendendo il libro dei Mimar, "sarà più utile a te, riuscirai a capirci meglio di me di sicuro e che poi-" continuò a borbottare per un po' mentre io esaminavo il libro, lo aprii alla prima pagina: i ringraziamenti.
Esattamente quello che cercavo, anche se non credevo che un libro così potesse avere una facciata dedicata a qualcuno: nessuno sapeva nemmeno il nome dell'autore.
La lettera era firmata con "~ringrazio T", lessi velocemente i ringraziamenti, ed eccolo lì!...e soprattutto il mio caro e vecchio Tony, il mio amico freddamente logico che mi ha potuto raccontare gran parte del lungo viaggio.
"Arcade..." chiamai appena finii di leggere questa frase.
Continuava a borbottare su quanto fosse inutile.
"Arcade!" urlai, "guarda qua!" Gli mostrai la pagina.
"Ecco cosa mi perdo a non leggere mai i ringraziamenti" era l'unico commento che riuscì a fare
"Quindi?" chiesi.
"Non so. Trova questo Tony"
"Troviamo..." lo corressi.
"Ah no! Io te l'ho detto, mi fermo qua. Non servir-"
"Ascoltami bene Arcade: non sei inutile, alza il culo e continua il viaggio con me! Ho bisogno di te. Ho bisogno del tuo aiuto ora più che mai"
Mi guardò con una espressione di indecisione.
"Non te lo sto chiedendo!" dissi, "Tu Vieni Con Me. Ora" ripetei scandendo bene e con tanta decisione che sembrava che ogni parola avesse la maiuscola.Mi serviva Arcade. Che lui volesse o no, doveva venire con me.
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Cheyanne~ la vita dopo la fine
ParanormalCheyanne, una adolescente Texana, si risveglia tutta sola nella sua nuova casa in campagna. Il mondo fuori tace. Poche anime in giro, quasi nessuna. Sembra che nemmeno la natura sia lì a farle compagnia. Dovrà scoprire cosa è successo e salvare il m...