14- Mille guerre

3.2K 157 7
                                    

-passi a prendermi tu stasera vero?-
-certo Giù, come sempre- Giulia e Sangio si salutarono con un bacio veloce prima che lei scendesse dall'auto per andare a danza. La aspettava una lezione molto impegnativa, doveva preparare un passo a due per uno spettacolo per cui era stata selezionata qualche tempo prima; il partner, un certo Alessandro, era un ballerino bravissimo, era un'onore per Giulia collaborare con lui, sicuramente un'occasione unica che avrebbe potuto aprirle la strada per diverse opportunità lavorative.
-piacere, tu devi essere Giulia-
-sì esatto-
-io sono Alessandro-
Dopo qualche minuto erano già entrati in sintonia, non che fosse difficile fare amicizia con Giulia. Gli aveva suscitato grande simpatia e, oltre ad essere una ballerina davvero talentuosa, la trovava anche una bella persona. Il passo a due, sulle note de "il conforto", era difficile, vero, ma la ragazza si era rivelata più brava del previsto; Alessandro aveva saputo tranquillizzarla su alcuni passaggi non proprio semplici e ebbe molta pazienza quando, lavorando su alcune prese, lei non si sentiva per niente sicura, aveva paura di cadere o di farsi male. Piano piano superarono anche queste piccole difficoltà e la coreografia, sebbene non fosse ancora perfetta, era comunque già molto bella. Finirono qualche ora dopo, Giulia aveva perso la cognizione del tempo, ma vedendo dalla finestra che il sole era calato, intuì che doveva essersi fatto tardi, come sempre. Corse nello spogliatoio e si cambiò veloce come un fulmine pensando da quanto tempo il povero Sangio fosse fuori ad aspettarla. Le sembrò strano il fatto che non le avesse mandato neanche un messaggio, di solito lo faceva sempre per avvisarla che era fuori ad aspettarla quando faceva tardi. 'Gli sarà sfuggito' pensò, e nello stesso momento Alessandro si affacciò dalla porta dello spogliatoio per chiedere se avesse bisogno di un passaggio per tornare a casa
-tranquillo Ale, sicuramente il mio ragazzo è già fuori che mi aspetta- gli rispose mentre si allacciava le scarpe frettolosamente
-guarda che sono appena uscito fuori e non c'era nessuno-
A sentire quelle parole la ragazza si fermò, smise di fare quello che stava facendo. Non poteva essersi dimenticato di venirla a prendere, non era da lui. Si preoccupò, chiedendosi se per caso non gli fosse successo qualcosa.
-adesso provo a chiamarlo-
-va bene, fammi sapere, altrimenti ti riaccompagno io, non ci sono problemi-
-sì sì, ma sono sicura che starà già per strada, magari è solo in ritardo- cercò di tranquillizzarsi con quel pensiero.
Il telefono squillava, ma non rispondeva nessuno. A quel punto iniziò ad avere l'ansia davvero: perché non rispondeva? E se gli era successo qualcosa? Era tardi, aveva detto che sarebbe stato in studio nel primo pomeriggio, era impossibile che stesse ancora lì. Provò una seconda volta, ancora nulla.
-dai Giulia, si sta facendo tardi, ti riporto io a casa, poi quando ti risponde lo avvisi che sei tornata con me-
La ballerina si lasciò convincere, ma era sempre più in pensiero, il riccio non aveva dato segni di vita per tutto il pomeriggio.
-quindi hai un ragazzo?- la voce di Alessandro, in auto, la distolse per qualche attimo dai suoi brutti pensieri
-eh sì, si chiama Sangiovanni... cioè, in realtà questo è il suo nome d'arte, in realtà si chiama Giovanni- le brillavano gli occhi, le succedeva sempre quando parlava di lui.
-ah, ma io lo conosco, è quello che canta Lady giusto? Bella quella canzone- e lei inevitabilmente sorrise, pensando al fatto che quel brano l'aveva scritto proprio per lei.
-quindi sei fidanzata con un ragazzo famoso-
-a quanto pare-
-e lui com'è? A parte essere un ritardatario cronico, da quello che ho potuto notare stasera- cercò di tirarla un po' su, vedendo che aveva cambiato totalmente umore
-ma no, non è poi così tanto ritardatario, probabilmente sarà impegnato con qualcosa al lavoro, gli porta via molto tempo ultimamente-
-capisco-
Una parola tira l'altra e cominciò a parlargli un po' di lui -comunque in foto rende meno, ma dal vivo è molto più figo, te lo giuro- risero entrambi
-sei proprio presa eh-
-mi sa di sì, mannaggia-
-e lui? È innamorato come te?- questa domanda, apparentemente così scontata, la mise in difficoltà, non riuscì a rispondere subito. È come sé quelle parole le avessero aperto gli occhi a una nuova prospettiva, l'avevano messa davanti a qualcosa su cui non si era mai interrogata. Effettivamente in quel momento l'unica certezza che aveva riguardava i suoi sentimenti per lui, mentre da parte di Sangio era sempre come essere in bilico, ogni tanto eri tre metri sopra il cielo e a volte con l'umore sotto i piedi. Era difficile decifrarlo, capire il perché di molte sue azioni. Ci teneva, questo era evidente agli occhi di tutti, ma definirlo innamorato... non avrebbe saputo dirlo. Fece segno con la testa di sì, nel tentativo di nascondere quella velata malinconia che le era calata addosso dopo quella considerazione. Rientrata a casa riprovò a chiamarlo e stavolta qualcuno rispose, ma quel qualcuno non era lui
-Pronto?- la voce di Enula risuonò dall'altro capo del telefono, allegra come sempre... ma perché aveva il telefono di Sangio?
-Ciao Enula, sono Giulia... c'è Giò lì con te?-
-eh sì, ma è impegnato adesso... vuoi che gli riferisca qualcosa?- 'adesso fa pure la segretaria?'
-ehm, no, digli solo che l'ho chiamato- al bip di chiusura della telefonata, il cuore di Giulia si frantumò, ancora una volta. E la testa tornò a riempirsi di paranoie, era come un palloncino pieno d'aria pronto ad esplodere. Avrebbe voluto urlare, alla ricerca disperata di risposte, che non poteva avere: risposte alle sue domande, ai suoi dubbi, al perché dei tanti comportamenti di quel ragazzo che non riusciva a capire. 'Perché mi ha detto una cazzata? Che ci fa con Enula a quest'ora?' Cercava una riposta, sì, ma nessuno avrebbe potuto dargliele se non Sangio e di appesantirlo anche con i suoi pensieri, con le sue teorie infondate, non se ne parlava proprio. Avrebbero litigato e basta, lui si sarebbe arrabbiato e ancora una volta lei sarebbe passata per quella paranoica e diffidente. Quella sera non fece altro che aggiungere dubbi su dubbi, pensava a ripensava, cercando in tutti i modi di trovare delle spiegazioni plausibili al perché fossero insieme. Aprì Instagram, nel tentavo di distrarsi, ma quello che vide contribuì solo a peggiorare la situazione. Vide una storia di Enula, con Sangio e Nueve a casa del manager, mentre bevevano vino e si divertivano, il riccio era evidentemente brillo da quello che si poteva vedere nel piccolo pezzetto di video. Si fidava ciecamente di lui, ma nell'ultimo periodo si era chiesta se fosse poi così giusto. Non aveva mai dubitato di lui, ma quella sera e in particolare dopo aver messo gli occhi su quella storia capì che non si trattava nemmeno essere gelosa; piuttosto era stanca di essere messa sempre al secondo posto rispetto a tutto e tutti, adesso anche Enula era più importante di lei. 'Ma cosa ti aspettavi?' Eccole che erano tornate, quelle vocine, e gli ingranaggi del suo cervello già andavano a mille, figurandosi ogni sorta di scenario negativo. La sua testa faceva a pugni col suo cuore e, in tutta onestà, le stava prendendo di brutto. Continuava a darsi la colpa di cose che nemmeno esistevano, ma con tutto il suo passato e le insicurezze che abitavano in lei non era difficile condizionarsi a tal punto da pensare di essere lei stessa la causa di tutto. Quello che non capiva è che quando in una coppia qualcosa non va la responsabilità è di entrambi. Continuava a giustificarlo e odiava questa cosa, così come non sopportava il fatto di non riuscire a fargli capire che quella situazione la stava soffocando, che quella che per lui poteva anche essere una cosa stupida per lei era pesante come una montagna. Perché lei era fatta così, le cose piccole le sembravano enormi, ed erano troppo diversi da questo punto di vista per potersi sentire compresa fino in fondo.
Una mezz'oretta dopo le mandò un messaggio: 'ehi Giù, scusa, siamo stati a casa di Nueve, ma credo che tu abbia già visto le storie... non sono proprio riuscito a venire a prenderti, siamo stati in studio fino a tardi. Ci vediamo domani, buonanotte'
Davanti a quel messaggio, all'indifferenza con cui le aveva scritto, come se fosse tutto normale, non averla nemmeno avvisata del fatto che non venisse a prenderla, il fatto stesso che avrebbe potuto chiamarla anziché scriverle quelle due righe.... In quel momento capì che avrebbe dovuto parlargli, che non poteva più vivere così, cercando di farsi andare bene cose che in realtà non le andavano bene affatto. E non le importava di quello che avrebbe potuto dirle, quella situazione le stava togliendo tutte le energie e in realtà anche il sonno, visto che erano già le due ed era ancora nel letto che si rigirava da un lato e dall'altro cercando di spegnere i pensieri. In realtà la sua più grande preoccupazione era, paradossalmente, la possibilità che lui potesse aver capito di stare molto meglio con altre persone piuttosto che con lei, come Enula nell'ultimo periodo, piuttosto che con lei. In altre parole, aveva paura che da un momento all'altro potesse stancarsi di lei e che questo l'avrebbe riportata a vivere come prima di conoscerlo, quando si sentiva un fantasma tra la gente e aveva paura anche solo a guardarsi allo specchio.  Ma rimanere così, in bilico, di certo non era la soluzione giusta e immaginava che, prima o poi, avrebbero dovuto affrontare il discorso. Tanto valeva togliere quel cerotto il più velocemente possibile.

Tutto un'altra volta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora