16- destri

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La luce accarezzava il viso di Giulia in quella stanza di albergo a Milano e la sveglia del telefono la costrinse ad alzarsi dal letto. Era in quel posto da due giorni, non tanto perché lo volesse davvero, ma sapeva che era la cosa giusta da fare. Dopo la discussione con Sangio (che li aveva portarti a prendere la decisione più brutta che avrebbe mai potuto immaginare) decise di richiamare Alessandro e chiedergli se fosse già troppo tardi per accettare di partecipare a quello stage a Milano; ovviamente il ballerino non poté che esserne felice, si illuminò al pensiero che quella ragazza così brava e piena di vita avesse preso quella che, a suo parere, era la decisione migliore. Guardò il cellulare più di una volta, nella speranza di aver ignorato involontariamente un messaggio di Sangio, che magari gli fosse sfuggito per il sonno; non ci trovava mai niente di suo nella barra delle notifiche, nè aveva postato qualcosa sui social da quando si erano lasciati. Le poche cose che sapeva, le erano state riferite da deddy: 'mi dispiace Giulietta, non pensavo potesse succede una cosa del genere. Lui non mi è sembrato molto tranquillo negli ultimi giorni'. Giusto questo due parole, che però la fecero preoccupare tremendamente: nonostante l'avesse lasciata lui, il solo pensiero che Sangio potesse non stare bene le faceva venire voglia di fare mille passi indietro e scrivergli o chiamarlo, se non addirittura tornare a Roma, ma sapeva che non era la cosa giusta. Del resto, aveva preso lui quella decisione e se non si era nemmeno preoccupato di scriverle forse non ci teneva nemmeno tanto. E poi cominciava la sua giornata, colazione leggera e tanto, tanto lavoro, ma almeno faceva ciò che amava: ballare. Già poche ore dopo il suo arrivo in quella città capì che sarebbe stata realmente una decisione stupida non andarci. Alessandro poi era un compagno di viaggio molto divertente: non sapeva molto di quella storia, solo che i due avevano chiuso dopo una brutta discussione, ma si impegnò al massimo per farla stare bene e metterla nelle condizioni giuste per lavorare con tranquillità. Le coreografie che stava preparando la stavano letteralmente spezzando, ma allo stesso tempo, come sempre, la danza era l'unica cosa che sapeva aggiustarle il cuore. Certo ogni tanto il pensiero ritornava a quel ragazzo che le aveva fatto perdere la testa, al suo modo di fare, ai suoi occhi azzurri; sì, ci ritornava ogni volta che apriva la galleria del telefono e trovava tutte le loro foto insieme oppure quei video stupidi che si divertivano troppo a fare i pomeriggi a casa di lei. E poi la notte era il momento peggiore, non riusciva proprio a dormire, e se non dormiva allora rileggeva le loro chat, che si era rifiutata di eliminare, sebbene Chiara glielo avesse praticamente ordinato. 'Non c'è niente di cui pentirsi, perché voler eliminare tutto quello che di bello c'è stato tra noi?'. Ma poi si accorgeva che i suoi occhi cominciavano a riempirsi di lacrime e si forzava ad abbandonare il telefono sul comodino e provare a prendere sonno, ma tanto i ricordi ingabbiati nella sua testa facevano il resto. Non gli aveva nemmeno scritto per dirgli che partiva, aveva fatto tutto di fretta; a dirla tutta, ci aveva pensato ad avvisarlo, ma credeva che forse, arrivati a quel punto, non avesse più tanto senso.

Il riccio sapeva della decisione che aveva preso Giulia, ovviamente lo avevano avvertito Rosa e deddy, che ancora non potevano credere al fatto che tra loro fosse tutto finito e si chiedevano per quale assurdo motivo Sangio avesse preso quella decisione, visto che ci stava proprio male, perché, dai, era palese che non stesse passando un bel periodo.
-brodie ma sei proprio sicuro di questa decisione?-
-ma si Dè, è la cosa migliore... non funzionava e basta-
Era così che aveva risposto a deddy, che era andato a trovarlo a casa sua. Era convinto che mettendo un punto alla storia con Giulia la sua vita sarebbe stata più semplice, ma la realtà era ben diversa, perché senza lei nella sua vita non aveva nemmeno più voglia di lavorare a nuova musica, era come se avesse un blocco totale. Era un po' spento, questo era evidente, ma dentro stava anche peggio, e ogni volta che si ricordava di quello che aveva fatto, delle parole che aveva usato quella sera, si malediceva, pensando a quanto avesse dovuto soffrire, ai suoi occhi così spenti che lo avevano guardato per l'ultima volta prima di scendere dall'auto. Eppure anche lui non poteva fare a meno di convincersi che doveva andare così, che non c'erano altre alternative, che se fossero andati avanti si sarebbero solo fatti del male. La lontananza, poi, non aiutava per niente, un solo giorno senza di lei era davvero diventato impossibile da sostenere; non sapeva come stava, se la notte riusciva a riposare (sapeva quanto era difficile per lei dormire in posti nuovi), se mangiava abbastanza o se invece lavorava troppo e non prendeva del tempo per respirare; se riusciva a gestire l'ansia, se stava dando il meglio di se. Avrebbe voluto avere delle risposte, avrebbe voluto sentirla, vederla, ascoltare la sua risata che gli mancava così tanto. Invece si doveva accontentare di quelle poche notizie di Rosa, che non faceva altro che riportare i bei risultati che Giulia stava raggiungendo lì a Milano e le varie proposte lavorative che stava ricevendo; gli veniva quasi da ridere se pensava al fatto che avesse la convinzione di essere una distrazione per lei, ciò che la teneva lontana dalla sua passione più grande. Lei invece stava andando alla grande, stava dimostrando tutto il suo valore, ed è stato solo sentendo Rosa parlare capì che in realtà non avrebbe mai dovuto avere dubbi in tal senso, che lei era brava e basta, a prescindere dalla sua presenza o assenza; ma poi ripensava anche che all'inizio aveva rinunciato a partecipare a questo progetto a Milano proprio per lui. Non sapeva cosa pensare, sentiva solo un enorme vuoto nel petto e un tuffo al cuore ogni volta che gli capitava di ricordare i loro momenti insieme.
-ma lei come ti è sembrata quando l'hai sentita?-
-non so Giò, sembra star bene-
-ah okay- non aveva nascosto un velo di delusione nel sentire queste parole, come se fosse lui l'unico stupido a starci male
-quindi capodanno lo passerà lì da sola?-
-sì, ma non da sola, in realtà il corpo di ballo è stato carinissimo con lei e l'hanno accolta sin da subito. E poi c'è anche Alessandro, sicuramente la aiuterà a passare delle belle feste-
-si è giustissimo- continuava a fingere di essere felice, e in parte lo era davvero, per lei; era felice se pensava che stava raggiungendo ottimi risultati e che stava dimostrando a tutto il mondo quanto fosse brava; ci stava meno bene se pensava che quella felicità non potevano più condividerla, così come i loro successi e anche le sconfitte. Erano di nuovo sconosciuti, ma con dei ricordi, che tra l'altro facevano malissimo, come quando ti tagli con la carta e brucia da morire. Tagli sul cuore, ecco cos'erano.

Tutto un'altra volta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora