5- Colpa tua

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-e poi cosa è successo?-
Giulia era al telefono con Chiara, le stava raccontando cosa era successo con Sangio la sera prima a casa sua.
-e poi niente Chiara, lui è tornato a casa-
-com'è possibile che non vi siete baciati?-
-ma Chiara!-
-dico la verità, non è proprio possibile questa cosa-
-ma che ne sai che gli piaccio, magari mi vede solo come un'amica e ci stiamo facendo film prima del tempo-
-Giù, ha passato un'intera serata sui libri per aiutare te e ha persino cucinato... penso che più evidente di questo non ci sia niente-
-e allora non so perché non mi ha baciata, ma forse è meglio così... io non mi sarei sentita pronta in quel momento-
-amica mia, se aspetti ancora un po' a quarant'anni lo darai il tuo primo bacio-
-sempre molto incoraggiante-
-felice di portarti sempre sulla retta via.... Scherzi a parte, vedi un po' come si comporta oggi a scuola, lascia che sia lui a venire da te magari-
-proverò a non fare la sottona, promesso. Ora ti devo lasciare che sono arrivata vicino scuola. Ci vediamo dopo a lezione-
Effettivamente Giulia ci pensava spesso, al suo primo bacio, un po' le veniva l'ansia, del resto lei non aveva nessuna esperienza. Chissà, forse sarebbe stato proprio Sangiovanni il primo ragazzo che avrebbe sfiorato le sue labbra; se lo figurava quel momento e l'idea non le dispiaceva affatto, anzi, si sentiva sempre più vicina a quel ragazzo misterioso che fin dalla prima sera l'aveva colpita per il suo modo di fare. E poi adorava come la guardava, il modo in cui la faceva sentire bella con poche parole, a volte anche senza. Sì, poteva essere lui LA persona, quella che l'avrebbe resa un po' più "donna".
Oltrepassò il cancello d'ingresso, Sangio era con il suo solito gruppo di amici. Lei era terribilmente in imbarazzo, non sapeva che fare: sarebbe dovuta andare a salutarlo? O avrebbe dovuto far finta di nulla e andare in classe? Scelse la seconda opzione, e quindi provò ad attraversare frettolosamente il cortile, distogliendo lo sguardo.
Sangio, che l'avrebbe riconosciuta anche tra 8 miliardi di persone, non se la fece scappare. Si allontanò dal gruppetto e camminò velocemente per poi raggiungerla alle spalle e coprirle gli occhi con con le mani
-indovina chi sono?-
-un cretino, ecco chi sei- rispose lei ridendo e voltandosi verso il ragazzo, che per tutta risposta la abbracciò.
-buongiorno- le sussurrò all'orecchio
-buongiorno a te-
Si allontanarono un po' per guardarsi negli occhi
-perché non sei venuta a salutarmi?- le chiese improvvisamente, lasciando la ragazza senza parole. Si sentiva in difficoltà
-eri impegnato, non volevo disturbare-
-macché, impegnato a parlare con quei quattro scemi dei miei amici?-
-e che so iooo- gli rubò il cappellino che aveva in testa nel tentativo di distrarlo.
-aspetta, vediamo come ti sta- Sangio lo riprese e glielo mise in testa.
-sta meglio a te che a me- rise il ragazzo
-voglio vedermi, aspetta che prendo il cellulare-
Ma intanto il ragazzo aveva già tirato fuori il suo e le aveva scattato una foto di nascosto.
-ma dai, monello, che fai- gli strappò il telefono dalle mani. -però sto bene dai- disse guardando meglio la foto; e per la prima volta lo pensava davvero, era venuta bene
-ma io te lo dico sempre che sei bella, sei tu che non ci credi mai-
Arrossì.
-va bene, ora devo andare- fece lei per togliersi il capellino
-ma no dai, tienilo tu-
-sei sicuro?-
-sì, me lo ridai all'uscita da scuola, quando ti porto a danza, sarà la mia garanzia che non scapperai via con l'autobus-
'Si è ricordato veramente di quello che ci siamo detti? Quindi faceva sul serio?'
-eh okay-
-ma non ti vedo tanto convinta-
-sì, solo non pensavo dicessi sul serio ieri sera-
-non faccio mai promesse che non posso mantenere-
-mamma che ragazzo dai sani principi-
Presero a ridere.
-comunque se vuoi a ricreazione vengo io da te e scendiamo insieme in cortile-
-va bene, allora ti aspetto in classe-
-a dopo- e le lasciò un soffice bacio sulla guancia.
Le prime due ore passarono velocemente e come promesso il ragazzo era lì, ad aspettarla dietro la porta della sua classe. Lei gli corse incontro tutta contenta
-perché tanta felicità?- chiese lui, contagiato dalla contentezza di lei
-indovina chi ha preso 8 all'interrogazione di storia?- disse lei guardandolo dritto negli occhi dal basso verso l'alto
-brava Giulietta, visto? Te l'avevo detto che sarebbe andata bene- le scostò i capelli dal volto
-è anche merito tuo-
-ma dai, non esagerare... comunque le belle notizie non sono ancora finite, c'è una sorpresa-
-di che si tratta?-
-scendiamo giù che ne parliamo con gli altri- Lui le mise un braccio attorno alla spalla mentre camminavano e lei di tanto in tanto gli faceva il solletico: si divertivano proprio come due bambini. Arrivati in cortile, Giulia era convinta che si sarebbe staccato, e invece no, tutto il contrario: davanti ai suoi amici prese ad abbracciarla da dietro e di tanto in tanto le lasciava qualche bacio sulla guancia.
Erano tutti impegnati a parlare, ma quando arrivarono lo sguardo si posò per qualche secondo su di loro, e sorridevano nel vederli così, quasi fossero i loro protetti.
-allora ragazzi, spieghiamo a Giulia di cosa si tratta-
-bene, cominciamo dall'inizio- parlò Deddy -devi sapere che ogni anno, l'ultimo fine settimana di ottobre, organizziamo un weekend nella mia casa al lago, non è molto lontana da qui. Praticamente andiamo il sabato dopo scuola e torniamo domenica sera. Tranquilla, non sarai l'unica ragazza: ci sarà anche Rosa-e qui sorrise come un bambino
-non accettiamo un no come risposta- aggiunse Sangio alla fine del discorso dell'amico
Incredibile quanto Giulia fosse entusiasta di quella proposta, non vedeva l'ora
-penso proprio che ci sarò-
-perfetto, abbiamo tre settimane per organizzare tutto. Oggi faccio il gruppo e ti aggiungo- continuò Deddy
Sembravano essere tutti contenti e gasatissimi mentre organizzavano il weekend, tutti tranne Esa che non aveva staccato gli occhi da Giulia e Sangio nemmeno per un secondo. Tant'è che la piccola ragazza si sentì in imbarazzo e chiese a Sangio di riaccompagnarla in classe
-oi Giù, tutto bene?- le chiese appena arrivati vicino alla porta della classe
-sì, solo che c'era Esa e, boh-
-si, ho visto come ci fissava-
-ecco-
-gli passerà, sono sicuro- prese a giocare con i suoi capelli
-sei contenta del fine settimana al lago?-
-sii, sono sicura che sarà fighissimo-
-ci divertiremo dai-
Arrivò la campanella a interrompere i loro discorsi
-allora io vado Giù, ti aspetto all'uscita-
'Conterò i minuti'

Nell'ora successiva, Giulia non potè fare a meno di notare il pessimo stato d'animo di Luca. Aveva una faccia, sembrava non dormisse da mesi.
-Lù, tutto bene-
-sinceramente no Giù-
-ti va di parlarne?-
-Martina...-
-che è successo?-
Vedeva chiaramente le lacrime del ragazzo bagnare il quaderno di matematica sul banco
-lei mi ha lasciato, credo. In realtà non lo so, non si è spiegata bene. Però boh, penso che le cose non torneranno più come prima.
-mi dispiace Luca, davvero- gli strinse la mano e gli lasciò un piccolo bacio sulla spalla. Era così lei, non sopportava vedere la gente soffrire, aveva questa cosa di dover necessariamente aiutare chi era in difficoltà
-vedrai che passerà-
-ma io la amo giù, come posso sperare che "passerà" se ora mi sento uno schifo?-
Giulia non poteva conoscere quelle sensazioni, ma provò a rassicurarlo per quanto possibile
-sai cosa ti ci vuole? Una pausa-
-in che senso-
-nel senso che devi distrarti-
-e come faccio?-
-senti qui... gli amici di Sangio stanno organizzano un weekend al lago per l'ultima settimana del prossimo mese... vieni anche tu-
-no Giù, non sarei di compagnia-
-e invece ti farà bene distrarti un po', conoscere gente nuova. Promettimi che ci penserai-
-e va bene te lo prometto-
Fecero qualche minuto di silenzio, il tempo per Luca di soffiare il naso e riprendersi.
-senti, ma invece con Sangio? Come va?-
Lei gli raccontò tutto quello che era successo, senza tralasciare niente: tutte le volte che parlava di lui si sentiva così bene, voleva sentirsi così sempre
-io non capisco come non vi siate ancora baciati-
-sei la seconda persona che me lo dice oggi, sai?-
-beh si, effettivamente è strano. Per me è evidente che lui prova qualcosa per te. Forse sta solo aspettando il momento giusto-
-forse-
-guarda che non è una cosa negativa questa-
-no, lo so questo-
-e allora cerca di non farti troppe pare, stai serena-
Le ore seguenti sembravano passare più lente del solito e nella testa di Giulia c'era ogni sorta di pensiero; si faceva mille domande su quella situazione, su di lui (di cui effettivamente conosceva ancora molto poco). E intanto si divertiva a immaginare il suo primo bacio, ancora e ancora.
Suonò anche la campanella dell'ultima ora e si precipitò subito nel cortile della scuola, fermandosi vicino ad una finestra nel tentativo di specchiarsi e sistemare un po' i capelli. Sangio la aspettava appoggiato alla sua auto, con le chiavi in mano
-ecco la nuova stella di Broadway - la salutò con due baci sulla guancia
-dai scemo, smettila-
Entrarono in macchina.
-dove la porto lady?-
-lady?-
-volevo essere cortese-
-e invece sei solo scemo-
-e invece sei solo scemo gne gne-
Presero a ridere. In macchina c'era in riproduzione la playlist di Sangiovanni e la vera sorpresa per lui fu scoprire che Giulia aveva imparato a memoria tutta guccy bag
-ah ma quindi l'hai ascoltata?-
-scherzi? Sta già in playlist, è troppo bella-
-sono contento che lo pensi, per me è importante la tua opinione sai-
E lei cercò di nascondere il fatto che fosse arrossita guardando fuori dal finestrino
-oi ma io ti ho preparato qualcosina da mangiare-
-cosa?-
-massì, ho pensato a qualcosa di leggero visto che devi ballare, non vorrei ti sentissi male-
-ma perché, non dovevi...-
-ma se continui a mangiare solo una carota per pranzo mi scompari-
-e va bene... cosa ha preparato lo chef?-
-insalata con il pollo-
La ragazza prese la scatola che era sul sedile posteriore e prese a mangiare
-stavolta ti sei superato, bravo-
-vorrà dire che cucinerò per te più spesso-
Tornò ad arrossire e lui continuava a compiacersene; gli piaceva prendersi cura di lei, gli veniva naturale, cosa che non gli era mai successa prima, o almeno non così come con lei.
-bene siamo arrivati... a che ora finisci?-
-oggi alle otto-
-va bene, alle otto sarò qui fuori ad aspettarti-
-grazie, a dopo Sangius-
E scese da quella macchina tutta sorridente; era tutto così perfetto, era come nei film, quelli romantici che guardava da quando era piccola e pensava "vorrei qualcosa così". Entrò in sala saltellando, contagiando tutti con la sua felicità. Era come camminare sulle nuvole e non cadere mai. Era quella, la sensazione che aspettava di provare da tutta una vita.

Tutto un'altra volta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora