11- Lady

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I primi giorni, quelli più spensierati, quelli in cui i problemi sembrano lontanissimi e le responsabilità ancora di più. Quelli in cui non si sa, perché "potrebbe finire anche domani" ma "vorrei che non finisse mai". I primi giorni di Giulia e Sangiovanni non sono stati poi tanto diversi da quelli delle altre coppie, si scoprivano piano piano e intanto la vita scorreva felice.
-senti ma come ci comportiamo con gli altri?- Giulia gli aveva fatto quella domanda mentre scendevano a ricreazione, aveva paura di quello che avrebbero potuto pensare i suoi amici dopo tutto quello che era successo. In più era il suo primo fidanzato, non aveva la minima idea di come funzionasse la cosa, soprattutto in presenza di altre persone. Per non parlare che in quel "con gli altri" era incluso anche Esa, con cui, in tutta onestà, avrebbe preferito non parlare mai più, ma avevano deciso che lo avrebbero ignorato e basta e che avrebbero fatto finta di nulla.
-Giù arrivavamo e glielo diciamo, molto tranquillamente-
-ma tipo che siamo fidanzati?-
-eh sì, cosa vuoi dirgli, che siamo amici che limonano quando si annoiano?-
-ma sei cretino-
-dai stai tranquilla- le prese la mano mentre le lasciava un piccolo bacio sulla fronte.

-io l'ho sempre saputo, ringraziate il vostro fan dal giorno zero- Deddy sembrava essere a tratti più entusiasta di loro, era proprio felice che alla fine entrambi avessero abbassato le difese e che fossero arrivati all'unica conclusione possibile, e cioè stare insieme. Anche Luca, che all'inizio si era mostrato molto diffidente, cominciava a nutrire una certa simpatica nei confronti del riccio e vedendoli insieme non ha potuto che essere contento per loro. Già, erano proprio tutti felici, tutti tranne Esa che, casualmente, non aveva proferito parola se non per dire che non sarebbe venuto al weekend al lago, probabilmente per non dover stare a contatto con la nuova coppia. E mentre tutti parlavano, lui la stringeva a se, come per proteggerla dal resto del mondo, giocava con i suoi capelli e di tanto in tanto le dava qualche bacio sulle labbra o sulla spalla. E poi parlarono anche di quel fine settimana, Deddy aveva comunicato che ormai era tutto pronto per festeggiare al meglio e Luca, che da un po' di tempo si era inserito abbastanza bene nel gruppo, aveva accettato volentieri l'invito.
-ovviamente le coppie prendono le stanze con i letti matrimoniali eh- precisò Deddy, facendo un occhiolino a Giulia che rise imbarazzata
-certo zì, è tradizione- rispose Sangio, stringendola ancora più forte a se

-visto che non è stato poi tanto difficile?- appoggiati sulla porta della classe, Giulia e Sangiovanni si stavano salutando, cercando di darsi un "ultimo bacio" che ultimo non era mai,  ne seguivano sempre altri, all'infinito.

Intanto i giorni passavano, e loro di staccarsi non volevano saperne nulla, appena avevano cinque minuti liberi correvano l'uno dall'altra, ogni scusa era buona per stare insieme. Il venerdì prima del weekend al lago, appoggiati vicino a una finestra nel corridoio della scuola, parlavo un po' di quello che avrebbero fatto, di quanto si sarebbero divertiti insieme. Giulia ripeteva che era in piena crisi perché non sapeva proprio che vestiti portare e lui insisteva che anche con una felpa gigante sarebbe stata bene.
-ma tu mi diresti che sto bene a prescindere, anche ad occhi chiusi-
-guarda che se te lo dico è perché lo penso davvero-
Gli scompigliò i capelli.
-vedi che oggi dopo danza c'è una sorpresa per te- esordì Sangio mentre giocava con le guance di lei
-ma tu, con queste sorprese, non ti stanchi mai-
-questa è importante-
Suonò la campanella e il loro discorso si interruppe.
-dai ci vediamo dopo, quando ti accompagno a danza... non mi scappi giugiulola- le lasciò un'ultima carezza sul viso.
Per quelle restanti ore di lezione, Giulia non seguì, non ci provò nemmeno, era sintonizzata su un altro pianeta, non faceva altro che pensare a Sangio, alla sorpresa, a tutto quello che stava provando per la prima volta. Pensò di mettere tutto per iscritto, voleva fargli anche lei un piccolo regalo. Solo che a parole, ogni volta, faceva tanta fatica, le sembrava di non riuscire mai a trovare quelle giuste, oppure si imbarazzava terribilmente e faticava a comporre le frasi così come avrebbe voluto. Gli scrisse una letterina, niente di troppo lungo o smielato, solo la verità dei suoi sentimenti. Rilesse quel foglio di carta finché non fu costretta a mettere via tutto dalla campanella dell'ultima ora. Lo piegò in quattro e lo conservò nella tasca dei jeans, facendo attenzione a non stropicciarlo troppo.
-ehi tu- Sangio la stava aspettando subito dietro la porta
-ma sei scemo, mi sono presa un colpo- e scoppiarono a ridere entrambi, poi lui si avvicinò per darle un bacio
-oi, che sono sti occhi lucidi?-
-occhi lucidi?- cercava di far finta di nulla, ma mentre rileggeva quella lettera effettivamente si era un po' commossa
-un po' sì. Un po' tanto in realtà-
-ma no, impressione tua... dai andiamo, che altrimenti si fa tardi- gli prese la mano e corsero al piano di sotto e poi in macchina.
-dai non mi puoi dire proprio niente?-
-no no, signorina, non esiste-
Parlavano così durante il tragitto, mentre Giulia mangiava l'insalata di riso che lui le aveva preparato.
-ma io come faccio a sapere come mi devo vestire se non mi dici dove andiamo?-
-ma che ti frega, te lo dico io, vestiti easy, va bene pure la tuta-
-mhh-
-sarà una cosa tranquilla Giù, saremo solo io e te- e con queste parole, accostò vicino alla scuola di danza per farla scendere. 'Quel borsone è più grande di lei', questo pensiero lo fece ridere nel mentre la guardava correre in sala.
Finite le lezioni, Giulia corse nello spogliatoio a cambiarsi e a darsi una sistemata
-ehi dove vai tu che ti stai sistemando così?- le chiese una compagna
-il mio ragazzo mi porta in un posto- il mio ragazzo? Lo aveva detto davvero? Suonava così strano, ma allo stesso tempo così bello. Ed ecco la sua solita risata, risuonò nello spogliatoio fortissima, tanto quanto l'emozione che stava provando grazie a Sangio.
Il ragazzo, intanto, era passato dal Mc a prendere qualcosa da mangiare, esattamente come la prima volta che si erano visti, e poi, come sempre, andò a recuperarla; finite le lezioni, la trovò che lo aspettava fuori. Tirava un po' d'aria fresca, quella tipica di fine ottobre, che lascia spazio al cuore dell'autunno. Giulia era lì, a maniche corte e era evidente che stesse morendo di freddo; si fiondò subito nella macchina.
-ma tu sei tutta matta-
-buonasera anche a te eh-
-dai metti questa- e le lasciò la sua felpa con la zip -tieni quella cosa chiusa-
-va bene, ma adesso mi saluti?- e il riccio la accontentò con un bacio sulle labbra.
-allora dove andiamo?-
-eh boh-
-ma la smetti di fare lo scemo... aspetta, hai preso la cena dal Mc?-
-eh sì, ricordavo ti piacesse- e lei per tutta risposta gli stampò un bacio sulla guancia.
Parcheggiò davanti a questo grande palazzo, all'inizio non capì di cosa si trattasse.
-e bene Giulia, questo è lo studio dove registriamo-
-cooosa, che figo- Giulia era emozionatissima, non stava più nella pelle. Quel ragazzo le piaceva sempre di più e ogni volta che le permetteva di entrare un po' di più nella sua vita era come se aggiungesse un piccolo tassello alla loro storia. Conoscere "Sangiovanni" era anche conoscere "Giovanni" , non c'era differenza tra l'artista e la persona. Quindi entrare in un posto come lo studio di registrazione era un po' come entrare in una sua seconda casa. Le sembrava un gesto importante, assolutamente da non sottovalutare.
Varcarono quella porta e, vedendo le luci tutte accese, gli chiese se ci fosse qualcuno, già preoccupata al solo pensiero che della gente potesse vederla con la tuta e con i capelli raccolti a caso
-solo il mio manager, doveva sbrigare delle cose-
-bella fra- videro sbucare da una porta questa figura di un ragazzo con i capelli lunghi, sembrava simpatico.
-ciao Falso, lei è Giulia, la mia ragazza-
'La sua ragazza' è ancora una volta si emozionò a sentire quelle parole
-piacere, sono Falso, per gli amici Nueve-
-ti posso chiamare Ocho?- scoppiò a ridere
-simpatica la ragazza- lasciò una pacca sulla spalla a Sangio, che sorrideva vedendo che i due avevano già fatto amicizia. Poi si salutarono e Sangio prese Giulia per la mano, portandola nella sala di registrazione.
-allora, ovviamente non siamo qui perché non avevamo un altro posto in cui stare, ma c'è un motivo preciso... dai, che aspetti, siediti- le indicò la sedia accanto a lui.
-hai l'onore di essere la prima, dopo il produttore ovviamente, ad ascoltare il mio nuovo pezzo-
-finalmente ce l'hai fatta a finirlo, non mi avevi detto niente-
-shhh, faccio partire la musica-
Giulia ascoltò per la prima volta Lady e capì subito che il pezzo era dedicato a lei, gli fece segno con la mano, quasi a dire "ma parla di me?", non avendo il coraggio di dirlo ad alta voce. E lui era felicissimo di quella canzone, gli sembrava praticamente perfetta, e ringraziava Dio di aver trovato quella ragazza. Pensava a quanto tempo avesse perso cercando di scrivere su quella base cose che non gli appartenevano, quando gli sarebbe bastato ascoltare fin da subito quello che urlava il suo cuore.
-mica male questo cupido eh- Sangio esordì così sul finire di quella canzone. Giulia rimase senza parole, non sapeva davvero cosa dire, tranne che le sembrava tutto così bello, tanto da non poter ancora credere che fosse tutto vero. Era arrossita, credeva che davvero in quell'occasione non esistessero parole giuste, come avrebbe fatto a spiegargli quanto quel gesto fosse stato importante per lei? Quanto le piaceva sentire quel "e sarai per sempre", che era un po' una promessa, come per dire "anche se un giorno non sarà più così, tu sarai per sempre". E il pensiero di averlo sempre accanto per tanto tempo le dava forza, del resto quando stava con lui si sentiva davvero un po' più sicura di sé, come se lui la aiutasse a salire su un gradino un po' più alto. In una frazione di secondo il riccio si alzò dalla sedia e si gettò sulle sue labbra. Ed ecco qua, il modo più bello per dire cosa stava provando in quel momento. Giulia aveva sempre pensato che baciare fosse una cosa importante, un gesto che aveva senso solo se in relazione a QUELLA persona; un bacio, insomma, non era una cosa da niente, per lei che ci metteva dentro ogni sensazione, fino all'ultimo centimetro di cuore. Era quello il modo migliore per fargli capire quanto le piacesse, quanto gli fosse grata perchè riusciva a farla stare così bene. Si alzò, anche lei, ricambiando quel bacio, stringendolo a sé e lasciandogliene tanti altri sulla guancia e sul collo. Quel momento lì, lui avrebbe voluto che fosse eterno, si stupiva ogni volta della tranquillità che lei riusciva a trasmettergli anche solo con un abbraccio.
-che dici, ti va di cenare?- le sussurrò all'orecchio, prendendo a giocare con i suoi capelli
-si dai, sto morendo di fame-
La cena proseguì tranquilla, tra una risata e l'altra, mentre la musica rendeva tutto un po' più bello. 
-ma sei stranissimo mentre mangi- Giulia lo prendeva in giro, si stavano divertendo davvero tanto
-ma che vuol dire, mangio come le persone normali-
-tu? Normale? Non ci credi nemmeno tu-
-e per fortuna direi, almeno mi distinguo dalla massa-
-sì- lo guardò lei, con un mezzo sorriso

-dai vieni a stare da me stanotte- parlava così, cercava di convincerla lasciandole tanti piccoli baci sulla spalla. Stavano seduti a terra, lei tra le gambe di lui che la stringeva forte.
-no dai Giò, per stasera meglio di no- cosa avrebbe detto ai suoi? Ultimamente usava sempre la solita scusa, in particolare con suo padre. 'Sto con Chiara', questa cosa ormai cominciava a non reggere. In più aveva sempre paura che Sangio potesse chiederle qualcosa che lei in quel momento non avrebbe potuto dargli. Avevano già dormito insieme una volta, è vero, ma in un contesto diverso, quando si erano dati il loro primo bacio. In quell'occasione nessuno dei due si sarebbe spinto oltre, anche perché si erano appena ritrovati dopo un lungo periodo in cui erano stati lontani. Adesso era diverso, finalmente stavano bene e stavano vivendo la loro storia nel migliore dei modi. Ma il sesso le sembrava una realtà ancora un po' lontana e non si sentiva pronta a scoprirsi davanti a qualcuno e per scoprirsi intendeva mettersi totalmente a nudo, non solo fisicamente: voleva dire anche togliersi le maschere, abbassare le difese e fidarsi talmente tanto di qualcuno da concedersi totalmente; e questo comportava, ovviamente, una grande sicurezza in se stessi, cosa che lei ancora non sentiva. Poi pensava che lui, invece, aveva avuto tantissime esperienze, che magari aveva delle aspettative che poi sarebbero rimaste deluse e allora qualcosa tra loro sarebbe cambiato. I pensieri nella testa di Giulia facevano a botte nella sua testa, ma come se in qualche strano modo avesse potuto leggerla nella mente, Sangio la rassicurò.
-guarda che non dobbiamo fare niente se non dormire Giù. Io voglio solo averti vicina a me, tutto qui... dormo meglio se ci sei tu- 
La piccola ballerina si sentì improvvisamente sollevata sentendo quelle parole, l'aveva compresa anche senza dire una parola. Cosa c'era meglio di questo? Non avrebbe voluto niente di diverso, niente più di quello che aveva in quel momento: lui.
-ma no dai, devo tornare a casa... mio padre comincia ad avere dei sospetti, la scusa di Chiara non funziona più-
-e cambia nome no?-
-sì e cosa gli dico, "papà oggi esco con Giovanna, la mia nuova amica"?-
-ma guarda te, cosa mi tocca sopportare- cominciò a mordicchiarle il viso, stringendola ancora più forte -sei così carina-
Lei si voltò un po' per guardarlo negli occhi, gli diede una piccola carezza per ringraziarlo e lui le rubò un bacio.
-dai, alla casa al lago avremo tutto il tempo del mondo per stare insieme, ti prometto che sarò tutta tua-
-mi prometti anche di farmi i grattini finché non mi addormento?-
-si scemo-
Poi tornarono a casa, effettivamente si era fatto tardi, ma quando stavano insieme l'orologio non esisteva, il mondo fuori spariva totalmente. E quando erano costretti a fare ritorno alla realtà era un po' come cadere dalle nuvole. Perché entrambi avevano compreso che il mondo, in due, era un posto più bello.
Prima di scendere dalla macchina e salutarsi, gli lasciò quella lettera che aveva scritto a lezione, dicendogli di leggerla a casa, con calma. Quando rientrò, come al solito solo tra quelle quattro mura, si gettò sul letto e cominciò a leggere ciò che quella piccolina gli aveva scritto.
[Caro Sangius,
Sai che non sono brava con le parole, o almeno non quanto te. E premetto che probabilmente sarà la lettera meno corretta della storia, ma sicuramente è sincera, e alla fine è questo quello che conta davvero no? Avevo bisogno di dirti quello che provo e ho pensato che scrivertelo sarebbe stato il modo giusto, il modo migliore per farti capire che mi piaci tantissimo. Per me, è anche solo il fatto che mi porti a danza tutti i giorni e poi mi vieni a prendere, che mi aiuti a fare i compiti, che cucini il pranzo per me. È il fatto che non mi lasci mai la mano, che credi in me più di quanto faccia io stessa. Sei tu, con il tuo modo di fare, il tuo vestirti di rosa e mettere lo smalto. Sei tu, che tra tutti hai scelto me, che mi hai dato il permesso di entrare nella tua vita. Non è quello che pensa la gente, il tuo passato o il fatto che forse è troppo presto per dirti queste cose, ma è il modo con cui mi sopporti cantare in macchina anche se sono stonata come una campana, il fatto che invece la mia risata non solo ma sopporti, ma ti piace davvero. Sono io, che casco nei tuoi occhi ogni volta che ti guardo, che mi sento a casa se sto tra le tue braccia, che dormo meglio se ci sei tu che mi dai la buonanotte. Per me è questo, tutto quello che ancora ci aspetta e la certezza che, comunque andranno le cose tra noi, sarà per sempre.
Tua, giugiulola]

31/10/2020, 1:20 a.m
[Sangiovanni ti ha menzionato nella sua storia]
La piccola ballerina si precipitò ad aprire Instagram. Una foto, quella che le aveva scattato di nascosto mentre provava il suo cappellino. Sotto, una scritta gigante, tutta in fucsia: "E sarai x sempre" con le emoji dell'arco e il cuore trafitto dalla freccia. Non poteva crederci, sapeva quanto lui fosse poco propenso per questo genere di cose, ma capì che quella storia doveva essere la risposta alla sua lettera, e sinceramente gli sembrava la migliore possibile. Poggiò il telefono sulla pancia e rise guardando il soffitto. 'Ma mannaggia'

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