15- cancelli di mezzanotte

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Ciao a tutti, scusate se vi ho fatto aspettare tanto per questa nuova parte, colpa della maturità. Spero vi piaccia, anche se so già che un po' mi odierete ;)

Goccia dopo goccia, la pioggia cadeva sul viso di Giulia, ferma, davanti casa sua, sola. Cercava di metabolizzare quello che era successo, tutte le parole che si era sentita dire quella sera e anche nei giorni precedenti. Si sentiva persa, vuota, in quella strada, con il freddo insopportabile sulla pelle, eppure avrebbe giurato che, più che per quello, tremava per i ricordi che riaffioravano come spine, pungendole tutto il corpo. E proprio all'ingresso di casa sua, sotto la luce di un lampione mezzo rotto, realizzando che non riusciva nemmeno a tirare fuori le chiavi dalla borsa per quanto tremava, scoppiò a piangere, sedendosi a terra, con la schiena appoggiata alla porta e la testa tra le mani.

[Qualche ora prima]
La ballerina continuava a guardare il suo riflesso nello specchio, osservando ogni piccolo centimetro del suo corpo con l'intimo di pizzo nero che aveva comprato il giorno prima. Non si sentiva molto a suo agio, ma sperava che a lui sarebbe piaciuta comunque e pregava che magari, al buio, le sue "imperfezioni" si sarebbero viste meno. Prese il cellulare in mano e come al solito guardare l'orario (e accorgersi che era in ritardo) la riportò alla realtà. Quella sera doveva essere tutto perfetto e anche lei voleva esserlo, voleva sentirsi giusta per lui, pronta per fare un passo in più, pronta per scoprire un mondo nuovo; e lo avrebbe fatto con il ragazzo di cui si stava innamorando. Dopo qualche esitazione, si decise a mettere il vestito rosso, quello che le aveva regalato lui per Natale. Doveva essere per un'occasione speciale e quella lo era di certo. Lo avrebbe indossato, come gli aveva promesso, proprio per lui, per un momento importante come quello che si preparavano a vivere quella sera. Poi le arrivò un messaggio che in parte spense il suo entusiasmo.

[Giù scusami ma non riesco a passare a prenderti, sono ancora bloccato in studio, in più faremo anche una piccola festa per il primo disco d'oro di Enula...non dovrei metterci molto, ma devo esserci. Ho avvisato deddy, ha detto che passa lui, io vi raggiungo appena finisco, non farò tardi]

Ecco che ancora una volta aveva dato la precedenza al resto del mondo, che non si era fatto problemi a scaricarla a deddy in quel modo, come se fosse una cosa di poco conto. Poi cacciò via quei brutti pensieri dalla testa, non avrebbe permesso a niente di rovinare quella bella serata. Così spense i pensieri, o almeno ci provò, ma quando sei satura di giornate passate a sentirti rifilare sempre le stesse scuse, diventa sempre più difficile.
Deddy le mandò un messaggio per avvisarla di scendere e la ballerina non si fece aspettare. Lo trovò a discutere con Rosa, i loro toni si abbassarono leggermente quando aprì lo sportello della macchina, le sembrò di aver interrotto qualcosa. Ma la tensione si percepiva chiaramente, quel silenzio tra loro era davvero angosciante. E ovviamente in quel contesto di imbarazzo, Rosa non mancò di fare domande su sangiovanni.
-perché non è passato a prenderti Sangio stasera?-
Deddy le lanciò un'occhiata, avendo saputo dal riccio che nell'ultimo periodo lui e Giulia avevano avuto un po' di problemi. Ma Rosa, testarda come sempre, continuò con quel discorso, più per disobbedire a deddy che perché le interessasse davvero.
-ah che peccato, starà lavorando davvero tanto, non è la prima volta che succede-
-sì infatti, è tanto preso dalla musica ultimamente- disse Giulia con un'espressione triste, come sé quella sua constatazione fosse il riflesso della sua rassegnazione. Non c'era altro da fare, probabilmente sarebbe stato sempre così. 'La musica prima di tutto', sì, ma ultimamente nel concetto di "musica" rientravano parecchie cose, tra cui anche Enula a quanto pare,la causa di quel conflitto interiore che Giulia proprio non riusciva a risolvere. Prima ancora di arrivare alla festa, la piccola ballerina sapeva già che si sarebbe sentita terribilmente sola senza di lui. E in effetti è stato così, ma il pensiero che l'avrebbe raggiunta presto la rassicurava un po'. Gli aveva mandato un messaggio, ma non aveva risposto. 'Sarà ancora in studio, smettila di farti pare', ma nemmeno il tempo di pensarlo che vide un gruppo di ragazzine avvicinarsi a lei, facendosi strada tra la folla. Giulia le riconobbe perfettamente, erano le sue compagne della vecchia scuola, quelle che le avevano fatto tanto di quel male da poterlo sentire ancora sulla pelle. Nonostante la musica altissima, riuscì a sentire perfettamente le loro risatine quando le passarono accanto, una di loro disse 'non si decide proprio a metterlo un apparecchio eh' e le altre continuarono con altre parole non distinguibili più per via della musica a palla, ma Giulia fu più che convinta che non avrebbe voluto sentirle. Si spostò dal punto in cui era con Rosa per andare in bagno, mentre l'amica si era circondata di tanti ragazzi nello stupido tentativo di fare ingelosire deddy, che intanto faceva altrettanto. Si rifugiò in bagno, chiuse la porta alle sue spalle e corse verso il lavandino per appoggiarsi. Sentiva che la forza nelle gambe la stava abbandonando e che respirare era diventato faticoso tutto a un tratto, stava avendo un attacco di panico, uno di quelli che non aveva da un po' proprio grazie all'aiuto di Sangio che in quel momento, però, non era lì con lei. Si sedette a terra, con la schiena appoggiata contro il muro, tentava di respirare piano così come le aveva insegnato lui. Nonostante le mani le tremassero da morire, riuscì a mandare un messaggio al riccio 'dove sei? Ti prego ho bisogno di te'. E aspettò una risposta che non arrivò mai, non aveva nemmeno visualizzato il messaggio. Si rialzò da sola, a fatica, dopo aver provato a calmarsi un po' da sola. Ma la verità era che non si sentiva affatto bene, tutt'altro, aveva la sensazione di essere rotta, frantumata, distrutta. E il fatto che sangio non fosse lì a rimetterle insieme i pezzi la fece sentire anche terribilmente abbandonata, sola, triste. Le mancava da morire e avrebbe dato qualsiasi cosa per stare un po' con lui quella sera, ma guadandosi allo specchio, tutta sistemata com'era, realizzò che lo aveva fatto solo per lui e non anche per se stessa. 'Ma guarda te, dopo tutto questo lavoro, ore davanti allo specchio a cercare di essere carina per lui e invece come ricambia? Non si presenta e mi lascia sola, non risponde nemmeno al cellulare' stava parlando al suo riflesso, cercando di convincersi del fatto che fosse sbagliato quel contesto, che non era affatto giusto che lei dovesse essere sempre al secondo posto davanti a chiunque. E ovviamente il pensiero si spostò ancora una volta sulla nuova collega del cantante, così bella e attraente, Giulia si convinse che lo avrebbe anche capito se l'avesse scelta al suo posto, che tanto già lo aveva fatto, quella sera aveva preferito stare alla sua festa piuttosto che con lei. Pensò che tanto, così com'era fatta, non avrebbe mai potuto essere all'altezza delle sue aspettative. Uscì da quel bagno subito dopo aver eliminato i messaggi che gli aveva mandato, trovò Rosa che l'aveva seguita e stava lì ad aspettarla dietro la porta.
-tutto bene Giù? Mi sono girata un attimo e non c'eri più-
-sisi tutto okay, tranquilla-
-senti Sangio ha chiamato deddy, gli ha detto che tarda ancora un po', ma sta facendo di tutto per arrivare il prima possibile-
'Perché lo ha detto a lui e non a me? Perché non ha risposto ai miei messaggi?'
Seguì Rosa che ritornava ai divanetti, ma solo con il corpo, si muoveva per inerzia, ma la testa era già a mille, era proprio da un'altra parte. La testa le diceva che semplicemente avrebbe voluto spegnersi, spegnere i sentimenti, la rabbia, la gelosia.
-vi va di bere qualcosa?- la proposta di deddy, stanco di quella situazione con Rosa e che cercava solo un modo per riappacificarsi con la ragazza, le sembrò la soluzione migliore.
-sì dai-
Solitamente Giulia non beveva tanto, non aveva mai pensato all'alcol come un modo per non sentire niente, anzi ricordava quanto aveva lavorato con sangiovanni per convincerlo a smettere di bere fino a ubriacarsi, che tanto non serviva a nulla, gli faceva solo male. Ma le lancette dell'orologio continuavano a scorrere e non si fermavano mai, il tempo passava e minuto dopo minuto lei si sentiva sempre peggio mentre piano piano la sua speranza di vedere il riccio sbucare dalla porta d'ingresso si affievoliva sempre di più.
'Non verrà, non ti salverà stavolta' diceva, mentre si sentiva soffocare dallo sguardo di quelle ragazze che dall'inizio della serata non le avevano staccato gli occhi di dosso nemmeno per un secondo e le sembrava di affogare in quel mare di gente che la circondava, gente che non sapeva niente di quello che stava provando, lei che dentro stava esplodendo o che forse era semplicemente stanca, stanca di doverlo aspettare, di doverlo sempre giustificare per le sue mancanze. Incollata a al quel tavolo di alcolici, ci stava provando sul serio a dimenticare tutto, a non sentire niente. Ma a ogni sorso andava sempre peggio, i pensieri diventavano confusi, non distingueva più le persone, le parole, le canzoni, le sensazioni. Credeva fosse semplicemente dolore quello che sentiva, sfumato con un velo di solitudine. Era quello, e allo stesso tempo milioni di altre cose, i giudizi delle persone, i suoi amici che non capivano il motivo per cui stesse bevendo tanto, 'si sta solo divertendo', pensavano vedendola ballare con loro al centro della folla. Si allontanò ancora per andare a prendere l'ennesimo bicchiere, prima che una voce familiare la distogliesse da quello che stava per fare
-ora basta Giulietta, direi che ti sei divertita abbastanza- era Luca che cominciava seriamente a preoccuparsi, vedendo che ormai non stava più capendo molto e che quel comportamento così strano proprio non era da lei
-ma no dai, giuro che è l'ultimo- biascicò la ragazza, poi rise e rischiò di inciampare, cadendo tra le sue braccia
-scusami sono un disastro-
-ma no, perché dici così? Hai solo esagerato un po', è normale alla nostra età-
-io... credo di non sentirmi tanto bene-
-dai ti accompagno in bagno, andiamo a lavare un po' la faccia- la ragazza annuì, poi lasciò che la sostenesse mentre la accompagna in bagno. Chiuse velocemente la parta alle sue spalle, e si piegò sul water, cominciando a vomitare. Luca la seguì e le prese i capelli, mentre la accarezzava piano sulla spalla e cercava di tranquillizzata. 'Sono uno schifo' queste parole risuonavano come un eco nel suo cervello.

Tutto un'altra volta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora