La foresta

21 2 0
                                    

La foresta era cupa e tenebrosa, come lo era sempre stata, ma c'era qualcosa nell'aria che in quel momento la rendeva ancora più spaventosa.
Crac.
Sentì un rumore alle sue spalle che lo costrinse a rigirarsi.
Crac.
Il rumore era più forte.
Crac.
Ora ancora di più.
CRAC.
Il rumore era fortissimo.
Cinque ragni giganteschi si dirigevano, saltando da un albero all'altro, verso James che, sfoderò la bacchetta e urlò:
- aufer -.
Un lampo di luce blu scaturì dalla bacchetta.
Tutti i cinque ragni vennero colpiti dall'incantesimo.
James era immobile.
Prima l'uomo di cui era terrorizzato e ora i ragni, di cui aveva la fobia.
Scappo dalla direzione opposta.
Corse e corse per raggiungere casa, ma niente, non la trovò.
Svoltò a sinistra, corse e corse per circa cinquanta metri prima che un grosso bigfoot uscì dal terreno, era simile ad un maiale un po' troppo cresciuto.
Era pieno di peli, il viso schiacciato ricordava vagamente quello di un bulldog francese.
Ecco un'altra sua paura, i bigfoot. all'età di quattordici anni, quando stava ritornando a casa dopo che ebbe comprato le medicine per Sebastian, che all'ora una rara infezione, ne incontrò uno.
Per fortuna, nelle vicinanze, si trovava Rebus che lo salvò da quel mostro furibondo.
È da quella volta che incominciò ad aver paura dei bigfoot.
James sfilò nuovamente la bacchetta dalla tasca.
- aufer -.
Il solito lampo di luce blu partì dalla bacchetta.
Il bigfoot schivò l'incantesimo.
Con la sua mano paffuta prese James per il busto e lo stritolò.
Si risvegliò nel suo letto.
Era tutto sudato.
Respirava affannosamente.
Era tutto un sogno! Era tutto un sogno! Si ripetè in mente.
Poi si alzò, si mise le pantofole blu e, ancora con il respiro affannato, guardò l'orologio.
Erano le 10:15.
Andò frettolosamente in cucina.
Il medaglione si trovava sul tavolo, non si illuminava come nel sogno di James.
- Forse è per colpa del medaglione se ho fatto questo sogno? - sussurro fra se e se - No! Non devo giungere a conclusioni affrettate -.
Così si diresse in dispensa e prese due tazze in cui versò del latte.
- Ciao - disse una voce calma alle
sue spalle - Come stai? - .
Rebus stava scendendo le scale.
- Bene, tu? -
- Bene -.
Rebus si sedette al tavolo.
- L'orologio di sopra è rotto! -
- Come lo sai? -.
Chiese James.
- Il mio è, probabilmente, quello che hai al polso, segnano la 10:15, giusto? -
- Si... -
- Quello di sopra segna le 12:10, quindi è rotto. Gli orologi magici non possono sbagliare, e se sbagliano, vuol dire che sono rotti e sono da cambiare, non lo si può aggiustare, beh... Sai, sono magici, sono protetti da una magia specifica che, come è successo all'orologio di sopra, si è spezzata, e ora, essendo che non si può incantarlo nuovamente, lo si deve per forza cambiare -.
- Ok, ma che senso ha cambiarlo, tanto li abbiamo tutti e due al polso -
- Si, ma non si sa mai, se si rompono? E poi era anche per andare a salutare un mio vecchio amico, Bilius Volkov, ma ci andremo dopo, ora facciamo colazione -.

James Jones e il medaglione di AbramoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora