È arrivato il momento

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CHARLES

"Sei sicuro di volerlo fare?" Era nella sua stanza a prepararsi il borsone, la sorella, appoggiata alla porta mentre lo guardava

"Diana, non so fare altro, poi, mi ci vedi davvero come investitore? Star tutto il giorno in un ufficio, dietro una scrivania... Sei tu quella nata per certe cose!" Chiuse la zip della borsa ed uscì

"Hai ragione, ma tanto non lascerebbero mai l'azienda a me, piuttosto la vendono... ma sappi che qualsiasi cosa dovessero dire, io starò dalla tua parte. A proposito, quando inizierai la scuola?" iniziarono a scendere le scale, continuando a parlare

"Inizia a settembre di quest'anno, ma in estate ci sono i corsi estivi e le qualifiche, devo andarci oppure potrei non entrare mai!" Appoggiò la borsa alla fine delle scale 

"Entreresti ma senza una reale reputazione, capisco, anche io non vedo l'ora di andare al college! Ti sosterrò anche se sai bene che non mi daranno retta..." I due andarono in sala da pranzo, dove vennero accolti dai genitori, si sedettero alle due estremità del tavolo, e Charles aspettò che tutti ebbero finito la seconda portata prima di iniziare a parlare, non voleva rovinare troppo presto il pranzo, quando però disse ciò che aveva intenzione di fare, ebbero qualcosina da dire

"No, mai! Il nome Leclerc nella nostra città, viene associato ai politici o agli uomini d'affari, e viene messo accanto a quelli sulle prime pagine dei giornali! Le auto da corsa poi, sono per i play boy e per i principianti." Charles si scladò 

"E se non sapessi fare altro?" Disse al padre, dopo essersi alzato dal tavolo e avendo appoggiato le mani sulla sedia in modo agitato

"Allora avrai ancor più bisogno dei miei soldi, entra nell'azienda di famiglia, ti aiuterò io" Con tono che supplicava pietà. Charles guardò Diana, lei gli sorrise, lui ricambiò, guardò sua madre che non lo voleva perdere ma aveva troppa paura per andare contro il marito, così lo fece lui

"Tieniti pure i tuoi soldi, non investire su di me, ma quando anche il mio nome sarà con quelli sulle prime pagine, allora te ne pentirai" Charles uscì di corsa dalla sala da pranzo, Diana guardò i genitori, la madre piangeva, suo padre si era alzato, e lo stava inseguendo, prese le borsa che aveva messo vicino alle scale, sapeva che sarebbe andata in questo modo, abbracciò Diana ed andò alla sua macchina, il padre, dal portone di casa li urlò diverse cose, ma lui se ne fregò, l'ultima cosa però, lo fece star male per un millesimo di secondo

"VATTENE, E NON TORNARE MAI PIÙ QUI" Così fece, se ne andò via, prese un biglietto per gli Stati Uniti, di sola andata e arrivò nella scuola. Essa aveva anche dei posti letto per i ragazzi che abitavano lontano. Andò alla reception e la ragazza, oltre a dargli le chiavi, gli disse che lui e il suo compagno di stanza, sempre se ne avesse avuto uno, sarebbero stati guidati da uno dei ragazzi della scuola per tutta l'estate. Lui le sorrise e la ringraziò, andò poi in una di quelle stanze, dove ancora non abitava nessuno, e fu molto felice di questo.

LEWIS

"Vieni qui tu" Il padre era in cucina, lui in salotto, leggeva una rivista, la lanciò sulla poltrona e lo raggiunse

"Papà, eccomi" Disse raccogliendosi i capelli in una coda 

"Allora, per il college? Vuoi dirmi dove devo iscriverti?"

"Te l'ho già detto..." Continuò afflitto

"NON È UN COLLEGE!" La madre sentendo gli schiamazzi posò il ferro da stiro e corse in cucina

"Calmati,poi hai tre figli, due dei quali sono dove vuoi tu, perchè non fai andare lui dove vuole andare davvero?"

"Perchè si andrà ad ammazzare Rose" Disse guardnando una foto di Lewis da bambino, poggiata sul caminetto Lewis accorgendosene si rattristò.

INNAMORATA DI UN PILOTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora