La mattina dopo sono completamente a pezzi. E' stata la notte peggiore della mia vita. Ho continuato a pensare e ripensare alla serata, tra lacrime e rimpianti, l'alcol mi fa un brutto effetto quando sono triste. Non avevo un vero e proprio motivo per andarmene in quel modo ma ormai il danno è fatto e poi posso usare questa scusa per allontanarmi da lui così che possa passarmi questa ennesima cotta impossibile.
Alla fine a furia di pensare e piangere sono praticamente svenuta dal sonno quando il sole stava per sorgere ecco perche non ho sentito la sveglia e, non solo arriverò tardi a lavoro ma a causa mia mio fratello è entrato a seconda ora, ma meglio così almeno non ho visto Riccardo. <<Ti sembra l'ora di arrivare?!>> Sbraita il mio capo appena metto piede in negozio ma non ci faccio poi così tanto caso. <<Mi scusi, non ho sentito la sveglia.>> Mi scuso fermandomi davanti a lui e abbassando la testa dispiaciuta. <<E questa sarebbe una scusa? Che comportamento irresponsabile è questo? Non ti facevo così irresponsabile!>> Dice e questa volta non lo reggo. Sarà perche ho avuto una pessima nottata ma non riesco proprio a stare zitta. <<Io sarei irresponsabile? Sono anni che lavoro qui, mai un ritardo e mai un giorno di ferie, che non mi toccasse, e lei mi viene a dire che sono un irresponsabile l'unica volta in cui arrivo in ritardo?!>> Dico inviperita, non me ne frega più nulla, può anche licenziarmi se vuole ma non sopporterò più i suoi modi scontrosi. Visto che di solito sono molto tranquilla anche lui resta scioccato dalla mia risposta ed abbassa un po' la cresta. <<Non intendevo che tu sei irresponsabile... Solo che non è da te arrivare tardi...>> Tergiversa ma ormai sono un fiume in piena. <<Se sa che non è da me, dovrebbe anche immaginare che ci sia stato un motivo!>> lo attacco perche sono furiosa e lui è il povero malcapitato su cui sfogherò la mia ira. <<Io->> comincia ma lo blocco ricominciando a parlare. <<Ho davvero avuto una notte pessima, non so neanche come faccio ad essere qui, davanti a lei, totalmente sveglia e cosa mi dice appena arrivo? Che sono irresponsabile?!>> Sbotto e si nota che sono furiosa così il mio capo alza le mani in segno di resa. <<Ok, ok Basta, Hai ragione Vale, scusami. Se non stai bene puoi anche tornare a casa a riposarti...>> dice cercando di calmarmi ed io faccio un respiro profondo. <<No, grazie per la premura. Adesso se abbiamo finito di parlare vorrei cominciare a lavorare, grazie.>> Dico e quando annuisce, completamente allibito dal mio comportamento, lo supero e vado a lavorare.
Tutti i clienti abituali del lunedì mattina si sono accorti del mio umore quindi, anche i più strani, non hanno fatto storie, hanno preso ciò che gli serviva e sono scappati. Arrivata alla fine del turno saluto a malapena i miei colleghi, e il mio capo, e vado a prendere Tano e Ciccio. "Buongiorno, oggi porto Ciccio a casa mia,poi passi a prenderlo." Scrivo a Riccardo mentre cammino verso la scuola e la sua risposta arriva immediata. " Buongiorno a te... Va bene, ma appena arrivo dobbiamo parlare, Valentina." Scrive ma io ignoro il messaggio senza rispondere, come ho fatto con tutti quelli che mi ha mandato la sera prima, e poso il cellulare in tasca. Lo so che lui non ha effettivamente fatto nulla e che sono io che mi sono comportata come una pazza ma ormai il danno è fatto e non ho idea di come guardarlo in viso.
Fortunatamente ne Ciccio ne Tano fanno domande sul perché andiamo a casa mia e la giornata scorre tranquilla. "Vale, sono sotto casa tua, Puoi scendere un attimo devo parlarti." Mi scrive Riccardo quando viene a prendere il fratello. <<Hey Ciccio, c'è Riccardo, preparati a scendere.>> Dico al bambino seduto accanto a me che ubbidientemente va a prendere le cose. "Ciccio sta scendendo." Rispondo solamente mentre mi alzo dal divano per aiutare Ciccio con il giubbotto e lo zainetto. "E dai Vale, dammi solo la possibilità di spiegarti." Scrive ma io ignoro nuovamente il messaggio ed accompagno Ciccio alle scale. <<Ciao ometto.>>Dico abbracciandolo. <<Tu non scendi con me?>> Domanda triste ed io scuoto la testa. <<No, ometto, ti guardo da qui perché devo prepararmi in fretta per le prove del coro.>> Gli spiego e lui annuisce con espressione triste per poi voltarsi e scendere lentamente le scale. Lo guardo finché non lo vedo uscire dal portone dopo di che vado a sistemarmi per le prove.
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Tutte le volte che NON ho detto TI AMO
RomanceLa vita amorosa di Valentina è sempre stata tremendamente sfortunata, il primo amore? Finito male anzi neanche iniziato. L'amore della sua vita, quello che ti porti dietro per anni e poi ti lascia momenti dolci e amari ? Solo amaro. L'amore sicuro...