2º capitolo

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Sto osservando l'armadio ormai da mezz'ora, non so cosa mettermi per il mio primo giorno alla Yale University. Non sono una di quelle ragazze che vuole stare al centro dell'attenzione o che pensa a divertirsi la sera, a vestirsi bene, a bere o a fidanzarsi. io sono l'opposto. Pensavo solo che avrei fatto molta più amicizia se mi fossi vestita nel modo più adeguato possibile. Alla fine però, decido di afferrare una maglietta a caso di abbinarla con un paio di jeans qualsiasi per poi metterci sotto le mie adorate Vans. Finisco appena in tempo di prepararmi, che la voce di mia madre rimbomba per tutto il corridoio.

<<Allie! Sbrigati perché è tardi! Devi accompagnare prima Dylan a scuola!>>

<<Eccomi arrivo!>>

Così entro nella stanza di Dylan. Ma lo vedo ancora dormire. A questo punto da isterica, quale sono, inizio ad urlargli contro per farlo svegliare. Ma smetto subito appena si alza e mi salta in braccio.

<<Buongiorno sorellona!>>

<<Buongiorno amore mio>> gli rispondo con tono dolce.

<<Preparati perché dobbiamo andare a scuola e inoltre non dimenticarti dell'inalatore per l'asma>>

<<Si! Mi lavo i denti e poi mi preparo lo zaino...>>

Io intanto scendo, dando ai miei genitori, un bacio sulla guancia a entrambi. E prendo la mia colazione insieme a quella di Dylan, per mangiarla poi durante il tragitto.

<<Dylan hai fatto?!>>

<<Eccomi!>>

<<Corri piccolino, sennò fai tardi. Dai un bacetto a me e al papà e poi vai>> dice mamma

Lo vedo correre verso loro. È una cosa tenerissima. Li salutiamo e usciamo mano nella mano.

<< Ecco a te la tua colazione amore>>

<<Grazie!>> mi risponde con la voce ancora assonnata

<<Ti va di passare per il parco così facciamo prima?>>

<<Ok, l'importante è che arriviamo in tempo>>

<<Parla quello che 10 minuti fa stava ancora a letto!>> dico dandogli un buffetto sul nasino.

Passeggiamo per il parco raccogliendo anche un po' di fiori. Ad un certo punto Dylan però, vede un gruppetto di ragazzi che stanno "importunando" dei bambini. Così mi tira la manica della mia maglietta e mi chiede chi siano. Io non conoscendo nessuno, li raggiungo ma mi fermo appena sento una voce profonda dietro di me dire:

<< Bene bene, chi è questa sfigata?>>

Io allora decido di girarmi, ma me ne pento subito, perché appena lo faccio rimango incantata dalla bellezza di questo ragazzo: ha dei profondi occhi verdi con qualche sfumatura marrone che appena li vedi non riesci a non guardarli e rimani allibita da tale fascino; è molto alto e nonostante la sua maglietta bianca abbastanza attillata, riesco a vedere i suoi muscoli. Ancora soprappensiero, non mi accorgo però che lui sta parlando con me, così mi da una piccola scossa sul braccio, che mi riporta alla realtà.

<<Cosa scusa?>> gli chiedo uscendo dal mio stato di trans

<< Ma sei sorda per caso? Ti ho chiesto cosa vuoi e cosa ci fai qui>>

Io allora mi riprendo subito e cerco un modo non troppo brusco per rispondergli.

<<Vi ho visti dare fastidio a questi bambini e non mi è sembrato giusto ignorare ciò, quindi sono subito accorsa>>

Sento tutto il suo gruppetto ridere e lui controbattere con il suo tono di voce molto freddo

<<Perciò cosa potresti mai fare?>>

<<Beh, di certo vorrei sapere la motivazione per cui li state trattando così male!>>

<<Non sono cose che ti riguardano e sparisci prima che facciamo la stessa cosa con te>>

Prima di rispondere però, vedo mio fratello avvicinarsi a quei bambini, ma per farlo un ragazzo lo strattona, così cade a terra sbucciandosi il ginocchio e graffiandosi il palmo della mano. Gli vado subito incontro e lo aiuto ad alzarsi. Tutti ridono ma io decido di avvicinarmi a quello che lo ha strattonato. Prima di farlo però, cado anche io a causa di uno sgambetto che è stato fatto sicuramente quella che è l'oca del gruppo. Nonostante io sia una ragazza molto calma, quando fanno del male a mio fratello non ragiono più. È la persona a cui tengo di più tra tutti. Così alzo il tono della voce e arrabbiata vado verso il ragazzo che l'ha ferito.

<<Non ti azzardare mai più a toccarlo>>

<<sennò che fai? Pensi di potermi fare male?>> Dice questo in un tono molto arrogante

Ha una cresta bionda, ha molti tatuaggi ed è anche lui muscoloso. Se non fosse così arrogante sarebbe carino, anche se non supererebbe mai il ragazzo con cui ho "conversato" prima. Per lo meno in bellezza...

Presa dalla rabbia prendo per mano Dylan e mi avvicino a quei bambini così spaventati ma allo stesso tempo molto adorabili. Questi vedendomi mi sorridono e corrono verso di me. Ci allontaniamo dal gruppetto e camminiamo verso la scuola del mio fratellino. Dietro di noi sento di nuovo la voce di quel ragazzo tanto odioso quanto bello

<<Non finisce qui! Prima o poi ci rincontreremo e ti riserverò lo stesso trattamento!>>

Decido di ignorarli e di continuare a camminare.

𝐼𝑛 𝑠𝑝𝑖𝑡𝑒 𝑜𝑓 𝑒𝑣𝑒𝑟𝑦𝑡ℎ𝑖𝑛𝑔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora