Stanotte ho dormito molto poco. Ripensavo a tutto quello che è successo con Isaac, le sue minacce e le mille paure che ha suscitato in me.Verso le 3 di notte Dylan è entrato in camera mia, dopo che ha bussato molte volte per farsi aprire la porta da me. Appena mi ha vista, si è messo sul letto accanto a me e dopo tanti baci, ci siamo addormentati abbracciati.
Evidentemente è venuto da me perché si era preoccupato. Quando salto i pasti e corro in camera mia senza rivolgere la parola a nessuno sa che c'è qualcosa che mi turba.
A noi non serve parlare. Ci basta uno sguardo o un gesto per capirci. Amo tanto mio fratello. È grazie a lui che lotto ogni giorno contro le mie paure e le mille difficoltà che mi pone sempre contro la vita.
È grazie a lui se ora io sono qui, se non sono caduta nel baratro quando sono morti i nostri genitori.
Spesso mi chiedono qual è la persona che mi completa, che mi spinge ad andare avanti, nonostante tutti i problemi e a cui affiderei la mia stessa vita. Io rispondo lui.
Nonostante i tanti anni di differenza che abbiamo, il nostro legame è qualcosa di indescrivibile io ci sono sempre per lui come lui, a modo suo, c'è sempre per me.
Sta mattina verso le 6, quando mi sono svegliata l'ho fissato per non so quanto tempo. È un piccolo angelo quando dorme, da sveglio invece è un po' una peste.
Mentre penso e lo guardo, lui inizia a muoversi e poi si sveglia aprendo quei bellissimi occhi color nocciola così comuni ma allo stesso tempo tanto unici.
Gli sorrido e lui fa la stessa cosa.
<<Buongiorno amore>> gli dico con la voce ancora impastata e roca a causa del sonno.
<<Buongiorno>> esclama lui sorridendomi ancora e mostrandomi le sue adorabili fossette.
<<Prepariamoci per andare a scuola dai>>
<<Ma poi vieni a fare colazione anche tu giusto?>> mi chiede titubante con gli occhi da cerbiatto
Io sorrido e gli do un bacio sulla guancia. Si è preoccupato per me perché ieri sera non ho mangiato. Gli voglio talmente tanto bene che non riesco a immaginarmi una vita senza di lui...
<<Certo che vengo mica ti lascio solo a mangiare i pancakes che ha fatto mamma eh>> dico sentendone l'odore
Lui senza dire nulla mi salta in braccio, mi riempie di baci e poi corre a prepararsi in camera sua. Essendo ancora un po' piccolino, vado da lui e lo aiuto a farsi una doccia, a vestirsi e a fare la cartella, non dimenticandomi ovviamente l'inalatore per l'asma. Ultimamente non ha avuto attacchi asmatici per fortuna, speriamo che non ce ne siano altri.
Scendiamo le scale insieme per andare in cucina e subito vedo i miei genitori che si girano a guardarmi, corrono verso di me e senza dire niente, mi abbracciano.
Io chiudo gli occhi, felice di questo contatto con loro ma questo momento viene interrotto da una piccola peste che si infila sotto di noi, volendo ricevere un abbraccio. Così ci mettiamo a ridere e dopo esserci fatti tutti un po' di coccole, ci mettiamo a mangiare.
<<Alla fine ieri non ci avete raccontato niente del vostro primo giorno di scuola>> ci dicono mamma e papà
<<La maestra ci ha fatto fare un disegno della famiglia e poi li abbiamo fatti vedere in classe>> dice tutto entusiasta
Sorridiamo tutti inteneriti, anche se io sono ancora un po' triste perché mi mancano i miei genitori biologici, si può dire che ho 2 famiglie, amo Layla e Liam, da subito li ho chiamati mamma e papà perché sapevo di potermi fidare di loro e inoltre mi hanno dato speranza. Non smetterò mai di essergli grata ma non posso dimenticarmi chi sono i veri genitori che mi hanno cresciuta. Che erano lì quando sono caduta la prima volta dalla bicicletta, quando mi è caduto il primo dente o persino quando sono diventata donna a tutti gli effetti.
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𝐼𝑛 𝑠𝑝𝑖𝑡𝑒 𝑜𝑓 𝑒𝑣𝑒𝑟𝑦𝑡ℎ𝑖𝑛𝑔
ChickLitAllie De Santis è una ragazza di origini italiane che con il suo fratellino Dylan vive in orfanotrofio a seguito della morte dei suoi genitori. Con il passare degli anni vengono adottati da Liam e Layla Wilson, bisognosi di dare e ricevere amore. Al...