Better Than Words

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Chapter 11
 

Harry’ Pov

Louis, Louis, Louis un unico nome risuona nella mia testa. E’ così da quando l’ho incontrato quella sera. E’ un tormento, un ossessione, un qualcosa che non mi fa più vivere. La mia vita è cambiata da quel giorno…non in meglio. Maledetto! Dannati i suoi occhioni blu oceano! Ho bisogno di evadere dalla mia stessa testa, ho bisogno di non pensare più, ma come fare? Non posso chiamare Niall mi sgriderebbe in un nano secondo, d’altra parte lui mi aveva avvisato! Non so assolutamente come comportarmi, Luis mi ha trattato come un’emerita merda e non posso assolutamente perdonarlo, ma non so come reagirei se lo vedessi in questo momento! Preso dal mio vortice di pensieri decido di vestirmi ed andare a fare una corsetta al parco per schiarirmi definitivamente le idee una volta per tutte. Munito di ipod, esco in fretta senza nemmeno salutare mia mamma e mia sorella. Raggiungo il parco molto velocemente e inizio subito a correre lungo il percorso pedonale, finalmente non pensando più a nulla, soprattutto a lui. Stanco ed assetato decido di riposarmi su una panchina vicino al laghetto degli anatroccoli, guardando incantato i bambini che non smettono di ridere e giocare a calcio. Ci passo talmente tanto tempo che non mi rendo conto che il sole è tramontato e che sicuramente mia mamma già avrà preparato la cena! Mi alzo di scatto e decido di ritornare a casa sempre correndo. Corro talmente tanto veloce che non mi accorgo di una pietruzza messa a tradimento che in men che non si dica mi fa cadere in modo poco aggraziato. Un dolore atroce mi colpisce alla schiena quando tento di rialzarmi, ma subito vengo aiutato da due braccia forti che mi sollevano da dietro. 

“Hey principessa, dove corri? occhio a dove metti i tuoi piedini fatati!” 

Vengo colto da una fitta al cuore non appena sento quella voce, che per tutto il pomeriggio non ho fatto altro che dimenticare! Mi stacco immediatamente da lui che ancora mi sorreggeva dalla schiena, ma mentre tento di andarmene senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, rischio di cadere nuovamente per il forte dolore alla caviglia. 

“Dove vai? Non vedi che non ti reggi nemmeno in piedi?? In un primo momento la tua caduta mi ha fatto sbellicare dalle risate, è stata veramente comica, ma poi sono corso subito ad aiutarti, sei o non sei la mia principessa del cuore?”

Quel coglione continuava a ridere sotto i baffi, scatenando sempre di più la mia ira: ”Non ho assolutamente bisogno del tuo maledettissimo aiuto, puoi tranquillamente tenertelo. Non fare il gentile con me, quando poi stamattina mi hai trattato una merda. E ti ho detto ventimila volte di non chiamarmi principessa! Il fatto che abbiamo fatto sesso non implica che io sia tuo o cose del genere! E adesso lasciami stare devo tornare a casa che sono in ritardo!”

Mi giro e mentre faccio per andarmene mi afferra per un polso, attirandomi a se: “Dove vai non vedi che non riesci a camminare? La tua caviglia sarà diventata un pallone! Dai ti accompagno io che sono in macchina e non mi far più perdere tempo in stronzate!”

Mi trascina nel parcheggio vicino al parco senza tener conto che la caviglia mi fa davvero un male cane e che non riesco a mantenere il suo passo. Ci avviciniamo ad una Range Rover nera e assolutamente enorme. Mi aiuta a salire dal lato del passeggero e subito vengo inebriato dall’ormai familiare odore di cannella, il suo odore! Dal momento in cui mette in moto la macchina un silenzio imbarazzante cade su di noi. Io non ho nessunissima intenzione di parlare e soprattutto con lui dato il modo con il quale mi ha trattato. Lui dal canto suo sembra assolutamente rilassato e per niente turbato quindi decido di lasciare tutto com’è, d’altra parte mi sta solo riaccompagnando a casa! Il mio flusso di pensieri viene interrotto quando lui non gira all’incrocio per andare a casa mia e continua dritto: “Ehm scusa Luois ma hai sbagliato strada, casa mia era da quella parte!”

Lui si gira verso di me ed un luccichio malizioso compare nei suoi occhi: “Ti ho detto che ti avrei accompagnato a casa, ma non ho mai specificato che la casa fosse la tua, principessa!” 

“COSA??? Riaccompagnami immediatamente a casa MIA!” Mi ritrovo ad urlargli contro in macchina sconvolto, ma non faccio in tempo a finire la frase che lui entra nell’enorme cancello della sua macchina, e in men che non si dica mi trascina giù dalla macchina sempre non ricordandosi della mia caviglia ormai enorme! Mi ritrovo sbattuto alla porta di ingresso con le sue labbra premute contro le mie, faccio di tutto per resistergli, ma lui esercita su di me 

Il suo cazzo di fascino, per cui non posso far altro che schiudere le mie labbra e rispondere al suo bacio. Piano piano mi trascina sul divano.

Mi spinge con vigore sulla superfice morbida e sprofondo tra i cuscini. Ormai non faccio più resistenza, sono di nuovo completamente e dannatamente soggiogato da lui, dal suo tocco e dalle sue calde attenzioni. Lo lascio fare e piano inizio a sfiorare il suo volto carezzando dolcemente le sue guance ruvide di barba. Lo tiro a me mordendo il suo labbro inferiore. Lo assaporo lentamente, sentendo la cannella sfiorare le mie labbra. Lo voglio, lo desidero con tutto me stesso, è sbagliato, ma è così! 

Preso mi ritrovo mezzo nudo a stringermi al suo petto. E lo guardo, attento, mentre sfila piano i suoi jeans. E’ una visione troppo eccitante per me e sento il piccolo Harry svegliarsi. Non riesco più a resistere e mi metto seduto per aiutarlo. E’ finalmente libero da ogni intralcio e mi fa cadere nuovamente tra i cuscini sfilandomi i pantaloni. 

Alza le mie cosce sulle sue spalle, sono completamente esposto e lui senza tante cerimonie entra in me. Inizia a muoversi, prima lentamente poi man mano con più vigore. Ci sa terribilmente fare e anche se non vorrei, mi  ritrovo a gemere e a mordermi le labbra nell’estremo tentativo di non esplodere. Sento di stare per venire, ma improvvisamente lui si blocca. Che diamine! 

“Louis…ti prego…” gemo. Non credevo che mi sarei mai ritrovato a pregarlo in questo modo. Primo di incontrarlo ero decisissimo a non rivederlo o quantomeno a non rivolgergli più la parola, ma ora mi ritrovo a supplicarlo per un cazzo di orgasmo! Osservo il suo volto cercando una risposta a questo suo improvviso fermarsi. Il suo volto è scosso e qualcuno sta per entrare nella stanza.

“Principessa è ora di andare!” 

   

Olive.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora